giovedì 5 maggio 2016

CORSI DI TAI CHI E QI GONG DA 10 EURO A ROMA - TAI CHI E QI GONG ALLA FESTA DEI VEG/VEGETARIANI









CORSI DI TAI CHI E QI
GONG DA 10 EURO A ROMA! APERTI A TUTTI! ANCHE PER PRINCIPIANTI! LEZIONE DI
PROVA GRATUITA! ROMA – APPIO – TUSCOLANO, (metro A Ponte Lungo, Vicino Stazione
Tuscolana), Via Narni,(19/a) – 00181 (Sala san Gaspare, all’angolo con via
Assisi – Si accede alla sala da un portoncino senza numero civico all’angolo
tra via Narni e via Assisi, su cui e’ scritto “Sala San Gaspare”), Il Lunedi’ e/
o  il Mercoledi’ ore 17.00 — 19.00. COSTO
circa 10 EURO MENSILI (per un turno settimanale di 2 ore). Tai Chi Stile Yang e
Chen, Qi Gong, Nei Gong, Spada. ( Mappa: 
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La quota e’ di 100 euro per tutto l’anno, per un turno settimanale di 2 ore, di
150 euro per due turni.



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IN QUALSIASI MOMENTO. SARANNO DETRATTE LE QUOTE DEI MESI NON FREQUENTATI. ESEMPIO:
da Marzo a Giugno: 40 euro per un turno e 80 per due turni!). 


I corsi sono adatti
anche ai principianti. Per la lezione di prova basta venire negli orari
indicati con abbigliamento comodo e scarpe da ginnastica. La lezione di prova
e’ gratuita.


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Marcellotaichi:  
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CANALE DI MARCELLOTAICHI:
http://www.youtube.com/user/marcellotaichi


Facebook: Marcello
Taichi - Taijiquan e Qi Gong a Roma : 
https://www.facebook.com/taijiquanroma




















TAI CHI
ONLINE ROMA APPIO TUSCOLANO




 


TAI CHI ONLINE ROMA MARCONI




 


 




Come l’agopuntura, il Tai Chi, con i suoi movimenti morbidi e armoniosi,
contribuisce a rendere più flessibili le articolazioni, eliminando blocchi
cronici e a rendendo più scorrevole e libero il flusso energetico. Insieme ad
una dieta, ai massaggi e all’agopuntura, il Tai Chi e il Qi gong integrano
l’insieme di tecniche offerte oggi dalla medicina cinese per salvaguardare il
benessere psicofisico.


Il Tai Chi e il Qi Gong possono essere definiti come l'arte
di sentirsi bene. Fin dall'antichità, in Cina sono state sviluppate delle tecniche
di salute per guarire da ogni tipo di malattia, per riequilibrare il corpo, ma
anche per aumentare l'energia vitale dell'individuo ed interagire con essa in
molte maniere. L'insieme di queste tecniche, in epoca contemporanea, ha preso
il nome di Tai Chi e Qi Gong.


Nel Tai Chi si apprendono movimenti estremamente dolci,
calibrati e lenti che, uniti ad un forte flusso di energia, portano ad un
equilibrio totale del corpo. Questa tecnica Orientale e arma ideale per
recuperare la salute, un metodo di "agopuntura naturale" e una arte
marziale di difesa non-competitiva. In definitiva un complesso sentimento di
totalita.


La prima parte della lezione e incentrata sullo
scioglimento, l allineamento posturale, l’ attivazione energetica ed il qi
gong, poi si studiano le forme brevi dello stile yang e chen.


Lavoriamo molto sul rilassamento, lo scioglimento del corpo
e delle articolazioni, la postura e vari esercizi di Qi Gong per attivare la
circolazione dell'energia interna.


Ecco alcune delle sequenze di Qi Gong che pratichiamo:


Il Nei Gong (Lavoro Interno), Gli esercizi della Longevita
Gli Otto Pezzi di Broccato, I 18 Esercizi Taoisti, Gli 8 Pezzi di Broccato, Gli
esercizi del Drago, Il Qi gong del Bozzolo di Seta, Il Qi gong dei 5 Animali,
Ed altri


Inoltre studiamo anche delle brevi e semplici sequenze di
Tai Chi, molto facili da imparare.


Forniamo inoltre il materiale didattico per lo studio degli
esercizi.


La domenica mattina dalle
10.30 alle 12.30 c’e’ pratica collettiva di Qi Gong e Tai Chi a villa Celimontana,
Al Celio, metro B Colosseo, metro A Manzoni o San Giovanni, entrando da via
della Navicella n. 12 in fondo al vialetto a sinistra. Info: email
marcellotaichi@supereva.it, Tel. 349-4504749. Per la lezione di prova gratuita
basta venire negli orari indicati con abbigliamento comodo e scarpe da
ginnastica. Durante l'anno si terranno seminari di approfondimento con i
maestri della scuola. Per gli interessati e' possibile seguire corsi di
formazione per l'insegnamento.





Analisi dei principi fondamentali del Tai chi e del qi gong
I




Tre sono gli aspetti fondamentali per la pratica
dell’energia interna: Regolazione del corpo (Tiao shen), Regolare la
respirazione (Tiao xi), Regolazione della mente (Tiao xin).




 




Praticare il Qi Gong e il Taiji Quan significa prendere
conoscenza ed approfondire la nostra consapevolezza delle regole della natura
che ci governano. Significa studiare il Qi, l’energia vitale che permea noi e
tutto l’universo; significa praticare questa energia, svilupparla, raffinarla,
scoprirne le modalità in cui si manifesta e i percorsi in cui fluisce e poterla
impiegare per fini che possano essere molto diversi e vanno dal campo
terapeutico al marziale allo “spirituale”.




            Parlando
brevemente del Qi Gong possiamo dire che si tratta di un argomento vastissimo
suddiviso in categorie e sottocategorie.




            Un primo
aspetto riguarda il Qi Gong medico, attraverso la cui pratica si possono
prevenire e curare malattie di vario genere.




            L’origine
degli esercizi terapeutici è il Qi Gong taoista. Questo perché la medicina
tradizionale cinese e il pensiero taoista hanno la stessa origine. I principi
fondamentali che stanno alla base della teoria medica cinese originano tutti
dalla conoscenza taoista del mondo naturale.




            Il Qi Gong
taoista comprende pratiche che servono per studiare e conoscere il mondo
naturale che comprende anche l’uomo e quindi si occupa sia della conoscenza
dell’uomo sia di come l’uomo possa unirsi ed entrare in comunicazione con la
natura. In particolare è stata approfondita la conoscenza della salute, ossia
di quali sono le condizioni di salute e quelle di assenza di salute e si sono
scoperte le leggi di funzionamento per esempio i famosi meridiani: percorsi
scoperti attraverso le ricerche taoiste di Qi Gong; e si è visto che questi
canali possono essere aperti o chiusi e si sono sviluppate tecniche
terapeutiche adeguate a liberare i blocchi che impediscono il fluire
dell’energia.




            Un altro
aspetto del Qi Gong riguarda quello che si è sviluppato nelle arti marziali.
Oggetto di studio dell’aspetto marziale è come usare l’energia per difendersi o
per attaccare un avversario. Anche nella categoria delle arti marziali ci sono
un’infinità di scuole che hanno sviluppato pratiche particolari.




            Tre sono
gli aspetti fondamentali per la pratica dell’energia interna:




1.         Regolazione
del corpo (Tiao shen) (ovvero) - mettere a punto il corpo ovvero mettere il
fisico in condizioni ottimali per la pratica.




2.         Regolare la
respirazione (Tiao xi) - chi vuole praticare Qi Gong seriamente deve per forza
gestire la regolazione della respirazione. Regolare la respirazione serve ad
entrare nella condizione giusta di pratica.




3.         Regolazione
della mente (Tiao xin) - la terza regolazione è la regolazione della mente
ovvero del cuore. La regolazione del corpo e della respirazione sono
fondamentali, ma senza la regolazione del cuore e della mente le prime due non
sono sufficienti. Dalla regolazione della mente dipende l’esito effettivo della
pratica (del Qi Gong) energetica interna. Quindi in realtà è forse l’aspetto
più importante delle regolazioni. Regolare il cuore significa regolare la
propria attività mentale, il pensiero e la propria volontà, la propria attività
mentale in senso lato.




 marcellotaichi@supereva.it




 




 




 




 




 




Rapporto tra corpo, mente ed energia




Una reale comprensione del concetto di energia, sia da un
punto di vista teorico che pratico, non puo' prescindere dalla dimensione
fisica e da quella mentale. I tre aspetti non possono essere trattati
separatamente perché costituiscono un tutt'uno inscindibile simile a un
ologramma, dove ogni parte contiene le altre, e il lavoro svolto su una
qualunque influenza in maniera diretta anche le altre.




 




Nel Taiji Quan, per evidenziare il profondo legame tra le
varie componenti, si dice che “la mente comanda, l’energia segue e il corpo
esegue”. Questo antico detto, oltre ad avvalorare quanto appena espresso,
definisce una sorta di gerarchia funzionale tra quelli che i maestri chiamano
le “I Tre Poteri o Le Tre Armonie ” e cioè:




1° - Il potere del corpo (Li),




2° - Il potere dell’ energia (Qi),




3° - Il potere della mente (Yi).




* Yi - Potere della Mente




Lo “Yi” lo potremmo definire il “primus inter pares” e il
‘trait d’union’ tra Li (dimensione fisica) e Qi (dimensione energetica).




Esso può, simbolicamente e sinteticamente, essere inteso
come la qualità di colui che perfettamente centrato nel proprio spirito
controlla sia il proprio corpo che la propria mente.




In realtà é una idea molto più complessa che coinvolge la
mente, nei suoi molteplici aspetti, il corpo, con le sue potenzialità e lo
spirito o Shen.




Secondo la tradizione cinese Yi ( il pensiero ) nasce
dall’energia spirituale o Shen, come tale rappresenta ‘il Pensiero o
l’Immaginazione Creatrice’, che si manifesta attraverso l’organo Xin o cuore (
dove il carattere Xin indica non solo il cuore inteso come organo, ma anche il
cuore come centro dell’attività mentale, quindi come sinonimo di mente ).
Infatti l’antico ideogramma Yi era composto dal carattere cuore con sopra il
carattere suono, che in senso lato può essere inteso come la “Voce o la
Risonanza del Cuore ” ). Queste relazioni tra energia spirituale ( Shen ) e
pensiero ( Yi ) e tra cuore ( Xin ) e pensiero, non sono in contraddizione ma
chiariscono in maniera precisa il luogo fisico nell’essere umano in cui questa
forza creatrice si manifesta. Non si dice forse: “ Ti parlo con il cuore in
mano “, quando si vuole intendere che si è profondamente sinceri?




Yi lo possiamo sinteticamente esprimere con ” cuore-mente ‘
che implica, quindi, il concetto di “consapevolezza intuitiva”; dove le due
parole “consapevolezza” ed “intuizione” sono intese nel loro significato più
pieno ( cfr. il libro “Le Tre Vie del Tao” - pag. 46 e pag. 180 ) e cioè la
capacità di “conoscere e di esserne coscienti” senza mediazioni “intellettuali”
in maniera diretta ed immediata, come implica la parola intuizione che
etimologicamente significa “essere in Dio” , dal greco en (in) e theòs (Dio) ,
che in senso lato é quella che i maestri chiamano “conoscenza del cuore”.
Opportunamente sviluppata permette una presa di coscienza delle potenzialità
del corpo e della mente. E’ lo stato in cui non c’é disarmonia tra pensiero ed
azione, in cui la consapevolezza si fonde con l’azione, facendo si che i
movimenti del corpo siano perfettamente allineati al flusso della nostra
“intenzione cosciente”, é una specie di “estasi” non mistica, che rappresenta
uno stato di fusione, di assorbimento totale in quello che si sta facendo,
dimentichi di ogni cognizione spazio-temporale. Alcuni grandi campioni sportivi
la chiamano la “Zona” e la definiscono come uno “stato” nel quale “l’eccellenza
delle prestazioni” non richiede sforzo alcuno.




Corpo, mente ed energia si fondono in un più alto stadio
dimensionale, che rappresenta la quintessenza delle potenzialità individuali:
lo stadio Spirituale o Shen.




Il Taiji rappresenta un metodo scientifico ( nell’accezione
più occidentale del termine) per sviluppare questo stato in maniera cosciente.
Da notare, infine, come ” Yi ” significhi anche “anticipare” ( E’ naturale, per
una scrittura composta da segni ideografici, avere molteplici significati per
una sola parola ). Importante nel taiji quan il concetto della mente che ‘
anticipa’ , che ‘intuisce’ le intenzioni dell’avversario.




Nel Taiji Quan e nelle arti marziali in genere Yi é
assolutamente basilare, perché i risultati che si otterranno dipendono
essenzialmente da essa. Per questo é opportuno cercare, nei limiti imposti
dalla parola scritta, di spiegarne i vari significati e specificare i
molteplici contesti in cui viene usata. Secondo l’ambito in cui agisce, Yi
assume sfumature a cui corrispondono significati con diverse valenze e diversi
livelli di realizzazione. Per la lingua cinese é normale sintetizzare in un
ideogramma concetti complessi che nelle lingue come quelle occidentali
richiedono lunghe spiegazioni ed é per questo Yi può essere tradotta come idea,
attenzione, intenzione e volontà cosciente (Yi Nian); consapevolezza, coscienza
e intuizione (Yi Shi). Vediamo quindi di stabilire questa ‘gerarchia
funzionale’ per una comprensione e un uso ottimale della stessa.




YI NIAN - attenzione, volontà cosciente, intenzione




L’attività della mente non si ferma mai, l’uomo normale é
continuamente coinvolto in un dialogo interiore senza sosta, che impedisce la
calma ed agita i pensieri come il vento le acque di un lago.




La quiete del pensiero cosciente, che presiede
all’equilibrio di tutte le attività dell’organismo, é la condizione minima
indispensabile che il praticante deve raggiungere per avviare il processo di
pacificazione (Jing) della mente (Yi). Il suo strumento principale é
l’attenzione, strettamente legata alla capacità di concentrazione, che a sua
volta, altro non é che la focalizzazione volontaria dell’attenzione.




Pacificazione, attenzione, concentrazione e intenzione, sono
strettamente correlate in una specie di “circolo virtuoso” che si autoalimenta.




Ci sono molti modi per entrare nel “flusso”, sicuramente la
capacità di focalizzarsi esclusivamente ed intenzionalmente su quello che si
sta facendo, in uno stato di profonda concentrazione ne rappresenta l’essenza.




L’Attenzione




“Attento come un gatto che punta un topo “ . Questa
immagine, spesso abusata, sintetizza in maniera esemplare, nell’immaginario
collettivo, l’archetipo della perfetta attenzione. Ma l’attenzione di cui
parliamo é di ordine diverso ed é peculiare dell’essere umano. Essa é nello
stesso tempo una delle capacità più elevate e meno sviluppate che possediamo:
l’attenzione cosciente. Vediamo, quindi, di chiarire la differenza sostanziale
che intercorre fra l’attenzione istintuale di un gatto affamato e l’attenzione
cosciente dell’essere umano. Il gatto non ha possibilità di scelta, l’istinto
della fame lo obbliga alla concentrazione totale di tutte le sue energie sul
cibo-topo. Tutti gli animali hanno queste risposte coatte e reattive sotto
l’impulso degli istinti fondamentali. Anche gli esseri umani sono soggetti a
questi stessi istinti che condizionano il comportamento é impongono una
attenzione intensa in determinate situazioni: pericoli di vita, forte
eccitazione sessuale ecc. . Questo tipo di attenzione non cosciente, non é il
risultato di una scelta, si produce automaticamente quando per un caso
fortuito, le condizioni interne (istinti, bisogni, desideri) e quelle esterne
coincidono.




La vera attenzione, al contrario, nasce dalla scelta
consapevole di orientare e focalizzare l’intento o volontà della mente nella
direzione scelta, indipendentemente da qualunque necessità o condizioni
esterne.




Questa capacità di astrazione, tipicamente umana, che
abbiamo chiamato attenzione cosciente opportunamente sviluppata é la condizione
indispensabile per una reale crescita interiore. Solo grazie ad essa possiamo
staccarci dalle situazioni contingenti e volgere all’interno il nostro sguardo
per attivare le enormi potenzialità interiori.




Un attenzione forte é frutto di un intento inflessibile .




Chi, dopo anni di pratica, non ha raggiunto dei risultati
apprezzabili lo deve, probabilmente, alla mancanza di attenzione e volontà,
senza di esse non si sviluppa la percezione della propria energia interna (Qi).
Molti sono i praticanti che, pur seguendo la disciplina con amore e diligenza,
non avendo sviluppato lo Yi nei molteplici aspetti appena esaminati, non fanno
progressi nella pratica, perché ingannati dalle loro stesse sensazioni non
riescono a decodificare i messaggi del corpo.




Allenare la mente




Yi può essere allenata come si allena un arto, cominciando
con piccoli esercizi di immaginazione creativa, fino ad arrivare alle
sofisticate tecniche, messe a punto da generazioni di maestri nel corso dei
secoli, quali l’imitazione degli animali e dei fenomeni naturali( il turbinare
del vento, la potenza devastatrice del lampo, il fuoco, l’acqua) che creano una
identificazione totale in grado di sviluppare straordinari poteri fisici e
mentali. Un semplice esercizio che può essere fatto é congiungere pollice
indice immaginandoli come un anello d’ acciaio, finché si riesce a tenere ferma
quest’immagine nella mente, diventerà molto difficile per chiunque separarli.
Altri esempi del potere eccezionale della mente sono gli atti compiuti sotto
ipnosi, in situazioni estreme di pericolo, o ancora la tremenda forza
dimostrata dalle persone colte da raptus isterici. Questo può succedere perché
ci sono determinati ’stati indotti’, in cui la mente in situazioni non
ordinarie quali malattie, stati allucinatori, pericoli, non più vincolata dai
normali parametri “razionali’, agisce senza senso di limite liberando fonti
inaspettate di energia. Questi ‘ stati indotti’ oltre che subiti, possono
essere creati sotto la guida del pensiero cosciente (Yi). Inizialmente si usa
la propria capacità immaginativa, poi, una vota appreso il meccanismo, tutto
avviene naturalmente senza sforzo cosciente.




Flavio Daniele




marcellotaichi@supereva.it




 




 




 




 




 




 




 




Il Potere della Mente




Tutte le arti marziali e in particolare il Taiji Quan, si
basano sullo sviluppo armonico di quello che i maestri chiamano il principio
dei “ Tre Poteri ” o delle “Tre armonie ”, e cioè: il potere della mente, il
potere dell’energia e il potere del corpo. Qui esamineremo la mente (lo
"Yi") come coscienza, consapevolezza, intuizione.




 




Il Potere della Mente




di Flavio Daniele




Tutte le arti marziali e in particolare il Taiji Quan, si
basano sullo sviluppo armonico di quello che i maestri chiamano il principio
dei “ Tre Poteri ” o delle “Tre armonie ”, e cioè: il potere della mente, il
potere dell’energia e il potere del corpo. Nel mio precedente articolo,
intitolato “Rapporto tra corpo, mente ed energia ”, abbiamo cominciato ad
esaminare il potere della mente (Yi ) inteso come idea, attenzione, intenzione
e volontà cosciente ( Yi Nian ), nel presente esamineremo lo Yi come coscienza,
consapevolezza, intuizione ( Yi Shi ). Ciò non rappresenta un inutile esercizio
intellettuale, ma è invece un passaggio obbligato, perché il Taiji è un arte
estremamente raffinata ed i suoi confini non sono limitati al campo marziale,
ma lo trascendono. Il significato che i maestri cinesi danno al termine Yi è
molto complesso e coinvolge in maniera interattiva la mente, nei suoi molteplici
aspetti; il corpo, con le sue potenzialità; e lo spirito.




Yi è l’alfa e l’omega, è il principio e la fine, è la luce
che illumina la mente.




Con Yi Shi il praticante incomincia un vero e proprio
processo di evoluzione interiore che lo coinvolge in maniera profonda .
Infatti, mentre Yi Nian, nei suoi vari aspetti di volontà, attenzione,
concentrazione, molto utili nella vita quotidiana, può essere priva di valenze
spirituali; Yi Shi al contrario, coinvolgendo aspetti metafisici dell’esistenza
umana, ne è ricca.




Così come le tre qualità di Yi Nian, che sono comuni a tutti
gli esseri umani, sono in base al loro livello di sviluppo quelle che fanno la
differenza tra un uomo di successo, in grado di orientare la sua vita vivendola
da protagonista e l’uomo velleitario e inconcludente che, invece, la subisce.
Alla stessa maniera lo sviluppo di Yi Shi (coscienza, consapevolezza,
intuizione), fa la differenza tra l’uomo di successo mondano, che non si pone
obiettivi di carattere spirituale ( un grande campione sportivo, un
imprenditore affermato o un famoso scienziato sono tutti esempi di personalità
che hanno sviluppato ad un buon livello volontà, attenzione e concentrazione )
e l’uomo che, invece, fa della trasformazione interiore e del miglioramento di
sé lo scopo della sua vita, espandendo la sua coscienza oltre i confini della
realtà fittizia dell’Io.




Coscienza




Quello che differenzia l’essere umano dagli altri esseri
viventi é la coscienza di sé, egli non solo sa e sente di esistere, ma é
conscio di ciò. Sostanzialmente si può parlare di due fondamentali stati di
coscienza: una di tipo biologico, bagaglio comune di tutti gli esseri umani; ed
una che possiamo chiamare metafisica. La prima, relata alla mente ordinaria,
nasce dai sensi e dall’attività di pensiero, il suo motto é il “cogito ergo
sum” di cartesiana memoria; la seconda, relata alla Mente Universale, é
metafisica e va oltre la comune attività di pensiero. La coscienza biologica o
ordinaria, legata all’Io, é dualistica: Io e inconscio, psiche e soma, soggetto
e oggetto, ragione ed istinto, cuore e cervello. La coscienza metafisica, al
contrario, frutto di una intensa fase introspettiva, scevra da ogni analisi
intellettuale, da ogni pensiero discorsivo e conclusioni logiche é senza ‘ Io
’. La coscienza metafisica si sviluppa attraverso la pratica della meditazione
e della pacificazione del pensiero cosciente, armonizzando i nostri pensieri
fino al punto di fermare il dialogo interiore ed operare il rovesciamento
dell’orientamento della nostra visione interiore dalla molteplicità all’unità,
dall’Io al non Io, dall’individualità all’universalità.




Le grandi tradizioni orientali, perfettamente consce di ciò,
hanno elaborato tecniche sofisticatissime per raggiungere lo scopo di bloccare
il “dialogo interiore” e rompere il “circolo vizioso” che mantiene in vita la
falsa “percezione” del mondo e sviluppare la vera consapevolezza., che si
manifesta quando la mente entra in uno stato di assoluto silenzio e non genera
più pensieri: - Si è consapevoli di “essere”, senza bisogno di pensare, per
esserne consapevoli - . Far tacere i pensieri, bloccare il dialogo interiore è
uno dei punti chiave per accedere ad una retta visione di noi stessi e della
realtà circostante.




Il silenzio interiore ed il vuoto mentale che ne consegue,
di cui parlano le tradizioni, sembrano per l’uomo ordinario un’opera titanica
difficilmente realizzabile che solo pochi individui particolarmente dotati
possono raggiungere. Infatti è così, sono veramente pochi coloro che riescono,
ma non tanto per una difficoltà intrinseca all’opera, ma piuttosto per un
approccio errato.




Così è, molto spesso, quando si approcciano le dimensioni
interiori, siamo noi stessi che con i nostri preconcetti mentali vanifichiamo i
nostri sforzi. L’ipotesi, che nel nostro caso rende impossibile la soluzione, è
che per sua “forma mentis” l’uomo occidentale è portato a pensare che tutto
passa attraverso un’attività di pensiero. Ma pensare di non pensare non produce
il “vuoto”, bensì un altro pensiero: si cerca di smettere di pensare pensando
allo smettere di pensare. E’ una situazione assurda e paradossale, che genera
solo frustrazione e dolore, senza apparente via d’uscita. Ma come spesso accade
la soluzione è più semplice del previsto, basta operare un cambiamento passando
a un livello logico superiore:




Il silenzio è semplicemente al di fuori della sfera di
attività del pensiero.




Il processo del pensiero è una delle attività umane più alte
e più nobili, ma per quanto grande è limitato, il problema è di comprendere
quindi che esso è solo una delle infinite forme di percezione e che restare
ancorati alla sua sfera di azione ci taglia fuori da tutte le altre realtà
dimensionali.




Vediamo quindi come praticamente possiamo procedere per
rendere possibile il raggiungimento di alcuni traguardi che ci permettono di
rendere più stabile e forte la nostra mente. Per farlo dobbiamo tracciare una
specie di percorso definendo in maniera chiara i passi fondamentali.




Il silenzio interiore e il vuoto mentale si generano l’uno
l’altro in un flusso circolare che si autoalimenta, però mentre il vuoto
mentale è silenzio interiore assoluto, in quanto vi é un’assenza totale di
pensieri, il raggiungimento dello stato di silenzio interiore non presuppone
automaticamente il vuoto mentale, né rappresenta solo la condizione
indispensabile ma non sufficiente . Per capire meglio dobbiamo chiarire la
differenza tra il “ semplice silenzio ” interiore, che consegue alla cessazione
del dialogo interno, e quello “ assoluto ” che consegue al blocco dell’attività
pensante della mente.




Il primo non presuppone un’assenza totale di pensieri, ma
solo la cessazione del loro fluire disordinato, caotico e rumoroso , il secondo
richiede non solo la realizzazione di determinate condizioni tecniche(
cessazione del dialogo, silenzio, blocco dell’attività pensante etc. ), ma
anche lo sviluppo di determinate caratteristiche di ordine spirituale, senza le
quali qualsiasi tecnica risulta completamente inutile. In una prima fase,
quindi, non si cerca di fare il vuoto mentale, ma solo di armonizzare
l’attività della mente spegnendo gradualmente il dialogo interno: si pensa non
in maniera discorsiva con parole, ma per immagini, un po’ come se sullo schermo
della mente si proiettasse un film senza sonoro. Nella mente c’è silenzio, ma
non assenza di pensieri: è come in una valle di alta montagna, ed i nostri
pensieri sono come uccelli che volteggiano silenziosi nell’aria.




Consapevolezza




La consapevolezza viene comunemente intesa come “essere
coscienti di …”, ma in realtà é qualcosa di più complesso che presuppone anche
un vero e proprio processo di conoscenza. Quindi: Consapevolezza come processo
dinamico di conoscenza che permette di prendere coscienza di…. . Una
conoscenza, ovviamente, che non scaturisce da un sapere esclusivamente mentale,
intellettuale e astratto; ma da un sapere di ordine diverso, diretto e
immediato che nasce dall’esperienza di tutto il corpo e la mente, un sapere che
é pratica attiva con tutto il proprio essere. Dopo questa definizione di
carattere generale, possiamo parlare per meglio precisare i contenuti di
diversi tipi di consapevolezza che, pur avendo identica funzionalità, sono però
differenti nel centro focale agendo a diversi livelli di sviluppo. Abbiamo così
la consapevolezza della forma corporea ( Xing ), dell’energia e della
mente-cuore ( Xin ). La suddivisione, data la loro naturale interdipendenza, é
solo formale non sostanziale, ogni problema inerente ad ognuna di esse ha
ripercussione sulle altre, come pure ogni cosciente miglioramento.




La consapevolezza corporea, che é il punto di partenza che
apre la strada alle altre due, possiamo definirla come’la conoscenza di se
stessi attraverso il corpo’.




Differenziazione ed Integrazione




Operativamente il praticante deve essere attento ad ogni
movimento e posizione del corpo, deve affinare sempre di più la sua capacità di
percezione delle variazioni toniche dei muscoli raffinando ulteriormente la
sensibilità cinestetica per sentire quali parti del corpo troppo tese devono
essere rilassate, e quali troppo deboli, invece, devono essere rinforzate, deve
rendere il suo corpo intelligente e vivo, deve essere in grado di differenziare
la parte destra dalla sinistra, l’alta dalla bassa, l’anteriore da quella
posteriore, il centro dalla periferia. Dalla differenziazione delle varie parti
strutturali deve essere in grado di passare all’integrazione, armonizzando la
destra con la sinistra, l’alta con la bassa….. e così di seguito in processo di
apprendimento sempre più sottile e raffinato in grado di ristabilire l’equilibrio
dinamico di tutta la struttura corporea in maniera efficace ed economica.




Senza sviluppo cosciente della consapevolezza corporea non
c’é progresso nella pratica perché non creandosi la fusione armonica tra Yi (
pensiero cosciente), Xing ( forma corporea) e Qi (energia interna) manca il
giusto modo di agire.




Infine, la consapevolezza della mente-cuore (Xin ), é la
presa di coscienza dei propri processi mentali e delle proprie emozioni; é una
attenzione continua ai propri stati interiori, che sviluppa la capacità
introspettiva della mente di osservare se stessa, la sua esperienza e le sue
emozioni.




Intuizione




“Il Pensiero di una Mente Pura é Pura Intuizione”




Quando la mente é libera dai pensieri che la distraggono, i
sensi funzionano in maniera chiara e finalizzata. Quando la mente é chiara e
trasparente come le limpide acque di un lago di montagna, allora riflette tutto
quello che le sta attorno. Questa capacità di una mente pacificata di entrare
in risonanza con l’ambiente circostante cogliendone le sottili sfumature
costituisce la base per lo sviluppo di un’altra caratteristica fondamentale:
l’intuizione. L’intuizione appartiene al regno dello spirito é come questo non
può essere allenata direttamente, é un frutto che sorge spontaneamente quando tutte
le condizioni coincidono. Come un contadino non lavora direttamente sul frutto,
ma sul terreno e sulla pianta, così per sviluppare l’intuizione bisogna
lavorare sul rilassamento e sulla pace interiore. Il contadino sa per
esperienza che per ottenere dei buoni frutti non deve forzare la natura, ma
deve seguirla e aiutarla nel suo compito. Non può tirare il grano per farlo
crescere più in fretta, ma deve avere una infinita pazienza per farlo giungere
a maturazione. Sa che non é lui a far maturare i frutti, ma é perfettamente
conscio degli sforzi quotidiani che deve compiere affinché la natura svolga la
meglio la sua azione. Analogamente si deve comportare il praticante. Ogni
tensione fisica o emotiva allontana l’obiettivo; andare oltre per eccesso di
tensione é lo stesso che rimanere indietro, in ambedue i casi non lo si coglie.
Bisogna liberarsi di ogni tensione e portare l’attenzione sui giusti mezzi e
sul giusto modo di fare; solo allora si svilupperà quella tranquillità che
assicura l’efficacia dello sforzo, un bel giorno l’obiettivo sarà raggiunto in
modo del tutto spontaneo. Sarà come cogliere un frutto maturo, un premio
naturale prodotto dall’unione armonica delle cinque qualità della mente (
Volontà, Attenzione, Concentrazione, Coscienza, Consapevolezza ), che sono,
metaforicamente, come le dita di una mano che agendo assieme staccano il frutto
maturo dall’albero.




Dalla volontà si sviluppa l’attenzione, e quando si é “
volontariamente attenti “ si sviluppa la concentrazione. Quando si è in grado
di “ concentrarsi volontariamente “ senza interruzioni per il tempo che si
desidera, allora si sviluppa una introspezione così costante da fare emergere
uno stato di coscienza più profondo, che produce una nuova dimensione di
esperienza personale in perfetta armonia con la nostra fonte più vera. Quando
questo avviene la mente si apre ad una conoscenza d’ordine superiore che
sviluppa la vera consapevolezza. La fusione armonica di queste cinque qualità
della mente aprono le porte della pura intuizione e lo Yi evolve nello Shen.




“Il Pensiero di una Mente Pura é Pura Intuizione”




“La Pura Intuizione é Pura Percezione”




“La Pura Percezione é Pura Sensibilità”




Sviluppare la sensibilità richiede un particolare lavoro sia
sul corpo che sulla mente, come una sensibilissima bilancia dobbiamo essere in
grado di percepire le differenze e le variazioni toniche dei nostri muscoli e
dei nostri stati emotivi, senza questa abilità non c’é apprendimento, ne
evoluzione nella capacità di apprendere. Rigidità ed eccessivo uso della forza
tolgono sensibilità , al contrario la sensibilità e la leggerezza affinano la
percezione così che anche una piuma che sfiora il corpo può essere avvertita.
Tutto il corpo e in particolare braccia e gambe debbono diventare come degli
acuti sensori che tengono sotto controllo l’ambiente circostante e
l’avversario, avvertendone ogni minima variazione così da adeguare
perfettamente ogni azione alla sua. Se non si sviluppa la sensibilità allora
bisogna imparare ad essere veloci per essere in grado di parare o schivare un
eventuale attacco, se invece si ha la perfetta percezione dei suoi movimenti lo
si può precedere anche con un movimento relativamente lento. Molto spesso le
tecniche più spettacolari nascondono, nella rapidità del gesto, una scarsa
percezione. I veri maestri non sono mai spettacolari, la loro azione é sempre
perfettamente calibrata, poco o niente traspare all’esterno, fuori sembra lento,
dentro é veloce come il fulmine.




“Chi é lento nello spirito deve essere veloce con il corpo”




Notizie sull’autore:




Flavio Daniele, laureato in ingegneria, vive a Bologna dove
insegna arti marziali interne (Taiji stile Chen e Yang, Xing-Yi), Qi Gong e Shaolin
kung-fu. Dirige la Scuola Italiana di Arti Marziali Interne NEI DAN per la
formazione di istruttori - Tel. 051 - 239578. Ha cominciato la pratica alla
fine degli anni sessanta con il Karate Shotokan ( 3° dan J.K.A.) e con lo Yoga.
E’ autore del libro “Le Tre Vie del Tao” - Meb Ediz. e di un video sul Taiji di
stile Yang (distribuito in libreria ) edito dalla Red.




Chi fosse interessato ad approfondire le arti marziali
interne può contattarlo allo 051 239578 oppure 0347 8701436




marcellotaichi@supereva.it




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IL POTERE SEGRETO DEL CORPO NELLE ARTI MARZIALI




Prefazione a " Il Potere Segreto del Corpo nelle Arti
Marziali", del M° Flavio Daniele, realizzata dal Prof. Di Stefano della
Facoltà di Scienze Motorie dell'Università di Bologna.




 




Il Nei Gong (lavoro interno) è uno dei pilastri fondamentali
della pratica dell’ arti marziali. Questo tipo di lavoro sulla struttura
interna e profonda del corpo comincia con lo sviluppo della forza elastica
esplosiva per mezzo degli esercizi chiamati, con un termine moderno, POWER
STRETCHING. Questa pratica, che significa mobilizzazione in movimento, prende
origini dal QI GONG cinese, ma gli effetti maggiormente significativi si hanno
con il lavoro di Bodhidharma (Da Mo in cinese) (Yi Jin Jing: Trattato di
ammorbidimento dei muscoli e stiramento dei tendini). A differenza dello
Stretching tradizionale, il POWER STRETCHING (P.S.) le cui finalità sono:
Marzialità e Longevità, esalta l’energia interna nel sistema di realizzazione
corporea e, superando i paradossi della teoria quantistica del movimento dello
Stretching Tradizionale, ci proietta nel profondo fascino della filosofia
CORPO-MENTE delle Arti Marziali.




Le differenze fra i due tipi di stretching sono diverse,
vediamone alcune:




- Lo stretching tradizionale basato sui principi quantistici
tende ad allungare ma non a perfezionare.




- Il Power Stretching fa entrambe le cose; allunga, non solo
il singolo muscolo, ma anche gli altri che tendono ad accorciarsi come se ci
fosse una resistenza interna da vincere. Ad esempio: il muscolo quadricipite
femorale maggiormente utilizzato da un calciatore, per migliorare le sue
capacità contrattili estensorie, secondo la metodica dello stretching
tradizionale, viene sottoposto ad esercizi e carichi di lavoro specifici, tutto
è finalizzato al gesto e termina con questo; il P.S va oltre a questi limiti,
il muscolo continua ad allungarsi.




Scientificamente il P.S ha compiti assai diversi da quelli
tradizionali basato su principi quantistici, ci permette di muoverci meglio
nello spazio; il nostro corpo carico di forze di tipo elettromagnetiche
attrattive e repulsive agisce in tutt’uno con la mente. E ancora:




a) con lo stretching tradizionale, i movimenti sono lineari,
unilaterali, limitati e insufficienti perché si lavora con angoli aperti; gli
effetti dell’esercizio passivo e monotematico si hanno dopo dieci giorni, l’incremento
della potenzialità è del 50% e non si mantiene nel tempo;




b) con P.S i movimenti sono contemporaneamente angolari e
lineari ed antigravitari, stesso dicasi per la velocità e il vettore di
velocità, lo stato di forma si raggiunge in tempi più brevi, cinque giorni, si
mantiene soprattutto nel tempo, l’incremento delle potenze è del 100%, è
particolarmente dinamico, attivo, plurimodale e pluridifferenziali; in partenza
segue due direzioni ed arriva successivamente a sei. Le contrazioni muscolari sono
eccentriche con incremento del lavoro muscolare, non si lavora sul muscolo ma è
questo che lavora; la forza si sviluppa in espansione centrale e si propaga
nelle altre sei direzioni.




L’atleta inoltre diventa più potente ed esplosivo, riesce a
sviluppare tutte le qualità contrattili e senso-cinestetiche che, sommate alle
vibrazioni muscolari e alle variazioni toniche si trasformano in unica forza.
Aumenta la sua forza di spinta dovuta alla maggiore stabilità del tronco, al
corretto appoggio al suolo e all’equilibrata distribuzione delle forze;
garantisce un minor dispendio d’energie e un miglior successo.




Altri aspetti dei due tipi di stretching sono:




- Power Stretching: lavora per forze contrapposte in
trazione e in direzione Terra-Cielo, il gesto è finalizzato, il muscolo lavora
in allungamento profondo (propriocettività), s’inibiscono le contrazioni
massimali e si sollecita (eccita) l’allungamento che è globale; i tempi di
tensione sono ridotti, la respirazione è fisiologica. Il lavoro è di tre tipi:




1) statico, durante il quale si va alla ricerca della
figura, dell’equilibramento e mantenimento armonico degli schemi mente-corpo;




2) dinamico, il movimento è globale, intelligente e sempre
attivo;




3) a spirale, si verifica con un’azione di risucchio della potenza
massimale e della forza esplosiva naturale, supera la resistenza esterna e la
guida.




- Stretching tradizionale: il lavoro, anche se statico e
dinamico, è unidirezionale, la finalizzazione è incompleta, l’allungamento è
segmentario, i tempi d’estensione lunghi, la respirazione è forzata, c’è
longevità ma la marzialità è scarsa.




Il power stretching applicato alle arti marziali aumenta le
percentuali d’utilizzo d’energia interna, innalza il livello psicofisico,
migliora l’efficienza fisica e funzionale, aiuta a rimetterci in forma.
L’intero organismo corpo-mente, soprattutto la muscolatura, si arricchisce
d’energia, contemporaneamente si affinano le capacità senso-percettive e
neuromotorie, compresi l’equilibrio, la postura, la coordinazione.




Inoltre aumenta lo stato di veglia, il tempismo
percettivo-esecutivo, si sviluppano meglio le qualità psico-intellettive,
attiva le cinque posizioni celebrali; s’incrementano: forza, potenza,
resistenza ed elasticità.




Gli schemi mentali di movimento si programmano e
riprogrammano con costante alternanza, aumenta l’armonia, la fluidità e la
morbidezza di movimento; inoltre si raggiunge un giusto posizionamento,
orientamento, proiezione e penetrazione del corpo nello spazio e nel tempo.




Anche il corretto posizionamento degli appoggi a terra viene
migliorato per questo le spinte a partenza delle radici profonde sono
convogliate e dirette verso la gravità/bersaglio.




Power Stretching significa espansione nello spazio/vuoto
dell’energia esplosiva che abbiamo dentro.




Possiamo paragonare questo fenomeno alle onde che spinte dal
vento, sovrapponendosi l’una all’altra, acquistano sempre più forza, velocità
e, pur con la loro morbidezza e fluidità, con il loro impeto investono e
distruggono ogni ostacolo.




Il continuo riprodursi d’energia, con il suo costante
flusso, tramite una molteplicità di configurazioni/modelli perfettamente
integrate fra di loro ci fanno prendere coscienza del nostro “Io” corporeo,
affina la capacità senso-percettive e favorisce l’acquisizione di una perfetta
intelligenza muscolare.




Il power stretching con la sua scientificità d’arte e
scienza è una forma d’allenamento naturale che:




a) ci rende più forti, veloci, flessibili, permette lo
sviluppo e l’incremento dei processi di tutte le potenzialità energetiche-cerebrali,
mentali e corporee;




b) allena tutte le strutture nervose, muscolari e funzionali
in maniera globale ed intelligente;




c) aiuta ad automatizzare, perfezionare e padroneggiare la
forza esplosiva integrata nelle tecniche della gestualità sportiva in generale
e in modo specifico delle arti marziali,




d) interessa i tre livelli neurologici funzionali: spinale,
tronco encefalico, corticale.




Il lavoro isometrico e isotonico di tipo propriocettivo a
partenza cerebrale coinvolge l’intero sistema neuromotorio capso-legamentoso,
articolare-scheletrico e muscolare; i ritmi di lavoro sono intensi e allo
stesso tempo lenti e fluidi, i muscoli lavorano alla loro massima lunghezza.




La muscolatura maggiormente sottoposta a sollecitazione è la
profonda che guadagna in resistenza, potenza, flessibilità, stabilità, mentre i
muscoli superficiali acquistano maggior forza elastica e grande velocità.
Inoltre si favorisce una maggiore irrorazione energetica muscolo-scheletrica;
la muscolatura agonista e antagonista lavora per forze contrapposte accrescendo
i massimali di forza esplosiva veloce e resistente, allo stesso tempo il
sistema neuromotorio e corporeo acquista maggiore sensibilità alle continue
modificazioni dei recettori centrali e periferici, migliorando le capacità
adattive d’adattamento, di vigilanza e controllo.




Il lavoro per forze contrapposte attiva i meccanismi
bioenergetici-funzionali della muscolatura antagonista che, interconnessa con
la muscolatura agonista, utilizza l’intero loro potenziale, coinvolge il maggior
numero di fibre, compresi tendini e legamenti, massimizzando la forza elastica,
la resistenza e guadagnando in rapidità.




I segnali di stimolo cerebrali funzionando come feedback,
sono percepiti ed arricchiti da sempre nuove percezioni in uscita e in entrata
sicché il corpo, in funzione dello spazio e viceversa, è mentalmente meglio
percepito e rappresentato perché si amplificano le mappe cerebrali del
movimento, strutturando un’immagine corporeo-motoria o immagine di movimento
sempre più perfetta e completa. In ogni situazione si può così percepire
qualsiasi variazione interna-esterna e anticipare, fronteggiare e rispondere
contro il bersaglio tempestivamente, in tempi infinitesimali brevi, con tutta
l’energia-forza che c’è dentro.




L’alternanza degli automatismi di tensione elastica:
stiramento-contrazione-riposo, anche se non interessa i tendini, riduce i
rischi di traumi perché le fibre muscolari sono messe in condizioni di
continuare a lavorare in forma naturale. Il coinvolgimento di numerose interconnessioni
sinaptiche, attraverso le afferenzazioni, permette di evocare e fare affluire
in un’unica direzione i numerosi potenziali bio-elettrici funzionali
propriocettivi a partenza sensoriale periferica, migliorando la stabilità e la
dinamicità corporea ed aumentando il livello di reattività percettivo-motoria.




Lo stiramento attivo al di là dell’incremento, come abbiamo
più volte detto, della potenza, della forza elastica e della forza resistente,
aumenta le capacità contrattili dei muscoli che insieme alla respirazione
permette di fare esplodere in maniera travolgente tutta l’energia accumulata.




Altro importante aspetto del P.S. è il fatto che allena
anche il sistema nervoso neurovegetativo e aiuta a mantenere in perfetta
armonia ed equilibrio l’energia mentale e l’energia metabolica.




Campi di applicazione del Power Stretching




Il power stretching anche se è consigliabile iniziarlo dopo
il sedicesimo anno d’età, secondo le mie esperienze può essere e praticato, con
i dovuti accorgimenti metodologici, fin dall’età scolare. Per i suoi effetti
può essere applicato in campo sportivo, terapeutico-riabilitativo e in tutti i
settori della motricità e del benessere psicofisico e della salute in generale.




Ho iniziato ad applicare a livello sperimentale la metodica allenante
con il power stretching con alcuni studenti ISEF e della facoltà di Scienze
Motorie. Successivamente l’ ho applicata prima su quattordici studenti di età
compresa fra i 15 e i 17 anni praticanti sport individuali e sport di squadra,
poi su quindici ragazzi di età 10-12 anni, infine su dodici persone della terza
età e quindici disabili con varie tipologie di handicap: fisici-motori,
psichici, e su alcuni disabili con problemi relazionali.




Tutti hanno ottenuto delle performance superiori alle aspettative,
in particolare modo i disabili fisici, gli psichici e gli anziani.




Tutto il lavoro di power stretching, progettato sui principi
delle arti marziali adattate, ha funzionato come meccanismo di compensazione,
favorendo le sinergie muscolari, equilibrando e attenuando le tensioni,
stabilizzando tutto il sistema neuro-motorio, migliorando le prestazioni.




Nei disabili e nella terza età ha contribuito a consolidare
le abilità percettive e di orientamento, migliorando il controllo e l’autonomia
funzionale. I risultati raggiunti dai partecipanti sono stati eccellenti, hanno
superato ogni aspettativa, e questo ci autorizza a sottolineare che i valori
terapeutici e di recupero del power stretching sono significativi e reali. Il
power stretching agisce a tutti i livelli dell’universo uomo, non ha e non pone
limiti, migliora le qualità della vita, riduce i disagi, favorisce lo sviluppo
dei processi mentali, aumenta le prestazioni e il rendimento (sportivo,
scolastico, lavorativo), fa invecchiare meglio, aiuta a ripristinare alcune
abilità, allontana le ansie, rafforza l’autostima, facilita i rapporti sociali,
ed assicura il successo.




Carmelo Di Stefano




Docente di Teoria Tecnica e Didattica dell’Attività




Motoria e Sportiva Adattata presso la Facoltà di Scienze Motorie




Università di Bologna




“IL POTERE SEGRETO DEL CORPO NELLE ARTI MARZIALI”




di Flavio Daniele e’ edito dalla LUNI




marcellotaichi@supereva.it




 




 




LE GINNASTICHE TERAPEUTICHE ORIENTALI




LE GINNASTICHE TERAPEUTICHE ORIENTALI: IL TAICHI CHUAN E IL
QI GONG IL TAICHI E IL QI GONG SONO SISTEMI DI TECNICHE NATE DALL’INCONTRO TRA
LE ARTI MARZIALI E LA MEDICINA TRADIZIONALE. OGGI LA LORO MAGGIORE APPLICAZIONE
LA TROVIAMO IN CAMPO TERAPEUTICO E SALUTISTICO




 




IL TAICHI E IL QI GONG SONO SISTEMI DI TECNICHE NATE DALL’INCONTRO
TRA LE ARTI MARZIALI E LA MEDICINA TRADIZIONALE.




OGGI LA LORO MAGGIORE APPLICAZIONE LA TROVIAMO IN CAMPO
TERAPEUTICO E SALUTISTICO




Benefici




Il TaiChi può essere praticato a tutte le età e per tutta la
vita. Attreverso la pratica di questa disciplina si raggiunge il rilassamento
mentale e si favorisce la concentrazione. Altri benefici consistono
nell’eliminazione dello stress, miglioramento della mobilità articolare (i
tendini si allungano e si distendono), aumento della profondità della respirazione
con una conseguente ossigenazione del corpo in maniera ottimale, prevenzione di
molte malattie aumentando la resistenza e la forza del corpo, prevenzione
dell’osteoporosi, aiuto ad alleviare i dolori causati da problemi alla schiena
e alle spalle. Inoltre è un forte aiuto psicologico per persone fortemente
introverse producendo una graduale apertura ed estroversione verso il mondo
circostante e gli altri.




Per la medicina cinese, le malattie si sviluppano a causa di
blocchi nei tragitti di circolazione dei meridiani. Come l’agopuntura, il
TaiChi, con i suoi movimenti morbidi e armoniosi, contribuisce a rendere più
flessibili le articolazioni, eliminando blocchi cronici e a rendendo più
scorrevole e libero il flusso energetico. Insieme ad una dieta, ai massaggi e
all’agopuntura, il TaiChi e il Qi gong integrano l’insieme di tecniche offerte
oggi dalla medicina cinese per salvaguardare il benessere psicofisico.




Negli ultimi tempi la cultura Orientale ha cercato di
migliorare i risultati ottenuti combinando queste antiche tradizioni con la
medicina classica Occidentale; allo stesso tempo, in Occidente, i centri
olistici e di benessere e salute hanno incorporato tecniche della medicina
cinese tradizionale, tra cui il TaiChi e il Qi gong, per offrire alle persone
soluzioni efficaci nella guarigione o nel miglioramento delle patologie.




In parole semplici, il TaiChi è costituito da una ginnastica
profonda, sana e terapeutica che conserva la salute e favorisce notevolmente
l’assetto psicofisico di ognuno.




Per ottenere questi benefici bisogna applicare bene quello
che insegnano i maestri: “avere disciplina, perseveranza e pazienza”, cioè
praticare questa disciplina con costanza.




Gli effetti benefici di queste tecniche sui diversi sistemi
e parti del corpo possono essere schematizzati in questo modo:




Sistema nervoso




“Concentrare al massimo l’attenzione per un conseguente
benessere del sistema nervoso”




E’ noto che il sistema nervoso dirige e controlla i vari
organi del corpo. Per mezzo di reazioni condizionate e spontanee, l’uomo si
adatta a qualsiasi situazione, nonché al cambio di ambiente.




Per praticare le tecniche del TaiChi e del Qi gong è
necessario aumentare la capacità di concentrazione e non utilizzare la forza
fisica per ottenere un buon allenamento, e perciò un buon funzionamento delle
cellule del sistema nervoso. Il lavoro rilassato e il risveglio dell’attenzione
del sistema nervoso fa si che il cervello abbia una buona influenza e un ottimo
controllo sul resto dell’organismo.




Per questo motivo, con il TaiChi e il Qi gong si avrà una
sensazione di pienezza interiore e di benessere in tutto il corpo che produrrà,
insieme alla non sottovalutabile attività fisica, un miglioramento della
circolazione sanguigna e una maggior facilità nell’impostare una corretta respirazione




Sistema cardiovascolare




“L’aria come sinonimo di benessere”




La pratica di queste Arti dimostra che l’introduzione e
l’espulsione di una maggior quantità di aria, e quindi di ossigeno, in ogni
ciclo respiratorio favorisce il cambio di pressione all’interno del torace; in
tal modo la circolazione coronaria è più libera ed efficace; risulta aumentata
la capacità e l’elasticità dei capillari e si rinforza il processo di
ossigenazione e riduzione di anidride carbonica nel corpo.




Cosi’ migliora la nutrizione e il funzionamento del muscolo
cardiaco prevenendo l’arteriosclerosi e le diverse malattie cardiache e
cardiovascolari.




Il sistema respiratorio




“La respirazione è la nostra fonte di vita e vitalità”




Il possesso di una buona tecnica respiratoria non ha come
unico obbiettivo il controllo e il dominio del ritmo e della frequenza del
respiro, ma anche il conseguimento di un grande carico energetico per
l’organismo. La tecnica del Tai Chi esige una respirazione dolce, lenta ma
molto profonda, con l’attenzione concentrata sul fatto che l’aria arrivi alla
parte più bassa dei polmoni.




Le contrazioni i il rilassamento del diaframma e dei muscoli
addominali, oltre ad esercitare un vero e proprio massaggio sugli organi
interni contenuti nell’addome, assicurano una circolazione ottimale favorendo i
processi di digestione e una corretta attività intestinale.




Tornando alla parte respiratoria, l’utilizzo dei polmoni in
maniera completa e totale è il modo migliore per mantenerli sani e forti,
evitando che si verifichino affezioni premature.




L’aumento della capacità respiratoria, ossia la quantità di
aria introdotta nell’organismo, migliora la funzionalità polmonare
nell’ossigenazione del sangue e di conseguenza nell’ossigenazione dei tessuti e
degli organi, che da un lato porta ad un rinforzamento degli stessi, e
dall’altro porta alla diminuzione dell’affaticamento e il miglioramento della
fisiologia organica. Quando si eseguono gli esercizi fisici, si esercita un
importante drenaggio delle vie respiratorie che ha effetti estremamente
positivi nei soggetti affetti da stato di insufficienza respiratoria cronica,
bronchiti croniche, catarro e allergie nasali.




Il Metabolismo




“Miglioriamo la nostra vecchiaia”




Molte malattie che si sviluppano in età avanzata sono legate
alla riduzione di attività e rallentamento del metabolismo.




Per esempio l’arteriosclerosi è causata da una difficoltà
nel processo di ossidazione cellulare e dall’aumento di lipidi e colesterolo
non smaltiti dall’organismo.




L’esercizio del TaiChi e del Qi gong contribuisce al
miglioramento del metabolismo.




L’energia




L’energia che fluisce all’interno del nostro corpo e ci
mantiene vivi, ha origine da ciò che gli orientali chiamano Tan Tian, un punto
situato a circa 3 cm. sotto l’ombelico. Questo è il punto in cui si trova il
centro vitale che permette di realizzare qualsiasi movimento senza l’impiego di
una forza fisica eccessiva e senza provocare alcun tipo di tensione
contribuendo col tempo a far si che ogni gesto e azione quotidiani vengano
realizzati in modo estremamente naturale, e facendo anche sì che non si
sviluppino forme di dolore dovute ad una postura sbagliata o ad un brusco
movimento delle articolazioni.




Nel TaiChi si apprendono movimenti estremamente dolci,
calibrati e lenti che, uniti ad un forte flusso di energia, portano ad un
equilibrio totale del corpo.




Questa tecnica Orientale è un’arma ideale per recuperare la
salute, un metodo di “agopuntura naturale” e un’arte marziale di difesa
non-competitiva. In definitiva un complesso sentimento di totalità.




Per imparare ad utilizzare l’energia, non è necessario
utilizzare la forza. E’ invece importante ripetere ogni singolo movimento fino
a farlo proprio.




L’attenzione concentrata sul Chi (l’energia), è una
caratteristica che identifica il TaiChi e il Qi gong, e che li differenzia da
altri tipi di esercizi.




TaiChi: come strumento di prevenzione e cura.




Il TaiChi e il Qi gong hanno una grande importanza anche per
quanto riguarda la prevenzione e la cura delle malattie. Grazie
all’eliminazione dello stress, permettono di controllare tutte le patologie da
esso causate.




Questo dimostra l’importanza del Tai Chi, che a differenza
delle altre ginnastiche …




Riunifica tutta l’energia che abitualmente viene dispersa o
mal gestita




Il primo effetto è una sensazione di benessere in tutto il
corpo, i muscoli lavorano senza alcuna forma di irrigidimento, producendo una
vera decontrazione muscolare che permette la scomparsa della tensione nervosa,
favorendo il funzionamento ottimale degli organi e delle ghiandole




Aumenta e procura una respirazione profonda e addominale che
costituisce il funzionamento di una buona funzionalità organica




La rotazione continuata e ripetuta del bacino e della
schiena, produce una notevole elasticità dei muscoli addominali e un massaggio
benefico e curativo alla zona gastrica, basso intestinale, ecc.; tale massaggio
apporta un miglioramento dei processi nutritivi prevenendo la comparsa di
ulcere.




Tonifica il cuore e regolarizza il suo ritmo, migliorando la
circolazione del sangue, la pressione arteriosa alta, malattie cardiache,
tubercolosi polmonare, reumatismi articolari, anemia, obesità e altre
affezioni, specialmente croniche.




E’ molto indicato per prevenire e allontanare sia i dolori
lombari che qualsiasi altra patologia della colonna vertebrale, la quale si
rinforza e diventa più flessibile con la pratica costante e attenta di queste
tecniche.




Stimola l’autostima e la sicurezza di sè




Dona un carattere stabile ai praticanti, dando una serena
energia grazie alla quale i problemi quotidiani vengono affrontati con una
totale lucidità e rilassatezza.




Gli innumerevoli benefici derivanti dalla pratica di queste
discipline le rendono particolarmente interessanti per tutti coloro che si
occupano di salute, attivita’ motorie e discipline psicofisiche. Le
caratteristiche di ginnastica dolce le rendono praticabili a tutte le eta’ e
tutti ne possono trarre vantaggio.




marcellotaichi@supereva.it




 




 




Arti Marziali e Psicologia




“La Psicologia del Confronto” Intervento del Dott. Stefano
Greco Ai Martial Arts Days Presso il Tempio Shaolin di Roma 8 e 9 giugno 2008




 




“Il guerriero che non conosce la dolcezza, si rende
vulnerabile al nemico”




Antico detto dei Samurai




L’Arte marziale come punto di incontro di molti punti di
vista…




 Tecniche di
combattimento




 Confronto con se
stessi e con l’avversario




 Una filosofia di vita




 Un modo per governare
in modo intelligente le proprie emozioni




 Un “mettersi al
servizio degli altri”




 Un modo per
rafforzare l’autostima




 Una “via” di crescita
personale




Una definizione di




Psicologia del Confronto




 La psicologia del
confronto è un settore della psicologia che analizza le diverse modalità con
cui gli individui reagiscono nelle occasioni di confronto, sia esso fisico, sia
psichico”




Rosa Maria Distefano




“Psiche marziale” (Ed. Mediterranee)




Il vero tatami è




il nostro rapporto con la vita




 La flessibilità
necessaria a gestire gli eventi della vita equivale alla capacità del Maestro
di Arti marziali nel saper convogliare tutta l’energia sviluppata dal sistema
nella giusta direzione, cedendo od opponendosi nell’istante giusto.




La flessibilità




 La disponibilità e la
capacità di modificare i propri schemi comportamentali e l’approccio ai
problemi a fronte di mutate condizioni ambientali e/o personali




 Dubbi, problemi,
sfide, difficoltà non sono altro che “situazioni che ci mettono alla prova” e
che richiedono adeguate strategie di affrontamento




Non solo tecniche




 Saper ri-conoscere le
proprie modalità di risposta in situazioni di stress




 Conoscere i propri
punti di forza e di debolezza




 Sviluppare
consapevolezza sulle dimensioni psicologiche ed emotive che entrano in gioco
durante le gare




Criticità psicologiche




a livello individuale




 La soglia di
tolleranza della fatica




 Lo stress da
eccitazione (ad es. la presenza del pubblico durante una gara)




 Ansie caratteriali,
frustrazioni, Io debole/superficiale




 La paura di essere
rifiutati, non accettati




 La paura di perdere –
ansia da prestazione legata al timore dell’avversario – o di non farcela




 La paura di vincere –
“nikefobia” – nella duplice caratterizzazione:




1) Depressione da successo




2) Inibizione al successo




Approfondimenti




 Nel caso della
depressione da successo l’atleta, subito dopo aver conquistato un titolo
importante, ha un crollo nella forma e nell’umore che gli impediscono di
continuare a competere ad alti livelli. In questi casi per l’atleta l’agonismo,
che in un primo momento era servito ad incrementare l’autostima, diviene fonte
di ansia per le maggiori responsabilità che il successo comporta. Per l’atleta
che grazie al successo ha gonfiato l’immagine di se stesso, senza avere una
base psicofisica ben strutturata, sarà più difficile accettare le inevitabili
defaillance dell’allenamento e delle gare che verranno; defaillance che sono
vissute come e vere e proprie ferite narcisistiche, soggettive e personali”
(Rosa Maria Distefano)




 Nel caso
dell’inibizione al successo l’atleta consegue ottimi risultati in allenamento,
ma in gara è invaso dall’emozione e dall’ansia, condizione che gli impedisce di
esprimere al meglio le proprie potenzialità. Tale stato è legato ad una
struttura nevrotica della personalità e, quindi, ad insoluti problemi affettivi
datati dall’infanzia ed evocati dalla situazione sportiva. Tra questi problemi,
uno dei più importanti deriva dai sensi di colpa dovuti ad una inibizione
dell’aggressività da parte del contesto familiare durante l’infanzia; dal
momento che la pratica marziale, ed in particolare quella agonistica, richiede
aggressività, le esperienze infantili possono facilmente essere evocate e
l’atleta potrà vivere il successo come un atteggiamento contro i valori
familiari. E’ naturale che, in un simile contesto, la vittoria può
rappresentare la prova di una aggressività non più controllata. I sensi di
colpa e gli stati d’ansia diventano così delle difese contro un pericolo ancora
maggiore: il successo




(Rosa Maria Distefano)




Criticità a livello di squadra




 Invidie e gelosie




 Competizione interna
non finalizzata




 Incomprensioni con il
Maestro




 Tensioni con la
palestra/organizzazione per motivi economici e/o organizzativi




I due aspetti fondamentali della marzialità psicologica




 IO COMPATTO, PROFONDO
E CENTRATO IN SE’




(non su di sé)




 INTEGRAZIONE DEI DIVERSI
ASPETTI DELLA PERSONALITA’




(superamento definitivo di traumi, ferite, ricordi penosi,
vissuti spiacevoli e raggiungimento di uno stato di sicurezza e padronanza
personale)




La mente è il corpo e




il corpo è la mente




 Superamento della
semplicistica distinzione mente – corpo




 L’essere vivente come
unità integrata e coordinata dall’io cosciente




 Esiste
un’intelligenza del corpo ed una corporeità della mente




(i pensieri non sono entità astratte o esterne ma fanno
parte del nostro essere, così come le emozioni non sono solo ormoni
fisiologici: è tutto interconnesso)




Il contributo della Psicologia




alle Arti marziali




 Ascolto e supporti
mirati per dissolvere ansie, paure e limiti autoimposti




 Lavoro mirato per il
rafforzamento dell’autostima, della sicurezza di se’ e della padronanza emotiva




 Accompagnamento verso
il raggiungimento degli obiettivi




Alcuni esempi di tecniche psicologiche




 Ancoraggi positivi –
associazioni mentali di aiuto per l’atleta




 Dialogo interno
costruttivo e di autoincitamento




 Isolamento
acustico-sensoriale dall’ambiente e massima concentrazione verso il confronto




Un soldato dovrebbe seguire internamente la via




della carità ed esternamente quella




del coraggio; quindi il monaco impari dal soldato il
coraggio e




il soldato impari dal monaco la carità”.




Il codice etico dei praticanti




delle Arti marziali e degli Sport da Combattimento




 Con il termine
“bushido” che vuol dire “via del guerriero” (bushi= guerriero do= via), si
intende un codice comportamentale che i samurai di dettero per disciplinare la
loro casta.




 Questo codice venne
messo per inscritto da Tsuramoto Tashiro che raccolse le regole del
monaco-samurai Yamamoto Tsunemoto (1659-1719) nel famoso testo Hagakure che
significa “All’ombra delle foglie”.




 Nel bushido si
trovavano elementi zen e scintoisti.




 La formazione del
samurai ideale fu il risultato di varie componenti, religiose, filosofiche,
sociali, che interagirono determinandone le regole da seguire. Sarà proprio il
buddismo zen a rendere lo spirito del samurai forte come la sua spada. Il
samurai doveva dimostrare impassibilità e autocontrollo in tutte le circostante
e per questo si allenava per anni. Grazie allo zen il samurai imparava ad avere
padronanza assoluta di se stesso in qualsiasi situazione; lo zen insegnava
molte altre cose al samurai, come la magnanimità verso i deboli, i vinti,
scrivere poesie o semplicemente ritirarsi a bere del tè (cha).




 Il samurai doveva
possedere: senso del dovere (Giri), risolutezza (Shiki), generosità (Ansha),
fermezza d’animo (Fudo), magnanimità (Doryo) e umanità (Ninyo).




La figura del Santo-Guerriero




 L’atteggiamento del
praticante di Arti marziali riflette sia quello dell’asceta – yogi in meditazione
appartato – sia quello del “mondano”, vale a dire una persona che vive
attivamente nel mondo, immerso nello spirito del suo tempo




Dal punto di vista psicologico




 Il Santo-Guerriero
parte dalla convinzione che non esistono ostacoli più grandi di quelli che la
persona autogenera e che qualsiasi sollecitazione provenga dalla vita debba
essere affrontata con atteggiamento fermo e costruttivo, credendo fermamente
che verrà superata con esito vittorioso




Nella vita di tutti i giorni, questo significa che…




 Il praticante di Arti
marziali non deve usare le sue tecniche per fare il bullo o l’esibizionista,
attaccare i tifosi della squadra avversaria allo stadio o massacrare di botte
l’automobilista indisciplinato




 Il praticante di Arti
marziali è “sulla via della crescita” e della consapevolezza di se stesso, del
valore della sua vita e di quella degli altri




Conclusioni




 Attraverso le Arti
marziali, l’individuo non soltanto sviluppa la capacità di combattere ma anche
e soprattutto quella di comprendere che la vera questione non è l’ostacolo ad
essere più forte dell’individuo ma quest’ultimo a dover trovare il coraggio di sconfiggere
la sua stessa paura, di far defluire la sua rabbia e le sue frustrazioni in
modo armonico, per arrivare a conquistare uno stato di beatitudine interiore




 Le Arti marziali sono
state diffuse per offrire all’uomo sicurezza e fiducia in se stesso, per fargli
riconoscere le manifestazioni della propria paura, rabbia e frustrazioni




 Saper riconoscere le
“qualità dell’avversario” è alla base della capacità di confrontarsi




 La volontà di
confrontarsi è già volontà di vincere




Riferimenti Relatore




 Dott. Stefano Greco,
Psicologo e Coach per lo sviluppo delle qualità personali, del benessere, della
combattività e dell’autostima nella vita e nello sport




 Consulenze
personalizzate, conferenze, interventi nelle palestre, workshop per squadre
sportive




 E-mail:
stefano.greco7@tin.it




 Cellulare:
340.3881451




Bibliografia Stefano Greco,




Edizioni FrancoAngeli Milano




 “Umorismo &
Management. Una leadership a colpi di sorriso. Come sviluppare un approccio
innovativo nella gestione delle persone in azienda”




 “La formazione come
palestra della professionalità. Guida pratica all’utilizzo delle attività
formative per le persone e le organizzazioni”




 “La psicologia del
cambiamento. Riflessioni, risorse e strategie per governare gli eventi della
Vita”




Nelle migliori librerie o su www.ibs.it




marcellotaichi@supereva.it




 




 




 




L'insostenibile leggerezza del Taiji




Per preparare correttamente il nostro corpo è necessario un
sistema d’esercizi ben strutturati in grado di agire non solo a livello fisico
(muscoli, tendini, articolazioni ed ossa), ma anche a livello energetico
(circolazione del Qi nei canali) e mentale (un migliore equilibrio
psicofisico).




 




L’insostenibile leggerezza del Taiji




di Flavio Daniele




Vi è una sottile linea di confine, un leggero velo che
nasconde la vera essenza del taiji, creando nella maggior parte della gente la
falsa illusione di potere acquisire in breve tempo e con poca fatica la
maestria dell’arte. Non c’è niente di più ingannevole di questa falsa
percezione di cui sono vittime inconsapevoli non solo i neofiti del taiji, ma
anche i praticanti esperti di altre arti marziali. Questo, penso, sia dovuto a
due motivi d’ordine diverso. Il primo è relativo all’occhio inesperto di chi
guarda che non riesce a vedere oltre l’aspetto esteriore dei suoi movimenti leggeri
e armoniosi la vera essenza di una arte marziale tanto raffinata, quanto
temibile. Il secondo concerne l’intima natura del taiji che fa del celare, del
nascondere la propria forza nella profondità del corpo una delle sue principali
strategie d’attacco/difesa. Non c’è niente di più ingannevole e subdolo
dell’apparente leggerezza del Taiji, essa è nella realtà “un’insostenibile
leggerezza” :




è come la zampa del gatto che cade inesorabile sul topo, è
come l’artiglio dell’aquila che ghermisce la preda.




Ma sviluppare quest’insostenibile leggerezza non é cosa
semplice né facile, se non si sa come esercitarsi. La maggior parte dei
praticanti allena forme che sono vuote, prive di quelle che potremmo chiamare
“chiavi di accesso” alla struttura interna. Queste chiavi di accesso sono gli
esercizi di lavoro interno (Nei Gong), senza di essi non si sviluppa la forza
interna, senza forza interna non c’è Taiji Quan.




Il lavoro interno (Nei gong)




Per far sì che il nostro corpo si muova all’unisono con
agilità, potenza ed energia in ogni situazione, i muscoli devono essere in
grado di sopportare lo sforzo senza irrigidirsi, mantenendo la loro naturale
elasticità e di lavorare in perfetto sincronismo come un’orchestra bene
affiatata: le ossa devono essere connesse ed allineate, le articolazioni devono
essere libere di aprirsi e chiudersi;




i tendini ed i legamenti devono essere elastici e potenti
come il sartiame che lega le vele di una barca all’albero maestro;




il Qi, energia vitale, deve scorrere fluidamente;




la mente (Yi) deve essere calma e serena.




Per preparare correttamente il nostro corpo è necessario un
sistema d’esercizi ben strutturati in grado di agire non solo a livello fisico
(muscoli, tendini, articolazioni ed ossa), ma anche a livello energetico
(circolazione del Qi nei canali) e mentale (un migliore equilibrio
psicofisico).




Questi esercizi, che non sono altro che delle specifiche
tecniche di Nei Gong, lavoro interno, possono essere divisi, in base alla loro
funzione, in tre categorie principali:




Esercizi per lo sviluppo della forza elastica ( Jin Bao Gu o
Power Stretching)




Esercizi per lo sviluppo della forza a spirale (Zhan Ssu
Jin)




Esercizi per la forza esplosiva (Fa Jin) .




Questa divisione è solo virtuale, non reale, perché in
verità si tratta di sviluppare un solo tipo di forza: la forza interna o Nei
Jin, che deve essere elastica, potente, a spirale ed esplosiva.




Il primo tipo d’esercizi ha lo scopo di rendere il corpo
forte ed elastico, di massimizzare la forza d’ogni singola parte strutturale
(collo, vita, schiena, anche, asse centrale ecc.), rendere i tendini ed i
legamenti forti, sbloccare le articolazioni.




Il secondo tipo si prefigge di connettere dinamicamente le
varie parti, in modo che il corpo si possa muovere come una sola unità senza
sforzo, con grazia e armonia.




Il terzo, infine, ha lo scopo di permettere al corpo di
emettere all’esterno la forza senza irrigidirsi e/o danneggiarsi.




Tutto questo si traduce in tre parole chiave: accumulazione,
circolazione ed emissione della forza.




Questo tipo di lavoro interno (Nei Gong) presenta tre
diversi stadi di sviluppo:




il primo agisce sulla struttura fisica interna del corpo,




il secondo su quella energetica,




il terzo su quella mentale.




Nei Gong fisico




Primo livello - Corretto allineamento dello scheletro, che
comporta una statica economica e un regolare utilizzo della colonna vertebrale
in armonia con la forza di gravità. Senza questa base non c’é vero progresso,
vera crescita. Gli elementi più importanti di quest’allineamento sono:




a) Distendere la nuca in modo che la testa sia in equilibrio
senza tensione, come sospesa dall’alto.




b) Rilassare le spalle.




c) Equilibrio senza ipertensione del bacino sulle teste
femorali.




d) Ginocchia rilassate in dinamica tensione elastica.




e) Peso armonicamente distribuito nei piedi.




d) Il libero gioco del ventre in armonia con il movimento
del diaframma.




e) Il rilassamento dello sterno per permettere alle costole
di prolungare l’azione del diaframma e dell’addome, così da vuotare il petto e
riempire posteriormente i reni.




Secondo livello - Connessione muscolo-scheletrica e
costituzione di una giusta gerarchia funzionale (coordinazione neuromuscolare)
della varie parti strutturali: la parte bassa in armonia con la parte alta, che
vuol dire anche e bacino forti e stabili (yang) in grado di sorreggere una
parte alta (torace, spalle e braccia) dinamica, elastica e mutevole (yin); una
parte posteriore potente come un arco, una parte anteriore sensibile e
ricettiva; un parte interna forte come acciaio, una parte esterna morbida come
cotone; una parte centrale potente in grado di generare il movimento e una
parte periferica sensibile e precisa in grado di dosarlo e dirigerlo.




Nei Gong energetico




Primo livello – Sensibilizzazione energetica.




Queste tecniche consistono nel suscitare volontariamente la
percezione del proprio corpo secondo le direttive principali (alto / basso,
destra / sinistra, fronte / retro). La percezione volontaria delle varie parti
strutturali del corpo ne aumenta notevolmente la sensibilità. I tessuti muscolari,
le cellule delle varie parti sono stimolati con conseguente attivazione della
circolazione sanguigna e dell’energia e dell’apertura dei meridiani. All’inizio
questa sensibilizzazione volontaria deve essere resa operante tramite uno
sforzo di concentrazione, atto che viene definito “dirigere con l’intenzione”.
Proseguendo nella pratica diviene con il tempo automatica.




La sensibilizzazione energetica permette di “legare assieme”
e allineare tutta la struttura (ossa, muscoli, tendini e fasce o tessuti
connettivi), in maniera che l’energia possa fluire liberamente ed il
trasferimento della forza avvenga senza blocchi lungo le braccia, le clavicole,
la gabbia toracica e da qui alla settima vertebra cervicale (punto di
confluenza delle forze), colonna vertebrale e osso sacro (flusso discendente),
e nell’identico modo (flusso ascendente), dalla terra ai piedi, alle anche,
all’osso sacro, alla colonna vertebrale, alle clavicole, alle braccia ed,
infine, alle mani.




Secondo livello – Trasformazione del Qi in forza interna. A
questo stadio si entra nella vera e propria pratica delle arti interne. Con i
precedenti abbiamo armonizzato la struttura fisica in modo che il Qi potesse
scorrere e circolare senza sforzo, abbiamo sviluppato la consapevolezza e la
sensibilità corporea in modo di essere in grado di sentire e percepire
l’energia. Ora si può imparare a trasformare l’energia in forza interna per
muovere il corpo.




Nei Gong mentale




E’ il livello dello Yi, o mente: “La mente guida il Qi,
l’energia muove il corpo ”.




Ogni movimento fisico non è più diretto, ma si manifesta
come conseguenza di un moto energetico. A questo livello il lavoro muscolare è
ridotto al minimo, sostituito da quello energetico. I muscoli, le ossa, i
tendini e i legamenti si impregnano di Qi, che così diventa il carburante che
fa muovere il corpo.




Mente e corpo interagiscono in perfetta armonia attraverso
questa nuova interfaccia energetica e scompare la differenziazione tra psiche e
soma.




I Quattro poteri




La capacità di movimento del sistema mobile umano è
strutturalmente fondata su “quattro peculiari insiemi funzionali”, che
corrispondono a quattro geniali strumenti di cui la natura ci ha dotato, alla
stessa maniera di cuore polmoni e altri fondamentali organi, ognuno di essi
organizzato per lo svolgimento di funzioni specializzate:




q l’arto superiore (organizzato per la prensione),




q l’arto inferiore (organizzato per il moto)




q la colonna vertebrale (asse centrale e chiave di volta
statico-dinamico del sistema motore)




q il bacino (perno e raccordo fra la meta inferiore e quella
superiore del sistema)




I quattro insiemi funzionali sono la sede dei “Quattro
Poteri“: essi nel loro insieme costituiscono il potere totale del corpo o Zheng
Jin:




Potere dell’arco superiore




Poter dell’arco centrale (Zhong Ding Jin)




Potere dell’arco inferiore (Kua Jin)




Potere del bacino (Dantian Jin)




Queste strutture si connettono fra di loro attraverso alcuni
punti di giunzione molto precisi:




q La 7° vertebra cervicale, l’articolazione
sterno/clavicolare e scapolo/omerale




q Le cinque vertebre lombari




q L’osso sacro




q L’articolazione coxo-femorale.




Integrare funzionalmente questi poteri, cioè farli agire
come se fossero uno, é d’importanza fondamentale sia per muoversi con grazia ed
armonia, sia per esprimere potenza ed energia in qualsiasi attività, sia essa
artistica, sportiva o marziale.




1°- Arco superiore (braccia/spalle):




L’arco superiore è costituito da braccia e spalle. Le due
braccia sono collegate fra di loro strutturalmente dalla cerniera sterno/
clavicolare, e dinamicamente dal complesso sistema muscolare e legamentoso, che
trova nella settima vertebra cervicale il suo punto di coordinazione.




Il suo potere nasce principalmente da due tipi di movimento:




- L’apertura/chiusura delle leve articolari




- La capacità torsiva destra/sinistra dell’omero nella
cavità glenoidea




2°- Arco centrale (Zhong Ding):




Ha i suoi estremi nel coccige e nella prima cervicale,
l’undicesima vertebra toracica, la T 11 é il suo punto centrale. Infatti la 12°
vertebra toracica segna il punto di passaggio tra la cifosi dorsale e la
lordosi lombare, ad essa si innesta il muscolo ileo-psoas che partecipa ai
movimenti del rachide lombare. E’ il punto di confine tra la parte superiore e
la parte inferiore del corpo. Questo arco é quello su cui poggiano gli altri
due. E’ connesso saldamente al dantian, ed è un vero e proprio organo di
trasmissione simile al semiasse di un’automobile. Il suo potere nasce
principalmente da tre tipi di movimento:




1. Movimenti di torsione a destra e sinistra




Sviluppano una forza centrifuga come una molla avvolta a
spirale. Si svolgono intorno a due fulcri fondamentali:




o 11° e 12° vertebra dorsale ,




o collo ( vertebre cervicali ).




2. Movimenti di flesso-estensione:




Avanti, indietro, laterali destra/sinistra. Questi
movimenti, simili all’oscillazione di un bambù, sviluppano una forza a
catapulta. Il fulcro è:




o l’osso sacro e la 4° e 5° vertebra lombare




3. Movimenti d’estensione e accorciamento lungo l’asse
longitudinale,




sviluppano una forza di rimbalzo simile ad un martello
pneumatico.




Per esprimere al massimo il suo potere deve essere
perfettamente allineato e teso come un vero e proprio arco, riducendo al minimo
la curvature lombare e cervicale. Fondamentale in questo gioco d’allineamento
sono l’insieme osso sacro/lombari ed il collo, la muscolatura profonda
paravertebrale e la fascia legamentosa che corre lungo la colonna. Questo
processo d’estensione, simile all’apertura di un arco, aprendo il bacino,
permette alla forza peso di scivolare verso il basso e sprofondare nei piedi,
radicando saldamente tutta la struttura al terreno.




3°- Dantian jin




La zona addominale del bacino é la sede deve è alloggiato il
dantian. L’addome, dal punto di vista muscolare può essere paragonato ad una
palla con le pareti cedevoli e resistenti: in alto é delimitato dal diaframma,
che divide il corpo in due, all’altezza delle costole basse; in basso é
delimitato dal diaframma pelvico. Queste due calotte sono collegate dai muscoli
del busto che ne garantiscono la stabilità e l’agilità. Al centro di questa
magica palla muscolare si trova il centro di gravità del corpo, centro che
possiamo definire virtuale, in quanto non segnato materialmente, ma individuato
da una convergenza di forze. In esso coincidono materialmente:




° il ‘centro fisico di gravità’,




° il ‘centro di forza’,




° il ‘centro vitale’.




Il Dantian addominale è il motore principale del corpo, in
grado di trasformare il Qi in esso accumulato in forza interna, gestisce e
coordina i motori supplementari (zhong ding, anche, braccia). E’ direttamente
collegato, da una parte con il potere dell’arco inferiore (anche), attraverso
il quale trasmette e riceve la forza della terra, dall’altra con il potere
dello zhong ding (arco dorsale), attraverso il quale trasmette e riceve la
forza all’arco superiore ( spalle/braccia) . E’ in grado di ruotare in tutte le
direzioni come una palla nell’acqua, può espandersi e contrarsi, può vibrare e
scuotersi, vuotarsi e riempirsi rapidamente. Le sue possibilità di cambiamento
sono infinite.




4°- Arco inferiore (anche/gambe)




Punto centrale é l’osso sacro, interconnette l’arco dorsale
al bacino; secondo punto é l’articolazione coxo-femorale, vera placca rotante
tra bacino e gambe, é una articolazione semplice, ma mobile e potente, il cui
equilibrio é determinante per un corretto allineamento delle gambe e del
tronco. Se il Dantian è il motore centrale, le anche costituiscono il supporto
sul quale esso poggia, e non solo ne assorbono le sollecitazioni come dei
potenti ammortizzatori, ma sono anche le radici che ci connettano saldamente
alla terra. I movimenti principali delle anche (Kua) sono: spinta in avanti e
indietro, in alto e in basso, torsione a destra e sinistra che, combinati
insieme, diventano un complesso movimento a spirale che agisce sinergicamente
con i movimenti a spirale dello zhong ding e dell’arco superiore.




FLAVIO DANIELE




Per approfondire gli argomenti del presente articolo si
consiglia la lettura dei due libri dell’autore: “Le Tre Vie del Tao” Meb Ediz.
e “I Tre Poteri Segreti del Taiji”Luni Ediz. . Inoltre sono disponibili le
cassette didattiche sugli esercizi di Nei Gong per lo sviluppo del potere
interno.




Per informazioni sui programmi dei corsi di formazione della
scuola Nei Dan:




Tel. 051 239578 - 347 8701436




Sito web: www.taichineidan.com * E-mail: neidan@libero.it




 




 




 




Il Taiji Quan, l'Arte del Guerriero




" Un buon mercante nasconde i suoi tesori e fa come se
non avesse nulla", "Il buon artigiano non lascia tracce". Ed
ancora: "Chi è abile nella difesa si nasconde nelle più impenetrabili
profondità della terra, chi é abile nell'offesa manovra nelle più elevate
altitudini del cielo. Così protegge se stesso e ottiene la completa
vittoria" ( Sun Tzu - L'Arte della Guerra - Ubaldini Editore).




 




IL TAIJI QUAN: L’arte del Guerriero




di Flavio Daniele




prima parte




Nonostante il Taiji Quan, antica arte marziale cinese, sia
ormai presente nel nostro paese da moltissimi anni e conti innumerevoli
praticanti, nella realtà dei fatti sono pochi quelli che hanno una visione
chiara e completa delle sue enormi potenzialità sia come pratica marziale, sia
come disciplina di sviluppo interiore delle potenzialità dell’essere umano.
Esso, oltre che il mezzo ideale per giungere a un’integrazione cosciente e
sempre più attenta del “sistema corpo-mente”, é il mezzo più idoneo per
giungere ad una visione metafisica dell’arte marziale. I suoi movimenti
eleganti e morbidi nella maestosa semplicità del gesto nascondono un immenso
potere, che difficilmente occhio inesperto, che non riesce a penetrare oltre la
loro esteriorità, potrà cogliere. Il Taiji Quan o Boxe della Suprema Polarità,
anche nel suo manifestarsi ripropone la sua paradossalità: esternamente
semplice, internamente complessa. Questa sua duplice natura, questo volersi
nascondere, non rivelare le sue potenzialità, rivelatrice della sua autentica
essenza marziale, inganna ed induce in errori di sottovalutazione, cosicché
anche serie organizzazioni di altre, altrettanto serie, discipline marziali,
pensano che pochi week end di formazione siano sufficienti ai loro tecnici per
diventare insegnanti di Taiji Quan. Non è così. Per non incorrere in errori,
per non scambiare semplice per banale, bisogna capire che il taiji, basato
sulla filosofia taoista, è l’arte della Forza Intelligente; che il concetto
d’impenetrabilità che pervade tutto il pensiero taoista, dalla politica al
commercio all’artigianato è connaturato alla sua pratica:




” Un buon mercante nasconde i suoi tesori e fa come se non
avesse nulla”, “Il buon artigiano non lascia tracce”. Ed ancora: “Chi è abile
nella difesa si nasconde nelle più impenetrabili profondità della terra, chi é
abile nell’offesa manovra nelle più elevate altitudini del cielo. Così protegge
se stesso e ottiene la completa vittoria”




( Sun Tzu - L’Arte della Guerra - Ubaldini Editore).




Purtroppo fino ad oggi, per motivi di ordine vario, troppo
lunghi da esaminare nel presente articolo, questo travisamento continua.
Infatti la maggior parte dei praticanti lo utilizza come una profilassi
antistress contro, come recitava uno slogan pubblicitario di un famoso liquore,
il logorio della vita moderna, altri come una banale ginnastica morbida per
anziani. Sicuramente il Taiji può essere anche questo, ma non è solo questo. La
“maestosità” del taiji non sta nell’aspetto esteriore del gesto, che anzi non
richiede nessuna particolare abilità o prestanza fisica, ma nel fatto che ogni
gesto, impregnato di volontà/intenzione, unico e irripetibile, è un Gesto di
Potere in grado di dispiegare una volontà di combattimento simile alle sacre e
antiche danze guerriere.




“Usa la mente non la forza” raccomandano, infatti, continuamente
i saggi del Taiji Quan. In questo antico detto è racchiuso tutto il suo potere,
sia come arte marziale, sia come semplice ginnastica psicofisica. La pratica ha
il solo scopo di dischiudere il potere della mente, di dispiegare l’interazione
dinamica tra corpo e mente, di colmare il baratro tra pensiero e azione di una
mente troppo razionale, di recuperare l’agire diretto e istintivo del cuore.




Un corpo forte, un pugno potente a nulla servono se il cuore
trema.




Questo comporta, oltre al lavoro sulle qualità della mente
(volontà, attenzione, concentrazione etc.), lo sviluppo di quelle che sono
chiamate le “ Tre Armonie Interne ”:




1° l’armonia tra le proprie emozioni (la mente- cuore o Xin)
e il pensiero cosciente Yi (ovviamente, cuore, non inteso solo come organo
fisico ma come quella parte impalpabile fatta di sensazioni, sentimenti ed
emozioni);




2° l’armonia tra la mente Yi e il Qi che significa la
capacità di guidare coscientemente l’energia;




3° l’armonia tra QI e Li, che vuol dire la capacità di trasformare
il qi in vigore e forza interna (Jin) per muovere il corpo.




Solo quando il pensiero cosciente (yi), l’emozioni e
l’istinto sono armonizzati che avviene l’allineamento tra mente e corpo, tra
pensiero ed azione.




Quando mente e corpo sono allineati lo Yi (l’intenzione
cosciente ) sgorga copiosa diffondendosi, similmente all’acqua di un canale
d’irrigazione, in tutto il corpo impregnando gli organi interni, le ossa, i
muscoli, l’articolazioni ed i tendini. Così che questi stimolati della
volontà/intenzione passando sotto il controllo diretto della nostra volontà
cosciente possano agire senza che ci sia sfasatura tra ciò che pensiamo di far
fare al nostro corpo e ciò che effettivamente riusciamo ad ottenere.




Corpo e mente si fondono in una nuova realtà dimensionale di
ordine superiore ( Shen-Spirito), scompare ogni differenziazione, il pensiero
si fonde nell’azione e si sperimenta il “wu wei” “ l’agire senza intenzioni ”.




Il mio ultimo libro “I Tre poteri Segreti del Taiji Quan”
edito dalla Luni, ha come sottotitolo “La Spada del Cuore”, nell’introduzione
spiego il perché di questo sottotitolo, qui per chi non avesse letto il libro,
la riporto integralmente, perché chiarisce, a mio avviso, la vera funzione
dell’arte del Taiji Quan.




“Il mio primo libro (Le Tre Vie del Tao), che aveva lo scopo
di mettere in risalto il sottile filo conduttore che lega le varie Vie (Tao), e
di dimostrare che, aldilà di differenze esteriori, tutte si basano sullo
sviluppo di Tre Poteri (Corpo, Mente, Energia) aveva come sottotitolo: Il
Guerriero che Sorride. Il presente, che continuando il discorso, entra nel
cuore dei Tre Poteri, ha come sottotitolo: La Spada del Cuore. Non sono scelti
a caso, ed hanno una motivazione profonda, che è poi quella che, fin da
ragazzino, mi ha portato ad interessarmi d’arti marziali e di discipline
interne. Le arti marziali in genere ed il Taiji Quan, in particolare, nel mondo
moderno, hanno perso lo scopo “ esterno ” come tecnica di combattimento fisico
per assumere quello “ interno “ d’arte di combattimento spirituale.




Non servono per rendere i tuoi pugni duri come pietre, ma
per fare il tuo cuore forte per aprirti con un sorriso alla vita. E’ la “ Paura
” che molto spesso ci fa diventare duri e violenti, che rende il nostro cuore
insensibile e le nostre labbra serrate, per combatterla, dobbiamo usare il “
Piombo ” delle nostre insicurezze per forgiare, con l’oro del nostro amore per
la vita, la Spada del Cuore.




Il Taiji non serve per fare a calci e pugni, ma per
combattere contro le proprie debolezze, è un processo alchemico (Nei Dan) di
trasmutazione interiore. Così come, un semplice guerriero era trasformato in un
nobile cavaliere, dalla spada che il suo re gli poggiava sulla spalla,
analogamente, il taiji è la spada che può trasformare un semplice praticante in
un “ Guerriero che Sorride ”. Così, come un cavaliere non avrebbe mai usato la
spada che aveva sancito il suo “ status “, per le normali battaglie,
analogamente, il taiji non deve essere usato per risse da strada. E’ troppo
complesso e raffinato per avere un utilizzo immediato e diretto come arte di
combattimento fisico, però, è ciò che può rendere il tuo braccio fermo e il tuo
cuore saldo, se tu dovessi avere veramente bisogno di combattere.”




Per approfondire gli argomenti del presente articolo si
consiglia la lettura dei due libri dell’autore: “Le Tre Vie del Tao” Meb Ediz.
e “I Tre Poteri Segreti del Taiji”Luni Ediz.. Inoltre, sono disponibili le
cassette didattiche sugli esercizi di Nei Gong per lo sviluppo del potere
interno.




Per informazioni sugli stage del M° Daniele su Asti, Torino,
Alessandria , Bologna e sui programmi dei corsi di formazione istruttori della
scuola Nei Dan:




Tel. 051 239578 - 347 8701436




Sito web: www.taichineidan.com * E-mail: neidan@libero.it




marcellotaichi@supereva.it




 




 




 




 




IL TAIJI QUAN: L'arte del Guerriero II parte




L'immortale saggio taoista Lao Tse diceva che "il
morbido vince il duro, che il debole prevale sul forte". Questo paradosso,
é solo apparente, e non é tale per chi ha sviluppato il potere della forza che
nasce del cuore. Chi ha sviluppato il "dominio cosciente" della
dicotomia della "Suprema Polarità", conosce i "Due Grandi
Poteri", i due poli fra i quali tutto si manifesta: Lo Yin e lo Yang.




 




IL TAIJI QUAN: L’arte del Guerriero




di Flavio Daniele




L’immortale saggio taoista Lao Tse diceva che “il morbido vince
il duro, che il debole prevale sul forte”. Questo paradosso, é solo apparente,
e non é tale per chi ha sviluppato il potere della forza che nasce del cuore.
Chi ha sviluppato il “dominio cosciente” della dicotomia della “Suprema
Polarità”, conosce i “Due Grandi Poteri”, i due poli fra i quali tutto si
manifesta: Lo Yin e lo Yang. Sa che per capire ciò che é veloce deve conoscere
ciò che é lento, per capire il duro deve conoscere il morbido, e così di
seguito in un fluire dinamico di rapporti complementari e cooperanti, opposti e
distruttivi. Il simbolo del Taiji, la sfera contenente lo Yin e lo Yang, non
rappresenta solo una realtà metaforica, ma anche una realtà sostanziale, che si
esplica, oltre che sul piano mentale, sul piano prettamente fisico-energetico.
Questo vuole dire che il corpo si comporta come una sfera d’energia e si
sviluppa la consapevolezza della forza che si esplica uniformemente nelle sei
direzioni fondamentali (in alto e in basso, avanti e indietro, a destra ed a
sinistra). Si sviluppa un equilibrio mentale e fisico che generando una potenza
dinamica, calma e rilassata, fa si che il corpo si muova come un’unità, con una
maestria di movimenti armonici e perfettamente equilibrati tra duro e morbido,
veloci e lenti, pieno e vuoto.




La pratica del Taiji, come sistema di difesa del proprio
corpo e per la salute, richiede una disciplina sia interiore che esteriore che
può sviluppare l’abilità fisica ad alto livello, perché mobilitata dal qi e
diretta dalla mente. Lo sviluppo comincia con l’allenamento del corpo per far
si che diventi forte, coordinato ed efficiente. Attraverso una corretta pratica
di base per lo sviluppo della forza interna, le potenzialità fisiche del corpo,
abitualmente limitate per la maggior parte delle persone, possono essere
largamente potenziate. Questo comporta: praticare correttamente la forma,
allenamento specifico di power training (allenamento per la potenza),
armonizzazione e coordinazione dell’azione dei principali gruppi muscolari per
potere esprimere la massima efficacia con il minimo sforzo.




Se uno lavora sulla struttura fisica, la potenza del corpo
può essere elevata da un 40% a un 60% non di più. Per aumentare ulteriormente
bisogna lavorare, non solo sulla componente fisica, ma anche su quella
energetica. Questo vuol dire che l’individuo deve guardare all’interno di se
stesso per attingere potere da quella segreta sorgente interiore che é il
dantian (centro del potere e della volontà situato nell’addome).




Ognuno di noi é come se avesse a disposizione una turbina a
gas molto potente, in grado di sviluppare molta energia, ma non é può avviarla
per mancanza di un cerino. “Il cerino é la nostra mente”, che deve essere
allenata così che la sua volontà, il suo intento possano accendere la “turbina
interna” e sviluppare energia e potere, sia per scopi marziali che salutari.
Questo tipo di potere deve essere raffinato, così che la mente possa dirigere
il corpo con facilità e senza sforzo. Emettere e far esplodere la forza interna
(Fa Jin) richiede l’uso combinato del potere del corpo e del potere della
mente.




Un corpo che lavora in giusta tensione dinamica, significa
che lavora per “forze contrapposte”. Quando una parte del corpo va in avanti
l’altra va indietro, quando una mano spinge in avanti l’altra spinge indietro,
quando una forza va verso l’avversario l’altra va giù nei piedi verso la terra.
E così di seguito, in un bilanciamento continuo e dinamico. La base é la
comprensione della funzione reciproca e del giusto rapporto gerarchico tra
l’uso della “forza centralizzata” e quella “periferica”; tra la “parte
superiore e l’inferiore” del nostro corpo, tra la “parte destra e la sinistra”,
tra la “parte anteriore e la posteriore”. Bisogna avere muscoli forti e potenti
nella schiena , perché si possa spingere forte. Quando ci si muove come una
sola unità, ogni movimento é originato dal dantian e l’energia interna é in
ogni movimento delle mani, delle braccia e delle gambe. Ogni giuntura deve
agire come parte di un serpente con l’energia che si muove a spirale. Tutto questo,
fa parte di uno specifico allenamento di base (sviluppo della potenza,
applicazioni, jin e autodifesa).




Non molta gente capisce questo, pochi hanno visto questo
tipo di allenamento e di preparazione, solo pochi studenti selezionati vi hanno
accesso. Per questo le forme di Taiji sono diventate deboli e molto meno ricche
e significative, molti praticanti eseguono correttamente la forma, ma non sono
in grado di generare potenza perché privi del potere del qi.




La forza del qi deriva dal potere della mente, esso per
esprimersi usa i muscoli più profondi e interni, particolarmente quelli posti
al centro del nostro corpo intorno alla vita e al bacino, questa zona é il
motore e il centro della forza. Centrare la forza nel dantian é il principio
chiave del Taiji, é ciò che fa differenza, tra “un gesto marziale” ed un “gesto
qualsiasi”. Un movimento guidato dal centro sarà sempre sciolto, preciso e
potente; mentre al contrario sarà impreciso e contratto se é guidato dalla
forza periferica. Questo tipo di energia é presente in ognuno di noi, solo che
la maggior parte della gente non sa come attivarla ed utilizzarla. Qualche
volta può venire fuori in maniera spontanea in certe situazioni di pericolo, ma
il più delle volte é dormiente. E’ importante sviluppare l’abilità ad usare
questo tipo di potere mentale per dirigere l’energia.




Ma per potere far diventare il Taiji arte marziale bisogna
fare un allenamento in modo che il corpo si possa muovere veloce e lento, duro
e morbido. Oggi la maggior parte della gente pratica il Taiji per la salute, ma
non bisogna dimenticare che é nato come arte marziale. Una considerazione molto
importante da fare: - Se pratichi il Taiji come arte marziale, l’aspetto
salutistico é intimamente connesso, é una logica conseguenza. Lo stesso non si
può dire se pratichi solo per la salute; hai solo questo, punto e basta. Nelle
forme del taiji, per esempio, i movimenti delle mani hanno molteplici usi:
afferrare, attaccare, eseguire le chin-na (leve), lanciare etc. Tutti i
movimenti hanno un significato marziale molto ricco e si svolgono come quelli
di un serpente, con tutte le giunture connesse in maniera dinamica e fluida.
L’energia interna é in ogni punto ed in ogni direzione del nostro corpo, come
in un pallone, dove la forza di spinta viene esercitata egualmente in ogni
direzione. Un buon allenamento comporta inoltre:




- Il lavoro in coppia al Tui Shou (mani che spingono) per
imparare ad usare e sviluppare la potenza.




- L’allenamento delle singole tecniche. Bisogna sviluppare
la capacità ad usare la stessa tecnica in maniera diversa e anche come si usa
la stessa tecnica in situazioni diverse. Bisogna imparare a farla, per esempio,
in salto, girando, utilizzando combinazioni diverse di energie o Jing.




- Il Qigong. Usare le posizioni del qigong, come lo stare in
piedi, per allenare i vari tipi di forza o Jin (parare, tirare indietro,
premere, spingere, colpo di gomito, di spalla etc. etc.), coordinandole con il
respiro, i movimenti del corpo e l’emissione della forza o Fa Jin.




Per essere un buon combattente di Taiji bisogna sviluppare
l’abilità di cambiare istantaneamente da lento a veloce, da vuoto a pieno, da
duro a morbido, da aperto a chiuso, così da adattarsi ad ogni situazione di
combattimento.




Un buon combattente di Taiji deve essere all’inizio come un
gatto (morbido, veloce, agile), poi come un serpente (sinuoso, imprevedibile,
letale), infine diventare come l’acqua che a tutto si adatta, che é capace di
cambiare il suo stato (ghiaccio, liquido, vapore) senza perdere la sua natura.




Per approfondire gli argomenti del presente articolo si
consiglia la lettura dei due libri dell’autore: “Le Tre Vie del Tao” Meb Ediz.
e “I Tre Poteri Segreti del Taiji”Luni Ediz.. Inoltre, sono disponibili le
cassette didattiche sugli esercizi di Nei Gong per lo sviluppo del potere
interno.




Per informazioni sugli stage del M° Daniele su Asti, Torino,
Alessandria , Bologna e sui programmi dei corsi di formazione istruttori della
scuola Nei Dan:




Tel. 051 239578 - 347 8701436




Sito web: www.taichineidan.com * E-mail: neidan@libero.it




 




 




 




I Dieci Principi del TaiJi Quan




I 10 punti essenziali del Taiji Quan 1. Avere la mente
aperta e l'energia alla sommità del capo. L'energia mentale si risveglia solo
se il corpo è rilassato e la testa è libera. 2. Tenere rientrato il petto e
stirare la schiena. Per l'equilibrio non serve gonfiare il torace. 3. Rilassare
la vita. Il centro che comanda ogni movimento deve essere rilassato, così anche
i piedi saranno più stabili a terra. 4. Distinguere il pieno dal vuoto, dove
c'è energia, principio di ogni azione, e dove non si trova la forza del corpo.
La gamba su cui poggia il peso del corpo è piena, l’altra è vuota. 5. Abbassare
le spalle e far scendere i gomiti. Lasciare le spalle e i gomiti rilassati,
come se cadessero verso il basso. 6. Usare il pensiero e non la forza
muscolare. No alla forza superficiale dei muscoli, sì alla forza e all'energia
interiore. 7. Accordare la parte superiore con quella inferiore. Un unico
flusso di energia dai piedi al capo, per essere coordinati. 8. Unire la parte
esterna con quella interna. Agilità, naturalezza e azione arrivano dall'energia
spirituale. 9. Continuità e nessuna interruzione. Tutti i movimenti devono
essere uniti da un unico flusso energetico. 10. Cercare la calma nel movimento.
Tranquillità e calma muovono il corpo con un lungo e profondo respiro.




I 10 PRINCIPI ESSENZIALI DEL




TAI CHI CHUAN




 




Benché la forma (xing) sia il meno importante dei tre
elementi fondamentali del Tai Chi Chuan, (rammentiamo che gli altri sono
l’energia, chi, e lo Spirito, shen), essa e il primo elemento da affrontare per
il principiante. Potete avventurarvi fruttuosamente negli elementi dell’energia
e dello Spirito solo quando sapete eseguire in modo appropriato la forma del
Tai Chi Chuan. Ecco perché ‘i dieci fattori essenziali del Tai Chi Chuan’ di
Yang Deng Fu, che tributano grande attenzione all’addestramento alla forma,
sono probabilmente i più utili per gli studenti nello stadio iniziale,
indipendentemente da quando hanno cominciato a praticare il Tai Chi Chuan.




Yan  Deng Fu è il  maestro che trasformò il vigoroso Tai Chi
Chuan dello stile Chen nel delicato e aggraziato stile Yang ampiamente
praticato al giorno d oggi. Esaminiamo i dieci fattori essenziali del Tai Chi
Chuan così come egli li descrisse.




1. Lo Shen sale alla sommità: Per far salire alla sommità
del capo lo




shen, o Spirito, devi tenere la testa dritta. Non impiegare
la forza;




anche se così facendo il capo è verticale, il sangue e il
chi non




circolano liberamente. Se pur vi è la volontà di far salire
alla




sommità lo shen, forzando esso non sale e mancherà di
lucidità




mentale.




2. Abbassa il petto, solleva la schiena: Abbassare il petto
significa ti-




rarlo in dentro per facilitare la discesa del chi nel dan
tian (il campo




dell’ energia addominale che si trova sette centimetri sotto
l’ombelico):




Non espandere il petto, altrimenti il chi vi accorrerà e ne
ricaverai ‘la




parte superiore pesante, la parte inferiore leggera’, e i
talloni ‘galleggeranno’.




Sollevare la schiena significa farvi aderire il chi: Se
abbassi il petto,




solleverai automaticamente la schiena. Se riesci a sollevare
la schiena,




consentirai alla forza interna di entrare in gioco dalla
schiena, e avrai la




possibilità di risultare vittorioso in combattimento.




3. Rilassare la vita: La vita è la parte predominante del
busto. Rilassare




la vita permette ai piedi di avere forza in modo che la
postura sia stabile.




Le variazioni e le trasformazioni da ‘apparente a ’solido’
Si attuano a partire




dalla vita. Così si dice: “Il centro di comando
dell’esistenza nasce dalla vita”.




Coloro che non hanno potenza in combattimento, possono
ricercarne la causa




nella vita.




4. Distingui tra ‘apparente’ e ’solido’: Distinguere tra
‘apparente’ e ’solido’ è il




principio fondamentale del Tai Chi Chuan. Se tutto il peso
corporeo è




sostenuto dalla gamba destra, essa è ’solida’ mentre la
gamba sinistra è




‘apparente’; se tutto il peso corporeo e sostenuto dalla
gamba sinistra, essa è




’solida’, mentre la gamba destra è ‘apparente’.




Quando ‘apparente’ e ’soiido’ sono ben distinti i movimenti
sono agili, quasi




spontanei; viceversa, i movimenti delle gambe diventano
pesanti, la postura




instabile ed è facile che l’avversario ne approfitti




5. Abbassa le spalle, fai scendere i gomiti: Abbassare le
spalle significa




rilassarle e farle automaticamente scendere. Nel caso
contrario, il chi risale




e tutto il corpo manca di forza. Far scendere i gomiti
significa rilassarli




entrambi e farli automaticamente scendere. Sollevarli rende
impossibile




abbassare le spalle. Il flusso del chi, non sarà dunque di
vasta portata; è




una debolezza paragonabile a quella del Kungfu esterno noto
come: ‘forza




discontinua’.




6. Impiega la volontà, non la forza: La filosofia del Tal
Chi Chuan afferma:




“Tutto sta in questo: impiega la volontà, non la forza”.
Durante la pratica del




Tai Chi Chuan tutto il corpo sia rilassato; non vi sia il
minimo ristagno di




tensione nel muscoli, nelle ossa e nella circolazione del
sangue, che




provocherebbe un’autolimitazione.




Quando sarai completamente rilassato, diverrai
spontaneamente agile e




versatile nei movimenti circolari. Alcuni si domanderanno
come sia possibile




sviluppare la forza senza l’impiego della forza fisica. Ciò
avviene perché il




corpo possiede i meridiani, così come la terra è
attraversata da canali sotterranei.




Se i canali non sono ostruiti, l’acqua scorre naturalmente.
Allo stesso modo,




se i meridiani non sono ostacolati, il chi scorre
armoniosamente. Se tutto il




corpo è compresso dalla forza, il chi e la circolazione del
sangue sono ostacolati




e i movimenti diventano goffi. Il corpo si muove anche se
tiri un capello.




(Ciò significa che poiché tutte le parti del corpo sono
collegate dai meridiani, ogni




parte influenza tutte le altre). Se invece di impiegare la
forza, usi la volonta, il chi




si porterà dove lo dirigerai. Ecco perché bisogna che ogni
giorno il chi e il sangue




circolino senza ristagno per
tutto il corpo, senza interruzione. Con un lungo




allenamento svilupperai la vera forza interiore. Così si
dice nella filosofia del




Tai Chi Chuan: “Sii estremamente morbido e delicato, e sarai
estremamente duro




e vigoroso”. Il braccio di un esperto di Tai Chi Chuan è
come ferro ricoperto da




bambagia, estremamente potente e stabile. Chi si è
addestrato all’arte marziale




esterna è potente quando impiega la forza, leggero e
galleggiante quando non la




usa. Ciò dimostra che la sua forza è esterna e galleggia in
superficie. L’impiego




della forza senza la volontà crea instabilità, e l’arte non
è completa.




7. Coordinare la parte superiore con la parte inferiore:
Cosa significhi coordinare




la parte superiore con la parte inferiore è detto nella
filosofia del Tai Chi Chuan:




“Ha le radici nei piedi, si attua nelle gambe, è controllato
dalla vita, si manifesta nelle




mani e nelle dita”. Dai piedi alle gambe, fino alla vita,
l’azione si completa in un ‘eh’




(un termine del Kungfu che significa ‘continuamente e
spontaneamente senza alcuna




interruzione per la durata di un lungo respiro). I movimenti
delle mani, i movimenti




della vita, i movimenti delle gambe, il movimento dell’
occhio vigile, sono unificati in




un unico movimento; di esso solo si può dire che la parte
superiore e la parte inferiore




siano coordinate; se manca anche solo un movimento, se c’è
anche una sola interruzione,




il movimento unificato risulta disordinato.




8. Unità dell’interno con l’esterno: L’allenamento del Tai
Chi Chuan avviene nella




mente; perciò si dice: “la mente è il maestro, il corpo è il
veicolo”. Quando la mente è




allenata, tutti i movimenti e le azioni diventano
automaticamente 
leggeri e agili. Le
forme




del Tai Chi Chuan non sono altro che il muoversi dell’
‘apparente’ e del ’solido’, sono




apertura e chiusura. Per apertura non si intende solo
l’estensione delle mani e delle gambe,




ma anche della mente e della volontà; per chiusura si
intende non solo il riunire le mani e




le gambe, ma anche il ritrarre la mente e la volontà
(intendendo il raccoglimento). Se l’interno




e l’esterno si uniscono in un chi (o corpo di energia), non
c’è separatezza nel cosmo.




9. Continuità senza interruzioni: Nelle arti marziali
esterne, la potenza deriva da una




tensione postnatale (o artificiale, contrapposta a quella
naturale); c’è quindi un inizio e




un completamento, continuità e interruzione. Il momento in
cui la vecchia forza si è esaurita




e la nuova forza non è ancora comparsa è quello che
l’avversario sfrutterà più facilmente.




Nel Tai Chi Chuan si impiega la volontà, non la forza;
ininterrottamente dall’inizio alla fine,




ricominciando daccapo al termine di ogni ciclo, circolando
incessantemente.




Il trattato originale sostiene che essa somiglia alle onde
incessanti del Fiume Lungo




(Yangtze Kiang, il fiume più lungo della Cina).
L’applicazione della forza nel Tai Chi Chuan




è descritta anche come la tessitura della seta (lunga e
ininterrotta), che esprime accumulazione e continuità nel tempo di un chi (ciò
significa che la forza interna viene continuamente incanalata, regolata dal
ritmo del respiro).




10. Ricercare il riposo nel movimento: Le arti marziali
esterne raccomandano di correre e




saltare il più rapidamente possibile; si impiega perciò
molta forza, e dopo l’addestramento




i praticanti sono senza fiato. Nel Tai Chi Chuan è la calma
a dirigere i movimenti. Il praticante di Tai Chi Chuan si muove come se fosse
in stato di quiete. Perciò, quando si effettua il Tai Chi Chuan, il movimento
deve essere il più lento possibile; il respiro diviene allora lungo e profondo,
il chi scende nel dan tian (campo di energia addominale), e automaticamente non
c’è alcun arresto dovuto a un ristagno del sangue o a un aumento del flusso del
chi. Gli studenti dovrebbero stare molto attenti a tali consigli e
sperimentarne gli effetti; allora apprezzeranno lo scopo del Tai Chi Chuan.




Sono considerazioni preziose non solo per gli studenti, ma
anche per i praticanti esperti.




Appare ovvio dai consigli di tutti e tre i grandi maestri
citati che lo scopo primario del Tai Chi Chuan è efficienza in combattimento
(benché Wu Yu Xiang concluda la serie di consigli dicendo che il Tai Chi Chuan
si pratica allo scopo di “ottenere salute, vitalità e longevità”). Tutti gli
elementi sottolineati nei loro consigli si propongono di migliorare l’abilità
in combattimento del praticante di Tai Chi Chuan: per esempio la differenza tra
‘apparente’ e ’solido’, l’accumulo del chi nell’addome, la salita dello shen, o
spirito, al capo, intendono offrire al praticante padronanza di sé, forza
interna e lucidità mentale affmché possa combattere al meglio. Le qualità che
derivano dalla pratica del Tai Chi Chuan come arte marziale sono utili anche nella
vita quotidiana. Se però gli studenti o gli istruttori adottano, nella pratica
o nell’insegnamento del Tai Chi Chuan, il modo di pensare




secondo cui il Tai Chi Chuan si effettua solo per la salute
e mai per il combattimento, trascureranno probabilmente quei metodi di
allenamento volti allo sviluppo di tali qualità, con la convinzione che non
siano pertinenti al loro scopo; ecco perché non acquisiranno le qualità che
stimolano la salute, la vitalità e la longevità.




Molti studenti eccedono nel secondo dei fattori descritti da
Yang Deng Fu, ‘abbassa il petto, solleva la schiena’, col risultato di chiudere
il petto al punto di incidere sul respiro, e incurvare la schiena.




‘Abbassare il petto e sollevare la schiena’ dovrebbe far
scendere il chi nel campo energetico dell’ addome e non stringere in una morsa
il cuore o soffocare i polmoni! Commentando tale considerazione, il maestro
contemporaneo Cheng Man Ching ha detto: “Abbassare il petto significa non
espanderlo e non incavarlo.




Dovrebbe essere rilassato. È questo soltanto il metodo
corretto”.




 




marcellotaichi@supereva.it




 




 




 




 




Analisi dei principi fondamentali del Tai chi e del qi gong
II




Regolare il corpo significa entrare in una condizione
propria, naturale. E’ la condizione che dà più benessere possibile da un punto
di vista fisico.




LA REGOLAZIONE DEL CORPO




Regolare il corpo è un concetto del Qi Gong che è quasi agli
antipodi rispetto al concetto occidentale di regolare il corpo, cioè non è una
attività ginnica come nuoto o palestra per migliorare la condizione fisica. C’è
chi considera il Qi Gong e il Taiji Quan una specie di ginnastica cinese ma non
è così. I principi di funzionamento delle attività sportive occidentali sono
basati sul mettere in attività gli aspetti fisici muscolari in particolare e consistono
nello sviluppare la forza e nel migliorare la potenza, la velocità e far sì che
il cuore arrivi ad un certo numero di battiti ed è un’attività in genere
faticosa nel senso fisico del termine. Fare questo tipo di attività fisica non
presenta particolari problemi finché si è giovani, ma ad un’età avanzata o in
caso di patologia non sempre è adeguata oppure non dà i risultati voluti perché
è un’attività di sforzo, presuppone il superamento dei limiti fisici della
persona. In realtà molta dell’attività ginnica sportiva occidentale non si può
applicare a persone malate o in età avanzata.




Il Qi Gong classifica queste attività sportive come
fondamentalmente innaturali che vanno oltre le capacità proprie della persona.




Invece Qi Gong e Taiji Quan sono classificati come naturali.




Regolare il corpo significa entrare in una condizione
propria, naturale. E’ la condizione che dà più benessere possibile da un punto
di vista fisico.




Per entrare in questa condizione bisogna passare attraverso
un rilassamento fisico e quindi la differenza fondamentale tra il Qi Gong e il
Taiji Quan e le nostre attività sportive è che all’inizio della pratica non
bisogna fare esercizi di riscaldamento, non c’è questo aspetto di attivazione
del nostro fisico. Nella nostra vita quotidiana siamo sottoposti a grandi
affaticamenti psichici e la maggior parte delle persone è sottoposta a stress
di tipo psichico e anche di tipo fisico, perché la tensione si estende
facilmente al corpo. Questi due tipi di tensione inducono nel nostro corpo una circolazione
scorretta e caotica dell’energia e, se questo tipo disordinato di moto
energetico si protrae nel tempo si avrà come conseguenza lo sviluppo di qualche
forma patologica. Vari tipi di malattie sono originate da problemi di disordine
nel moto energetico della persona. La circolazione energetica in una persona
normale e sana è regolare con dei moti che seguono leggi ben precise e regole
sia spaziali che temporali in momenti diversi l’energia circola con modalità
diverse nelle varie parti del corpo.




Quindi praticare il Qi Gong e il Taiji Quan significa anche
prendere conoscenza ed approfondire la consapevolezza delle regole naturali cui
siamo sottoposti. Sfruttando queste conoscenze si può riuscire a curarsi e a
regolare il proprio fisico. Quindi la prima cosa da tenere presente durante la
pratica è la regolazione del corpo (Tiao shen).




Esistono molti metodi pratici di regolazione. La regolazione
del corpo si basa innanzitutto sul rilassamento completo del corpo ovvero
rilassare il corpo dalla testa alla punta dei piedi, un rilassamento assoluto
di ogni cellula del proprio corpo compresi gli organi interni. E’ un tema molto
importante e molto profondo ed esistono varie tecniche per raggiungere lo
scopo.




1. Rilassamento dall’alto verso il basso: SHANG XIA FANG
SONG FA.




E’ un primo tipo di rilassamento. Evidentemente è un metodo
che prevede una operazione di rilassamento che inizia dal capo e scende sino ai
piedi. Per esempio ci si puo’ immaginare pieni di un liquido, di acqua, e
lentamente fare scendere questo liquido nel vostro corpo e mano a mano che
scende si compie un rilassamento. Questo tipo di rilassamento è molto indicato
nelle persone ipertese o che soffrono di pressione alta o nelle persone
nervose, emotivamente sempre stressate e agitate. Quando si vuole praticare il
Qi Gong, all’inizio si puo’ usare questo tipo di rilassamento e ripeterlo più
volte fino a raggiungere un certo grado di rilassamento. E’ la ripetizione
della pratica di rilassamento che porta ad un rilassamento, quindi se si è deciso
di praticare, prima occorre rilassarsi e ripetere una operazione di
rilassamento sino a che si raggiunge il rilassamento completo del corpo.




2. Rilassamento dal basso verso l’alto: CONG XIA WANG SHANG
FAN SONG FA.




Questo è un metodo di rilassamento che inizia dalla pianta
dei piedi e risale fino alla testa. Si adegua alle esigenze di chi ha la
pressione bassa o di chi soffre di anemia; sarà un rilassamento che inizia
dalla pianta dei piedi e man mano risale fino al capo. Per esempio un sistema
che si può usare in questo caso è quello di mettersi sdraiati con i piedi in
posizione sollevata; alzare i piedi con un cuscino e tenere la testa più in
basso dei piedi. E’ un metodo che si addice anche alle persone che soffrono di
difficoltà circolatorie agli arti inferiori; se si hanno questi problemi si può
provare ad usare questo sistema di rilassamento dal basso verso l’alto. Altri
casi in cui è indicato è il prolasso degli organi: dello stomaco, dell’utero,
dell’ano, del rene.




3. Rilassamento dalla parte anteriore alla parte posteriore
del corpo: QIAN HOU FAN SONG FA.




Ci sono persone che durante i propri tentativi di
rilassamento trovano difficoltà a rilassare la parte posteriore del corpo:
possono usare questo sistema iniziando frontalmente e rilassando il corpo fino
ad arrivare posteriormente. Chi soffre di mal di schiena, di lombalgia,
dorsalgia o sciatalgia: fa fatica a rilassare queste parti posteriori; può
provare ad operare un rilassamento prima nelle parti più semplici da rilassare,
quindi frontalmente, e poi spingere il rilassamento fino a dove avverte dolore.
Ci sono altre persone che al contrario hanno delle parti difficili da rilassare
frontalmente: ad esempio senso di schiacciamento al petto, pancia gonfia,
sensazioni di pienezza fastidiosa al costato e ai fianchi, tutte zone che non
si rilassano facilmente: potrebbero tentare di rilassarsi al contrario, da
dietro verso davanti, invertire quindi il senso.




4. Rilassamento da sinistra verso destra: ZUO YOU FAN SONG
FA.




Ci sono persone che si rendono conto che hanno una metà del
corpo che non riescono a rilassare: esse possono provare a fare un rilassamento
laterale per esempio da destra verso sinistra. Se non si riesce a rilassare la
destra si può partire dalla parte sinistra e spingere il rilassamento verso
destra. Questo rilassamento ha lo scopo di rilassare in maniera omogenea tutto
il corpo, quindi si può usare la capacità di percezione nella differenza di
rilassamento tra le due parti del corpo. Si può usare questo sistema per
cercare di rilassare quella metà del corpo che si fa fatica a rilassare.




5. Rilassamento dall’interno verso l’esterno: NEI WAI FAN
SONG FA.




Si può pensare a questo metodo se i precedenti non
soddisfano, rilassando dall’interno del corpo verso l’esterno. Le persone che
sono molto tese, molto nervose, molto emotive, possono pensare ad un
rilassamento che inizia al centro del cervello, da un’area centrale nella
testa; si incomincia a rilassare questa zona centrale e si espande il moto di
rilassamento verso l’esterno. Per effettuare bene questo tipo di rilassamento è
meglio cercare un luogo appropriato, che dia una sensazione di benessere, di
piacere: se è un luogo naturale, positivo, è meglio. Questo è un rilassamento
di ingrandimento, nel senso che inizia da un punto piccolo e si espande
buttando all’esterno la condizione di non rilassamento. Pensiamo alle persone
che hanno problemi emotivi considerevoli, sono depresse o troppo tese e
stressate: queste persone più pensano, più cercano di rilassarsi, più la testa
va in agitazione. Quindi questo è un metodo che può essere utile
nell’eliminazione di queste tensioni, perché si catturano queste tensioni
dall’interno e si buttano fuori. E’ un metodo per le persone molto introverse,
depresse, che parlano poco e si tengono tutti i motivi di ansia e le
arrabbiature dentro. Questo è un sistema per chi comprime all’interno i
problemi, per aiutarlo a tirare fuori tutto quello che è stato compresso
dentro. Un altro tipo di rilassamento è per così dire il contrario di questo,
va dall’esterno verso l’interno, anche se non è esattamente alla rovescia.




6. Rilassamento dall’esterno verso l’interno: WAI NEI FAN
SONG FA.




Il metodo precedente, dall’interno verso l’esterno, si
adegua a chi ha troppi pensieri per la testa e li deve buttar fuori. Al
contrario il sistema che va dall’esterno verso l’interno si adatta alle persone
che sono deboli, stanche, che sono in vuoto di qi, di energia e di sangue. E’
importante scegliere un ambiente il più possibile naturale e piacevole, ed in
questo metodo è ancora più importante perché si devono prendere degli aspetti
piacevoli dall’ambiente in cui ci si trova, e portarli dentro. Questo sistema
presuppone il trucco di andare in un ambiente piacevole, o trovare qualcosa in
un ambiente esterno che sia sereno, rilassante e piacevole e portarlo dentro.
Ad esempio, se si ha un vaso di fiori in casa, con i fiori che stanno
sbocciando, lo si mette davanti, lo si osserva e da questa osservazione può
nascere un senso di felicita’. Il fiore che sta per sbocciare dà una grande
gioia, è di una delicatezza estrema, e si può portare questa gioia, questa
delicatezza del fiore, all’interno. Un fiore che sta per sbocciare è un fiore
giovane, con energia fresca. Si realizza una sorta di trasformazione, di
ricarica che parte dall’esterno, entra, all’interno cresce e si espande e butta
fuori quello che c’è da buttar via. Se si è tesi e nervosi si può immaginare di
andare al mare: vedere un mare calmo, aiuta a placare un moto energetico
disordinato e caotico. Oppure si può pensare ad una montagna: osservarne la
maestosità e l’immensita’ e portarla all’interno del proprio cuore rendendolo
calmo e stabile. E’ un sistema per far compenetrare una parte dell’ambiente
esterno con noi stessi, è uno scambio.




Il rilassamento è quindi il principio basilare e il punto di
partenza imprescindibile per la pratica del Qi Gong e del Taiji Quan.




 




A qualsiasi livello non si sottolineerà mai abbastanza
l’importanza del rilassamento, soprattutto per i praticanti di stile chen che a
differenza degli altri praticanti di taiji pongono spesso più attenzione
all’emissione di energia (Fa-jing) il cui presupposto fondamentale è però
proprio il rilassamento.




Chen Zhao-Kui dava molta importanza al rilassamento che deve
essere totale. Solo il rilassamento ci permette di scaricare l’energia in modo
così potente e rapido da non permettere reazione.




L’esercizio del Taiji Quan tira fuori le potenzialità
nascoste del corpo umano in modo naturale. Durante la pratica la mente deve
essere completamente controllata e governare muscoli, tendini, ossa e organi
interni in modo che possano lavorare insieme sinergicamente e si possa essere
rapidi e leggeri nel movimento. La pratica rende la mente capace di guidare il
corpo ad esprimere le sue potenzialità nascoste. Mente e corpo devono agire
insieme come un’unità. In uno scontro la mente deve convogliare tutta la forza
del corpo nel punto di contatto e perché questo avvenga il corpo deve essere
rilassato e sciolto. Come una molla.




 




Vediamo i punti essenziali di questo rilassamento da un
punto di vista più specifico per il Taiji Quan (di stile CHEN).




< strong>1. E’ la mente che deve essere rilassata per
prima. Prima la mente e poi il corpo. Se rilassiamo la mente anche il corpo si
rilasserà.




Nel Taiji Quan quando una parte del corpo si muove, tutto il
corpo si muove e quando una parte è ferma tutto il corpo è fermo. Il movimento
e l’immobilità sono sotto il controllo della mente. Ecco perché quando
pratichiamo dobbiamo essere calmi, rilassati e perfettamente concentrati. Solo
allora possiamo sviluppare un’alta sensibilità. Il primo passo è quindi porre
la mente in uno stato rilassato e tranquillo. Perché serva al nostro scopo.<
em>2.




Se la mente è tranquilla e rilassata, l’attenzione sarà in
grado di rilassare e sciogliere gli organi interni, i muscoli, i tendini e le
articolazioni.




I classici del Taiji Quan affermano: “La nostra pelle deve
essere sensibile e tutte le articolazioni devono essere sciolte. Chen Zhao-Kui
affermava: “Dovremmo allungare il corpo partendo da punti opposti”.. “Se una
parte del corpo va in su l’altra deve andare in giù”. O “se si scarica energia
a destra occorre rilassare e affondare la parte sinistra del corpo”. Il
principio indicato è: sciogliere e allungare tutte le articolazioni del corpo.




3. Quando pratichiamo, eccetto per la sommità del capo che
deve essere tirata verso l’alto tutte le parti del corpo devono essere sciolte
e affondate.




Per quanto riguarda le braccia occorre sciogliere e
rilassare le spalle affondare i gomiti e piegare i polsi. Per le gambe dobbiamo
rilassare ed aprire le anche, flettere le ginocchia, e le caviglie; per il
tronco occorre rilassare la gabbia toracica e rilassare e affondare la regione
lombare della colonna vertebrale. Tutto ciò perché le giunture possano essere
sciolte e rilassate e il peso del corpo e il Qi possano affondare e di
conseguenza la parte inferiore del corpo possa essere solida e ben radicata e
la parte superiore libera e leggera.




4. Il rilassamento deve essere “vivo” .




Questo si deve verificare principalmente nelle giunture e
poi nei movimenti flessibili a spirale degli arti generati dalla vita e dal
Tantien: il Chan-Su-Jing. La chiave per ottenere ciò è che attraverso la
pratica della forma, specialmente il Chan Su- Jing. Sciogliamo le articolazioni
e i tendini e aumentiamo la flessibilità dei muscoli.




I classici dicono: quando ci muoviamo tutto il corpo deve
essere leggero e agile. Dobbiamo esercitarci in questo modo cosicché tutte le
nostre giunture siano sciolte e possano rapidamente mobilizzare la forza
dell’intero corpo nel punto di contatto con l’avversario.




marcellotaichi@supereva.it  <IMG< p>




 




 




 




Analisi dei Principi fondamentali del Taiji Quan e del Qi
Gong III




Riprendiamo il tema dell’importanza del rilassamento nella
pratica del Tai Chi Chuan e del Qi Gong: I classici dicono: “quando ci muoviamo
tutto il corpo deve essere leggero e agile. Dobbiamo esercitarci in questo modo
cosicché tutte le nostre giunture siano sciolte e possano rapidamente
mobilizzare la forza dell’intero corpo nel punto di contatto con l’avversario”.




Le giunture più importanti da sciogliere sono quattro: le
spalle e le anche.




Chen Zhao-Kui diceva: dobbiamo rilassare attentamente il
torace ). Se è rigido si riempirà di Qi e non potrà coordinare i movimenti del
corpo. Allora saremo facilmente battuti. Inoltre la cosa più importante è
condurre tutti i movimenti dalla vita e dal torace. La chiave per mantenere il
petto rilassato è sciogliere le spalle e la chiave per mantenere la vita
rilassata è sciogliere le articolazioni delle anche.




Quando si fa pratica Tui-Shou (“Mani che spingono”) la cosa
più importante è controllare le spalle dell’avversario.




Se per lui è difficile girare, resisterà e sarà sotto il
nostro controllo. La possibilità di girare le spalle dovrebbe essere effettuata
dal busto e dalla vita che devono girare insieme come un’unità e tutte queste
parti: spalle, busto e vita devono essere rilassate e sciolte. Quando insegnava
Tui-Shou diceva: la cosa peggiore che potete fare è che quando l’avversario
spinge voi alzate le spalle e il busto e la vita diventano un pezzo di legno.
Questa è la fine.




Così quando parliamo di rilassamento intendiamo sciogliere
le articolazioni delle spalle e delle anche, e che il rilassamento del busto
dipende dalla scioltezza delle articolazioni delle spalle, e il rilassamento
della vita dalla scioltezza delle anche.




Se siamo in grado di fare questo il rilassamento per noi non
ha più segreti.




Come esercitarsi per essere rilassati.




I principianti non possono evitare di essere rigidi. Questo
è normale quando si comincia ad imparare il Taiji Quan, non si ha familiarità
con i movimenti e ci si irrigidisce.




Quando gli studenti hanno imparato l’intera forma allora occorre
cominciare a lavorare sul rilassamento sottolineandone l’importanza e
utilizzando vari metodi:




1) Il rilassamento si dovrebbe basare su un corpo diritto ed
esteso.




Altrimenti la forma collasserebbe a causa dell’oscillare
delle spalle o l’iperestensione delle ginocchia.




2) Il Taiji Quan di stile Chen è caratterizzato da un
andamento misto lento e veloce. Ma i principianti non essendo completamente
rilassati devono praticare la forma lentamente. Attraverso la lentezza possono
sentire le parti del corpo che non sono rilassate e possono avere una migliore
comprensione del rilassamento.




3) Tutti i movimenti del Taiji sono a spirale e circolari.




Occorre cercare di essere rilassati mentre si eseguono i
movimenti a spirale. E’ difficile essere rilassati se ci si muove per linee
dritte.




4) Cominciamo con lo sciogliere per prime le articolazioni
più importanti.




Poi possiamo combinare la scioltezza delle spalle con quella
dei gomiti e della vita ed essere in grado di sentire come le articolazioni si
muovono una dopo l’altra come il movimento di un verme che muove il suo corpo
sezione per sezione.




5) Il Taiji Quan richiede che tutte le parti del corpo siano
affondate.




Questo comporta un pesante carico per le gambe che devono
essere solide e forti per dare un valido sostegno alla parte superiore del
corpo. Le posizioni basse aiutano il rafforzamento delle gambe. Solo quando le
gambe sono forti si può ottenere un buon rilassamento della parte superiore del
corpo. Perciò è bene praticare posizioni basse per allenare e rafforzare le
gambe in modo da poter rilassare la parte superiore del corpo.




6) Attraverso “Mani che spingono” possiamo imparare come
prendere la forza dell’avversario.




Se vogliamo usare la sua forza non dobbiamo resistere ma
assecondare. Chi non vuole perdere è sempre teso e rigido e perciò fa
resistenza. Se non si ha paura di perdere si può essere rilassati. Perciò
quando si fa “mani che spingono” si deve essere pronti a perdere e non si deve
cercare di evitare di perdere. Se non ci spaventa perdere il beneficio è
enorme. Non si deve temere di lasciar venire avanti l’avversario quando spinge.
Dobbiamo lasciarlo spingere tanto quando vuole e soltanto rilassarci e
lentamente sviluppare la capacità di contenere e assorbire al forza che avanza.




marcellotaichi@supereva.it




 




 




Analisi dei Principi del Taiji Quan IV




Il Taiji Quan e' un'arte marziale la cui filosofia e' basata
sulla teoria dello Yin e dello Yang e dell' Yi Ching




 Il Taiji Quan è
un’arte marziale la cui filosofia è basata sulla teoria dello Yin e dello Yang
e dell’Yi-Ching.




E spesso ci si riferisce a questo aspetto del Taiji Quan
come “morbido e duro insieme”.




Un’arte marziale che enfatizzi solo il morbido e il rilassato
non può essere Taiji Quan.




Il rilassamento è solo una parte del training di base, del
Taiji Quan.




Il proposito è quello di sviluppare una forza che sia
morbida e dura, leggera e pesante attraverso il rilassamento e altri metodi. La
forza del Taiji, è la forza dell’intero corpo e non può essere ottenuta solo
con il rilassamento.




La forza del Taiji si ottiene attraverso la pratica
diligente della forma, mani che spingono, la pratica di singoli movimenti e
altri programmi di training.




Tutti questi training non contrastano col rilassamento ma
gli sono complementari. Alcuni non praticano il training della forza per paura
di ostacolare il rilassamento. Il timore è infondato.




Alcuni pensano che i praticanti di Taiji non dovrebbero
usare pesi e usare la forza. Questo non è vero. Prima di imparare il Taiji Quan
il corpo è rigido e la forza non è flessibile.




Dopo aver imparato il Taiji Quan si è molto rilassati, il Qi
circola e si è liberi dalla rigidità ma si mantiene la forza. La forza rigida
di solito proviene dalle spalle e non è controllata dalla vita. In termini
economici la forza rigida è il nostro capitale e il rilassamento è il metodo
che usiamo per fare affari. Se sappiamo come fare affari con un piccolo
capitale possiamo fare grossi affari. Se non lo sappiamo anche con un gran
capitale non riusciamo a fare affari. Perciò, una volta imparato a fare Taiji
correttamente non c’è niente che non si possa fare, sia esso sollevamento pesi,
lotta o corsa.




Mr. Dong Ying-Jie paragona il power training al capitale
necessario per fare affari e il rilassamento alla conoscenza necessaria per
avere successo.




La forza del Taiji è come la forza di un trampolino, una
miscela di morbido e duro. I classici del Taiji dicono: lascia che l’avversario
venga avanti e colpiscilo non appena perde il suo equilibrio.




Se volete lasciare l’avversario venire avanti dovete in
primo luogo essere rilassati. Per colpirlo è necessaria una grossa forza
elastica basata sul rilassamento. Occorre sviluppare una grande forza interna e
allo stesso tempo il rilassamento. Combinando i due si può ottenere una grande
forza elastica che è la vera essenza del Taiji Quan.




Perciò rilassamento e power training non sono incompatibili
ma complementari. La chiave è che bisogna essere prima rilassati e poi su questa
base sviluppare la forza. La concezione che il power training possa danneggiare
il rilassamento è priva di fondamento.




Marcello Giusti




marcellotaichi@supereva.it




 




 




La Chiave per padroneggiare il Taiji Quan




Essere “song” è la chiave per padroneggiare il Taiji Quan




 




Essere “song” è la chiave per padroneggiare il Taiji Quan.




E’ difficile tradurre il termine song che significa essere
rilassato, non usare forza bruta, stirare e sciogliere tutti i muscoli, i
tendini e le articolazioni.




Possiamo dire se un praticante è song testandolo nel “Mani
che spingono”. E’ relativamente semplice essere “song” praticando la forma, lo
è molto meno contrastando un avversario nel “mani che spingono”.




Se si è realmente song, quando si è attaccati si è in grado
di controllare facilmente l’attacco. Questo perché tutte le giunture sono
sciolte e la forza interna è sempre presente là dove è la mente. Quando le
braccia sono in contatto grazie al rilassamento si può (sentire), intuire il
movimento successivo dell’avversario e neutralizzarlo contrattaccando allo
stesso tempo.




Occorre essere sciolti e morbidi per uscire fuori da
situazioni difficili. Scioltezza e rilassamento rendono difficile
all’avversario mantenere l’equilibrio. In molti casi basta sciogliere la vita e
le anche per risolvere molte situazioni.




Non è possibile raggiungere alti livelli nel Taiji senza
essere song (pochi sanno che essere song produce un forte potere).




Occorre distinguere tra song e rilassamento.




Song indica l’abilità di un praticante di raggiungere un
livello più alto.




Deve essere rilassato, vigile (capace di sentire il
movimento successivo dell’avversario), flessibile (capace di seguire), agile
(capace di muoversi rapidamente) forte (come ferro avvolto nel cotone) e sicuro
(delle sue capacità). Song è il risultato di parecchie migliaia di ore di
appropriato allenamento.




Non deriva dall’immaginazione o dal sogno.




Il rilassamento è la base del Song ed implica il
rilassamento della mente e del corpo intero.




marcellotaichi@supereva.it




 




 




La Chiave per padroneggiare il Taiji Quan II




Sciogliere ed allungare tutte le articolazioni del corpo per
generare il "Peng Jing" (La "Forza Interna")




 




La cosa più difficile dell’essere Song è sciogliere e
allungare tutte le articolazioni del corpo.




Per questo quando pratichiamo la forma dobbiamo sospendere
la testa come fosse appesa ad un filo, affondare la vita per sciogliere e
allungare le vertebre del collo e di tutta la colonna, lasciar cadere le spalle
ed i gomiti per sciogliere e allungare le braccia, piegare le ginocchia e
mantenerle sciolte (per sciogliere ed allungare le gambe). L’allungamento delle
articolazioni produce il “Peng Jing” o potere interno. Il rilassamento parte
dalla mente; il punto cruciale è sciogliere le articolazioni delle spalle e
delle anche. Una volta che queste sono sciolte si è sulla buona strada per
essere Song. E’ importante praticare la forma in posizioni basse e strettamente
connessi in modo che ogni movimento si generi dalla vita con la cooperazione
del Tan Tien. Se la vita non si muove le braccia non dovrebbero muoversi. Se
l’interno (il Tan-Tien) non si muove, l’esterno (il corpo) non si dovrebbe
muovere. Nella pratica occorre muovere vita e Tan-Tien prima che le braccia si
muovano. Non bisogna sottovalutare l’allenamento con le posizioni basse. E’
duro per le gambe, ma scioglie le articolazioni delle anche molto prima delle
posizioni alte e accorcia il tempo per diventare Song. Aumenta anche molto la
forza interna. Al contrario di quanti pensano che nel Taiji Quan conti più la
mente che la forza, la forza interna è assolutamente necessaria e può essere
ottenuta sia praticando la forma sia il power training, sia il bastone lungo,
il bastone corto, la palla Taiji, il Taiji Qi-Gong ecc.. L’esercizio del power
training gioca un ruolo importante nell’aiutare a diventare song e dare forte
energia interna. Almeno un terzo dell’allenamento dovrebbe essere dedicato al
power training.




marcellotaichi@supereva.it




 




 




La Chiave per padroneggiare il Taiji Quan III




La chiave di volta per divenire "song" è
nell’articolazione delle anche




 




E’ importante sottolineare che la chiave di volta per
divenire song è nell’articolazione delle anche.




Ma Hong sostiene che quando le anche sono sciolte le altre
articolazioni, a cominciare dalle spalle seguono facilmente. I classici dicono:
la prima cosa è che ogni movimento dovrebbe partire dal busto e dalla vita e
che per qualsiasi carenza la soluzione dovrebbe essere trovata nella vita e
nelle gambe. Diventare song richiede tempo: all’incirca 10 anni praticando
un’ora al giorno.




Nel “mani che spingono” è poi possibile testare i risultati
del training. Qui emergono tutti i difetti come: usare forza bruta, senza peng
jing (forma collassata) alzare spalle e gomiti ecc.. Dedicare almeno due ore a
settimana al “mani che spingono”, è un lavoro molto importante per sciogliere
le anche e diventare song. E questa è un’esperienza molto particolare ed
eccitante. Da allora in poi ci si può muover verso i livelli più alti del
training Taiji: il combattimento libero.




marcellotaichi@supereva.it




 




 




Le Posizioni Corrette per la Pratica del Tai Chi Chuan: l'
Allineamento Posturale (I)




Durante la pratica del Taiji Quan vogliamo che la nostra
energia fluisca e si sviluppi in forza interna, un segno che pratichiamo
correttamente . Per ottenere questo abbiamo bisogno che il nostro corpo assuma
certe posizioni precise.




 




Ecco i punti fondamentali su cui lavorare per ottenere una
corretta postura




1) Piegare le ginocchia e flettere le articolazioni delle
anche




Questo è importante perché le gambe sono la base che
sostiene il busto. Piegare le ginocchia e flettere le articolazioni delle anche
può offrire una buona base. Se quando abbiamo ginocchia piegate e anche flesse
sentiamo di essere seduti su di uno sgabello invisibile è più importante che le
gambe sono stabili, allora siamo sulla buona strada. Con la pratica costante
gradualmente si riesce a sentire il Qi e lo Jing affondare nei piedi e alla
fine tornare su fino alle mani.




2) Mantenere l’arco inguinale arrotondato e sciolto.




L’arco inguinale è dove le gambe si congiungono col corpo.
Dovrebbe essere mantenuto tondo come un arco in modo da poter girare o spostare
il peso facilmente.




3) Posizione delle natiche.




E’ possibile commettere l’errore di tirare in dentro le
natiche e il coccige durante la pratica del Taiji. Questo errore può causare
dolori nella parte inferiore della schiena perché questa postura determina un
carico eccessivo sulla parte bassa della schiena. Occorre lasciare che le
natiche cadano normalmente nella loro posizione naturale. Il Qi può circolare
solo se il corpo è interamente rilassato. Se deliberatamente tiriamo in dentro
le natiche creiamo tensione e pressione che possono soltanto bloccare il flusso
di Qi non aiutarlo. Se lasciamo le natiche nella loro posizione naturale la tensione
scompare. Quando il Qi vuole salire su le natiche e il coccige saranno tirati
in dentro automaticamente per aiutare il Qi ad arrivare fino in cima alla
testa. Poi coccige e natiche torneranno nella loro posizione normale, e si
muoveranno dentro e fuori tutto il tempo se si è rilassati e si mantiene la
giusta postura. Nel Taiji Quan di stile Chen le natiche si trovano in quattro
differenti posizioni. Generalmente sono nella loro posizione naturale. Quando
il Qi sale su le natiche sono tirate in dentro. Quando si gira a destra la
natica destra viene su leggermente mentre la sinistra va leggermente giù.
Quando si gira a sinistra, la natica sinistra va su e la destra giù.




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Le Posizioni Corrette per la Pratica del Tai Chi Chuan: l'
Allineamento Posturale (II)




Durante la pratica del Taiji Quan vogliamo che la nostra
energia fluisca e si sviluppi in forza interna, un segno che pratichiamo
correttamente . Per ottenere questo abbiamo bisogno che il nostro corpo assuma
certe posizioni precise.




 




Ecco i punti fondamentali su cui lavorare per ottenere una
corretta postura




4) Mantenere il busto dritto. Quando il busto è diritto
l’energia può fluire facilmente dai piedi attraverso la colonna fino alle mani.
Questo è benefico per la salute. Dal punto di vista marziale spinte pugni,
calci ecc. sono molto più forti quando il busto è dritto. Un modo semplice per
mantenere il busto diritto è allineare le spalle con le anche. Ogni volta che
ci si muove occorre muovere spalle e anche insieme. Ovvero muovere il busto
come un corpo unico. Quando si è in grado di muovere il busto come un’unità
sarà facile usare la vita per muovere le braccia. Per fare questo il busto si
deve sempre muovere prima per guidare le braccia. E non muovere le braccia da sole.




5) Tenere la testa come appesa ad un filo. Non inclinare la
testa avanti o dietro quando si pratica il Taiji Quan, mantenere la testa
diritta e immaginare un filo che tira dolcemente la testa verso l’alto dal
centro. Tirare leggermente il mento in dentro aiuta la sospensione della testa.
Tenere la testa sospesa aiuta a portare l’energia dal coccige o dai piedi fino
alla cima della testa. Potremmo dire che senza un torso diritto e una testa
dritta non ci potrebbe essere flusso di Qi o di Jing (forza interna). Dopo
alcuni anni di pratica costante secondo questi principi, saremo in grado di
capire dov’è la linea centrale. E quindi se si perde l’equilibrio si è in grado
di riguadagnarlo rapidamente. E si può aggiustare il corpo a seconda della
situazione. Flettere le articolazioni delle anche, piegare le ginocchia e
tirare su la testa. Sono i tre più importanti requisiti per l’allineamento del
corpo. Questo flettere ginocchia e anche aiuta la discesa del Qi fino ai piedi,
sospendere la testa aiuta a portare il Qi dai piedi fino in cima alla testa.




marcellotaichi@supereva.it




 




 




Le Posizioni Corrette per la Pratica del Tai Chi Chuan: l'
Allineamento Posturale (III)




Durante la pratica del Taiji Quan vogliamo che la nostra
energia fluisca e si sviluppi in forza interna, un segno che pratichiamo
correttamente . Per ottenere questo abbiamo bisogno che il nostro corpo assuma
certe posizioni precise.




 




Prosegue l’analisi dei punti fondamentali su cui lavorare
per ottenere una corretta postura:




6) Stirare la schiena.




Significa tirare su l’ultima vertebra della colonna cosicché
il torso possa allungarsi. Stirare la schiena aiuta a mantenere il corpo
diritto. Inoltre aiuta a tirare dentro coccige e natiche al fine di favorire la
risalita del Qi in cima alla testa.




7) Rilassare il petto.




Una volta che il Qi ha raggiunto la cima della testa troverà
da sé la strada per scendere, di solito attraverso la linea frontale centrale
del torso. Occorre rilassare il torace e lasciar affondare le costole per
offrire al Qi le condizioni ottimali per affondare.




8) Rilassare e lasciar cadere le spalle.




Occorre sentire le articolazioni delle spalle come se
stessero cadendo a terra. Non sollevare le spalle. Altrimenti l’energia salirà
con esse, il corpo galleggerà nell’aria e si perderanno facilmente radici ed
equilibrio. Inoltre lasciar cadere le spalle è la strada migliore per far sì
che il torso e le braccia si comportino come un corpo unico.




9) Lasciar cadere i gomiti.




Aiuta a lasciar cadere le spalle.




10) Sciogliere tutte le articolazioni.




Tutti sanno che bisogna essere rilassati quando si pratica
il Taiji Quan, ma non tutti sanno che occorre ugualmente sciogliere e stirare
le articolazioni e i tendini. Quando tendiamo la testa verso l’alto e allo
stesso tempo mandiamo il bacino verso il basso, allunghiamo la spina dorsale.
Quando lasciamo cadere le spalle, i gomiti e i polsi, stiriamo le braccia.
Quando pieghiamo le ginocchia e flettiamo le giunture delle anche, stiriamo le
gambe. Stirando il corpo in questo modo favoriamo un buon flusso di Qi e un
incremento della forza interna.




Ma il più grande segreto è praticare l’equilibrio di Ying e
Yang. (…)




marcellotaichi@supereva.it




 




 




 




 




QI GONG




 




Che cos'e' il "Qi"?




Il concetto di "Qi" rappresenta l'energia
fondamentale dell'universo da cui dipende la vita di tutti gli esseri e anche
dell'uomo. Accrescere e coltivare questa energia e' fondamentale per la nostra
salute psicofisica.




 




Il “Qi”




Il “Qi” e’ l’ivisibile forza vitale dell’universo. E’
l’essenza della nostra esistenza.




Un antico filosofo cinese




scrisse: “la prima cosa di cui preoccuparsi nella vita e’
avere energia!”




Senza energia non si puo’ fare niente e niente puo’
esistere!




I cinesi hanno studiato l’energia per migliaia di anni, uno
studio documentato che risale al regno dell’imperatore giallo (2690-2590 a.C.
circa), e che continua fino ai nostri giorni.




L’ideogramma cinese “Qi” ha diversi significati: puo’
significare aria, respiro o soffio, ma e’ piu’ comunemente usato per
rappresentare il concetto di energia o essenza vitale.




Nel corpo umano il “Qi” e’ l’energia fondamentale che ci
tiene in vita e guida tutte le attivita’ del nostro organismo.




Questa energia non e’ esclusivamente umana ma pervade e
anima tutto l’universo.




Dal temine “QI” deriva il termine:




“Qi Gong”, ovvero lavorare con il “QI”, con l’energia,
accumulare, coltivare, migliorare la circolazione dell’energia nel corpo umano
per migliorare la salute e il benessere psicofisico.




Scrivetemi!




email: marcellotaichi@supereva.it




marcello




 




 




Le funzioni del Qi




La funzione del Qi e' paragonabile a quella del sangue:
circolare nel corpo e nutrire gli organi e le cellule.




 




Cos’e’ il Qi?




Il modo migliore per spiegare cos’e’ il Qi e’ descriverne le
funzioni.




Il Qi e’ una forza dinamica, che origina, pervade e caratterizza
ogni cosa.




Nell’essere umano ha molte




funzioni:




permette il movimento, riscalda, protegge, ad esempio dalle
malattie, presiede a tutte le funzioni degli organi e alla trasformazione del
cibo.




Si distinguono diverse




manifestazioni del Qi:




prima della nascita puo’ il Qi puo’ essere paragonato a cio’
che chiamiamo “costituzione”.




Dopo la nascita il Qi individuale si alimenta attraverso il
Qi del cibo e dell’aria respirata.




Il Qi, insieme con il sangue e gli altri fluidi vitali
circola nel corpo e raggiunge e nutre tutte le cellule.




Maggiore e’ la quantita’ e migliore e’ la circolazione del
Qi, migliore sara’ la salute dell’individuo.




Scrivetemi!




email: marcellotaichi@supereva.it




marcello




 




 




Regolare il corpo, la respirazione e la mente




Prima di cominciare a praticare il Qi gong dobbiamo
rilassarci e regolare il corpo, la respirazione e la mente, portare
l'attenzione all'interno ed ascoltare le sensazioni che vengono dal corpo.




 




E adesso cominciamo a praticare!




Regolare la postura




In piedi con i piedi paralleli distanti quanto la larghezza
delle spalle, rilassiamo tutto il corpo. Pieghiamo leggermente le ginocchia e
immaginiamo di sederci su di uno sgabello alto o su di una grande palla di
gomma. La sommita’ del capo e’ come attratta dal cielo, la zona cervicale si
distende leggermente e il mento si avvicina al petto.




Regolare la respirazione




Lasciamo che il petto si svuoti naturalmente e il respiro
scenda a livello addominale (quando inspiro l’addome si gonfia leggermente, si
sgonfia quando espiro) e lasciamo la respirazione naturale, senza forzare.




Regolare la mente




Lasciamo andare i pensieri, non li tratteniamo. La nostra
mente e’ come il cielo limpido e i pensieri sono come delle nuvole bianche che
passano e vanno via. La mente rimane tranqulla e serena e l’attenzione si
rivolge all’interno, alle sensazioni del corpo.




Rilassamento




Poi immaginiamo che scenda dall’alto un liquido caldo e
denso che bagna tutto il corpo a partire a partire dalla testa. Seguiamo la
sensazione della discesa del liquido e rilassimo tutto il corpo fino ai piedi.




Rimaniamo qualche minuto in questa condizione tenendo gli
occhi chiusi o semichiusi. Se si creano tensioni nel corpo poniamo l’attenzione
sulla zona tesa e rilassiamo.




Scrivetemi!




email: marcellotaichi@supereva.it




marcello




 




 




Il Qi gong dei Cinque Animali




E' una delle piu' antiche metodiche di Qi gong, ispirata al
movimento degli animali. Praticando questi movimenti e' possibile migliorare la
circolazione dell'energia nel corpo e prevenire e curare varie patologie.




 




Il Qi gong dei cinque animali e’ una delle piu’ antiche e
classiche metodiche di Qi gong.




Infatti, l’osservazione e l’imitazione delle movenze degli
animali e’ sicuramente il modo piu’ antico che l’uomo ha utilizzato per il
movimento, per danzare e per curarsi.




Il famoso medico Hua Tuo (III sec. a.C.) elaboro’ il “Gioco
dei Cinque Animali”, con intento chiaramente terapeutico.




Nell’opera “Gli Annali dei Tre Regni” afferma:




Il corpo umano ha un bisogno innato di azione e movimento
che pero’ non deve essere eccessivo, per procurare una sana distribuzione del
soffio vitale assunto con il cibo.




Allora si avra’ un miglioramento del flusso sanguigno e una
buona prevenzione delle malattie.




Se si soffre di qualche patologia, praticando il gioco piu’
adatto si arriva ad un’abbondante traspirazione finche’ il corpo si sente bene
e compare l’appetito.




Le forme dei cinque animali sono:




la Tigre, l’Orso, il Serpente, la Scimmia e la Gru.




Da notare che l’essenza di questa pratica consiste non tanto
nelle movenze corporee, quanto nell’assumere l’istinto e l’indole dell’animale
che si pratica: diventare l’animale!




Allora i movimenti saranno veramente quelli degli animali,
si potra’ sviluppare lo spirito animale e recuperare la nostra parte istintiva,
superando le rigide barriere psicocorporee che spesso ci ingabbiano.




Scrivetemi!




email: marcellotaichi@supereva.it




marcello




 




 




La prima posizione: Sostenere la sfera




La posizione base del Qi gong statico e': Sostenere la
Sfera. La pratica di questa posizione permette di incrementare l'energia vitale
in tutto il corpo.




 




Sostenere la sfera




La posizione base del Qi gong e’ Sostenere la sfera(Ti Bao
Shi), detta anche posizione del Palo Eretto, oppure Stare come un albero.




E’ un esercizio di accumulazione energetica.




Dalla posizione di rilassamento gia’ descritta solleviamo
leggermente le mani in avanti con i palmi rivolti verso il corpo all’altezza
dell’addome.




L’addome deve essere rilassato.




Le braccia vanno tenute leggermente arcuate in fuori; le
ascelle sono aperte.




Le dita sono lievemente separate come se tra di esse vi
fossero delle piccole sfere di cotone.




La distanza tra le mani e’ compresa tra uno e due pugni e vanno
mantenute all’altezza dell’addome. leggermente sotto l’ombelico.




Mantenere le spalle e le braccia rilassate e i gomiti verso
il basso.




Manteniamo questa postura per qualche minuto.




La posizione e il rilassamento del corpo liberano energia
che fluisce nei canali dell’agopuntura e va a nutrire gli organi e tutte le
parti del corpo, rivitalizzandolo e rinvigorendolo.




Praticando questa posizione l’attenzione va posta nell’area
compresa tra le braccia e l’addome: e’ qui che si accumula l’energia, ed e’
dall’addome, sede centrale dell’energia vitale, che attraverso i meridiani o
canali energetici, si distribuisce in tutto il corpo.




Scrivetemi!




email: marcellotaichi@supereva.it




marcello




 




 




Separare le acque




E' la prima forma del Qi gong dinamico. Camminando si aprono
e chiudono le braccia a livello della vita e si accumula energia nell'addome.




 




Separare le acque e’ il primo passo del Qi gong dinamico e
ne racchiude tutta l’essenza.




Favorisce lo stato di rilassamento durante il movimento,
l‘equilibrio, il coordinamento tra movimento e respiro, la leggerezza e la
morbidezza.




La sua pratica attiva nel suo insieme tutto il sistema
corporeo e spirituale.




Pratichiamo!




Assumere la posizione “Sostenere La Sfera” o del “Palo
Eretto” e mantenerla per qualche minuto.




Le mani sono una di fronte all’altra a livello della cintura
alla distanza di due pugni, i palmi rivolti all’interno e le dita delle mani
che si corrispondono.




Spalle e gomiti rilassati, tutto il corpo morbido e fluido.




Ascoltare le sensazioni della sfera leggera e impalpabile
tra le mani.




Separare le acque




Cominciare a camminare con il piede destro sfiorando il
terreno e mantenendo il piede parallelo al terreno.




Le braccia si aprono e si chiudono all’altezza della vita
seguendo il ritmo della respirazione.




Il movimento e’ lento, leggero e continuo.




Nella fase inspiratoria (quando le braccia si aprono)
assorbiamo energia, nella fase espiratoria (quando le braccia chiudono) con
l’intenzione portiamo l’energia assorbita all’addome (dove si trova il centro
energetico detto Dan Tian, il serbatoio principale dell’energia nel nostro
corpo).




Scrivetemi!




email: marcellotaichi@supereva.it




marcello




 




 




Il Passo dell'Orso




Caratteristiche dell'orso sono la stabilita', la decisione e
la pesantezza. Questo passo cura i disturbi digestivi e gastroenterici,
sciatalgie, cervicalgie e mal di schiena.




 




L‘orso corrisponde all’elemento terra e simboleggia la
stabilita’.




Caratteristiche sono la stabilita’ e la decisione.




Iniziare con la posizione Sostenere la Sfera.




Portare le mani a livello delle spalle con i gomiti flessi e
leggermente in fuori, chiudere le mani a pugno ma senza stringere, lasciare
morbido e rilassato.




Portare sempre i passi rasoterra.




Importante in questa forma e’ la rotazione della vita nella
direzione del piede che avanza e che determina l’avanzamento del braccio
opposto.




Inspirando fare il passo ed espirando portare il peso in
avanti e girare la vita.




I pugni si trovano alternativamente all’altezza del gomito
del braccio opposto.




Caratteristica dell’orso e’ l’espirazione veloce.




La camminata dell’orso serve per curare i disturbi digestivi
e gastroenterici.




Allevia sciatalgie e cervicalgie e il mal di schiena
soprattutto nella regione lombare.




Occorre immedesimarsi nell’andatura dell’orso e sentirne la
pesantezza.




Il peso va mantenuto nella parte posteriore del corpo
lasciando cadere la zona sacrale verso terra e allungando beneficamente le
vertebre della zona lombare.




Scrivetemi!




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marcello




 




Il passo della tigre




Il passo o la forma della tigre esprime la forza tranquilla
di questo felino, stimola la circolazione energetica in senso verticale e cura
i disturbi respiratorie e articolari.




 




La tigre corrisponde all’elemento metallo e simboleggia la
vitalita’.




E’ caratterizzata dal senso di sicurezza e di forza
tranquilla.




Si parte sempre dalla posizione Sostenere la sfera o del
palo eretto e si inizia a camminare con il piede sinistro mantenendo i
piediparalleli al suolo. Si avanza ruotando la vita.




Inspirando avanzare sollevando le mani con le dita ad
artiglio e i gomiti bassi.




Sollevare le mani fino all’altezza della fronte poi espirare
ed abbassare le mani a livello della vita.




Il movimento e’ morbido e fluido.




Gli occhi esprimono una certa aggressivita’




Questa camminata e’ consigliata soprattutto per i disturbi
respiratori ed articolari e promuove il movimento energetico in senso
verticale.




Rinforza il corpo contro le aggressioni esterne portate da
batteri e virus che attaccano le vie respiratorie ed e’ quindi utile per
prevenire sindromi influenzali, curare l’asma e le malattie dei polmoni.




Cura anche la periartrite scapolo-omerale e tutte le
infiammazioni delle articolazioni.




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La camminata dellla scimmia




La forma della scimmia e' spiritosa e divertente ed e'
basata sulla torsione del corpo, sull'espressione degli occhi e sul saliscendi.
E' utile per i disturbi della vista e delle articolazioni in genere




 




La scimmia corrisponde all’elemento acqua ed e’ caratterizzata
dalla vivacita’, dall’espressione degli occhi, dalla torsione del corpo e dal
saliscendi.




Si parte come sempre dalla posizione del palo eretto. Alzare
le braccia a livello del petto con i gomiti flessi e un po’ all’infuori.




Le punte delle dita sono unite come a formare un becco
d’uccello e rivolte verso il basso.




Da piedi paralleli portare in avanti il piede destro e
poggiare la punta a terra.




La mano destra con le dita chiuse a becco sopra il ginocchio
destro; la testa rivolta indietro verso destra con gli occhi sgranati e la mano
sinistra con le dita unite a becco vicino alla tempia sinistra, sulla
perpendicolare della mano destra e del ginocchio destro.




Poi passo a sinistra, poggiare la punta del piede sinistro a
terra e assumere la posizione simmetrica alla precedente.




Importante e’ la torsione del tronco dalla parte del piede
avanzato e il saliscendi camminando.




Questa forma e’ consigliata soprattutto per l’apparato
visivo e le vertebre cervicali.




Cura tutte le affezioni visive, dalla miopia alla
presbiopia; e’ ottima per i dolori cervicali.




E’ anche utile per le articolazioni in genere, per le
affezioni artrosiche delle mani, dei piedi e delle vertebre lombari.




All’inizio va eseguito lentamente, poi col tempo si aumenta
la velocita’ e il passo diventa agile e flessibile come quello della scimmia.




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La forma della gru




La gru simboleggia la longevita' e l'immortalita'. E' utile
per la circolazione e per regolarizzare la pressione. Ci fa vivere l'esperienza
del volo.




 




La gru corrisponde all’elemento fuoco ed e’ il simbolo della
longevita’ e dell’immortalita’.




Si parte sempre dalla posizione dell’albero o del palo
eretto.




I piedi si muovono paralleli al terreno, poco rialzati da
terra e si avanza lateralmente in modo alternato, come pattinando.




Le braccia che corrispondono alle ali della gru all’inizio
rimangono vicino al corpo come ali piegate prima di spiccare il volo.




Poi la gru si alza in volo, le braccia si alzano a livello
delle spalle e ondeggiano come vere ali.




Allora ci si immedesima nell’esperienza del volo, muovendosi
liberamente e tranquillamente in modo leggero ed aereo.




Questo passo e’ utile soprattutto per la circolazione e
regolarizza la pressione arteriosa.




E’ indicato per gli anziani che faticano a camminare.




E anche efficace nella cura delle vene varicose.




Il movimento deve essere leggero ed elegante.




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La forma del serpente




Il passo del serpente esprime flessibilita' e dinamismo. E'
un passo flessuoso che stimola e rinforza tutte le articolazioni, la colonna e
la funzionalita' di tutto il corpo




 




Il serpente corrisponde all’elemento legno ed e’ simbolo del
dinamismo.




Si inizia sempre dalla posizione dell’ albero.




Portare in avanti il piede sinistro che rimarra’ sempre
davanti.




I piedi sono quasi sulla stessa linea e sono vicini ma non
si toccano.




Le mani sono chiuse a pugno, ma senza stringere, allineate,
con la mano sinistra davanti alla destra.




Le mani descrivono due cerchi verticali; la mano sinistra
che e’ avanti, in senso orario, la mano destra in senso antiorario.




Si cammina mantenendo sempre avanti il piede sinistro e
mentre si fa il passo le mani descrivono i due cerchi verticali opposti, si
allontanano e tornano vicine.




Questo passo si differenzia da tutti gli altri perche’ si
mantiene sempre un piede avanzato rispetto all’altro.




La forma del serpente cura e rinforza tutte le
articolazioni, rende flessibile la colonna e attiva tutti i centri nervosi
paravertebrali, stimolando la funzionalita’ di tutto il corpo.




E’ anche indicata per i disturbi dello stomaco e
dell’intestino.




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Storia del Qi Gong




La storia del Qi Gong e' legata principalmente a due
personaggi mitici: i monaci Bodhi-Dharma e Zhang San Feng. Si basa sui concetti
di Yin e Yang, le due forze opposte e complementari che il Qi Gong ha lo scopo
di regolare ed armonizzare.




 




Storicamente il QI GONG trae le sue origini da due
personaggi:




BODHI-DHARMA e ZHANG SAN FENG.




——————————————————————————–




Bodhi-Dharma




è un indiano che arriva in Cina verso il IV secolo A.C.




E’ il ventisettesimo patriarca del Buddismo Dhyana (in
sanscrito “dhyana” significa “meditazione” e viene tradotto in cinese col
termine “channa” o anche “chan” a sua volta tradotto in giapponese col termine
“zen”).




Bodhi Dharma va nel Monastero di Shaolin,




dove trova i monaci che praticano la meditazione cosiddetta
“statica”.




Da questo matura in lui l’idea di insegnare il Qi Gong, cioè
una serie di tecniche di movimento e respirazione atte al recupero della salute
corporea ed emotiva.




Diventa il primo patriarca del Buddismo Chan: egli ha una
tradizione meno energetica e più marziale.




Il sesto patriarca, Hui Neng, è stato un grande del Buddismo
Chan.




L’altra tradizione del Qi Gong trae le sue origini da Zhang
San Feng, che però viene molto più tardi, e cioè circa seicento anni dopo.




Egli era un Taoista e veniva dalle montagne della Cina.
Sviluppa un Qi Gong decisamente più energetico. E’ stato l’iniziatore della
tradizione dei cinque animali e dei sei suoni segreti.




Il Qi Gong, così come tutto il pensiero cinese, si basa
fondamentalmente su due concetti: lo YIN e lo YANG.




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Storia del Qi gong II




Lo Scopo del Qi gong e' di regolare ed armonizare lo Yin e
lo Yang, le due forze opposte che animano e muovono tutto l'universo. Se
nell'uomo le due forze sono il armonia allora c'e' benessere.




 




Anticamente il carattere Yin




rappresentava il lato in ombra di una collina,




mentre lo Yang rappresentava il lato al sole della stessa
collina.




Questa è l’esatta etimologia antica. I cinesi non volevano
restringere in un solo campo tutte le possibilità semantiche di questi due
termini.




Yin potrebbe raffigurarsi anche nella terra, intesa come
materiale, cedevole, qualcosa che stà in basso.




Lo Yang è paragonabile al cielo;




il cielo è alto e dà un “regolamento” al susseguirsi delle
cose (per es. l’alternarsi delle stagioni). Lo Yang dà una regola e lo Yin si
adegua. Tanto più questi ruoli sono rispettati, tanto più esiste un’armonia
totale.




Il Qi Gong ha lo scopo di regolare ed armonizzare lo Yin e
lo Yang.




Nel corpo lo Yin rappresenta la parte di terra,la parte più
propriamente materiale,




mentre lo Yang è lo spirito, la psiche. Se tra corpo e mente
c’è armonia, noi siamo rilassati e stiamo bene.




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Storia del Qi gong III




L'I Jing e' La "Bibbia" che racchiude i principi
che regolano l'nterazione dello yin e dello yang. Si dice naturale tutto cio'
che segue l'alternarsi dello yin e dello yang. La legge che regola l'altenarsi
dello Yin e dello Yang e' detta Tao




 




Il libro cinese I JING è la “bibbia” che racchiude questi
princìpi.




Tutto ciò che definisce e delimita Yin e Yang è sbagliato.
Al massimo qualcosa può essere Yin rispetto ad “A”, ma allo stesso tempo sarà
Yang nei confronti di “B” (per es. schiena / bastone / accetta).




Naturale è tutto ciò che segue l’alternarsi di Yin e Yang.




L’ordine naturale è l’ordine delle stagioni che si
susseguono.




Non bisogna correre il rischio di essere egocentrici.




Per i cinesi l’ordine ( LI ) non è mai qualcosa di
razionale, non è mai un ordine “ego-riferito”.




Se io ho la capacità di entrare in questi concetti imparo a
capire e soprattutto ad accettare anche altre forme di “ordini” (per es. le
foglie del bosco che in autunno cadono a terra).




Quando i cinesi parlano di ordine, vogliono intendere
l’alternarsi di Yin e Yang che segue una sua legge, un suo “TAO”.




Uno Yin ed uno Yang, insieme, formano un Tao = armonia,
accordo.




(Tratto da “Ermanno’s Home Page - Qi Gong)




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Sei Suoni Segreti - Il Suono del Fegato




I sei suoni segreti appartengono ad una delle branche piu’
antiche della scuola taoista. Questa pratica mantiene il corpo in equilibrio e
in ottima salute ed e’ a tutt’oggi una delle metodiche di qi gong tra le piu’
amate e praticate in Cina e spesso prescritta negli ospedali cinesi.




 




I suoni sono accompagnati da movimenti delle braccia e tutto
il nostro organismo entra in vibrazione.




Prima di iniziare regolare sempre la postura, il respiro e
la mente.




In posizione eretta e con i piedi paralleli radicarsi nella
terra attivando l’arco interno delle gambe e sedersi leggermente scendendo con
il bacino e flettendo ginocchia e caviglie.




L’asse centrale del corpo si estende verso la terra e verso
il cielo mantenendo l’allineamento verticale e permettendo il rilassamento di
tutto il corpo.




Il petto si sgonfia leggermente lasciando scendere il
respiro nella zona addominale.




La mente e’ vuota, lasciamo andare i pensieri come nuvole
portate dal vento e assumiamo un atteggiamento meditativo e distaccato
attivando la mente piu’ profonda istintiva e intuitiva: lo YI.




IL SUONO DEL FEGATO




Il suono del Fegato e’ il suono XU, con la x morbida come
“sc” e la u francese e lombarda.




Si parte con le mani unite davanti al dantien e si sollevano
le braccia lateralmente con le palme rivolte verso il basso fino all’altezza
delle spalle inspirando.




Immaginiamo che l’energia assunta con l’inspirazione abbia
un colore verde- azzurro e vada a collocarsi nella zona del fegato, nutrendo
l’organo e attivandone le funzioni.




Espirando flettiamo i gomiti e portiamo le mani ad arco
verso il centro del corpo con il palmo verso il basso, emettiamo il suono XU e
facciamo discendere le mani parallele ai lati della linea mediana del corpo
fino al dantien.




Durante l’espirazione immaginiamo che l’energia di scarto
consumata dal fegato, di un colore verde scuro, venga espulsa attraverso le
gambe nella terra, purificando l’organo.




Eseguire la metodica sei volte.




Cura il fegato, la cistifellea, gli occhi, i muscoli, i
tendini, la tensione, la collera.




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I 18 ESERCIZI TAOISTI




Il Lien Gong She Ba Fa derivante dal "Dao In Shu"
(techiche taoiste per il miglioramento della salute) comprende una serie di 18
esercizi raggruppati in tre serie con diverse finalità terapeutiche, combinando
la medicina tradizionale cinese con la medicina moderna e la terapia sportiva.




 




I 18ESERCIZI TAOISTI




Questi esercizi che interagiscono con le varie parti del
corpo hanno lo scopo, attraverso la pratica quotidiana, di migliorare la
salute, di prevenire disturbi e curare alcune patologie.




Il Maestro Li Rong Mei, approfondendo e perfezionando
attaverso lo studio e la pratica personale queste tecniche taoiste, le ha
divulgate in Europa.




PRIMA SERIE (collo e spalle)




01 - JING XIANG ZHENG LI (Guardare sx e dx e alto e basso)




02 - ZUO YOU KAI GONG (Apertura laterale)




03 - SHUANG SHOU SHEN ZHAN (Alzare le braccia)




04 - KAI KUO XIONG HUAI (Circonduzione)




05 - ZHAN CHI FEI XIAN (L’airone dispiega le ali)




06 - TIE PI DAN TI (Spingere il cielo sx e dx)




SECONDA SERIE (schiena e bacino)




07 - SHUANG SHOU TUO TIAN (Flettere sx e dx con le braccia
estese)




08 - ZHUAN YAO TUI ZHANG (Spingere avanti e guardare
indietro)




09 - CHA YAO XUAN ZHUAN (Rotazione del bacino)




10 - ZHAN PI WAN YAO (Circonduzione e flessione – cavaliere)




11 - GONG BU CHA ZHANG (Estensione sx e dx – cavaliere)




12 - SHUANG SHOU PAN ZU (Flettere, toccare i piedi e
risalire)




TERZA SERIE (anche e gambe)




13 - ZUO YOU ZHUAN XI (ruotare le ginocchia)




14 - PU BU ZHUAN TI (Peso a sx e a dx – cavaliere)




15 - FU DUN SHEN TUI (Sedersi)




16 - FU XI TUO ZHANG (Flettere e toccare le ginocchia -
cavaliere)




17 - XIONG QIAN BAO XI (Portare gamba al petto)




18 - XIONG GUAN MAI BU (Passo dell’eroe)




marcellotaichi@supereva.it




 




 




La visione olistica




Per secoli Oriente ed Occidente sono rimasti separati da
visioni diverse della realta' e dell'esistenza. In Occidente l'ipersviluppo
della dimensione intellettuale ha determinato l'indubbio beneficio dello
sviluppo scientifico e tecnologico ma l'impoverimento della dimensione
esistenziale e la perdita di una visione "olistica" della vita.




 




Il termine “olistico”




deriva dal greco “olos”, ovvero “il tutto”. La visione
“olistica” e’ quindi una visione globale dell’essere umano in quanto tale e
delle sue interrelazioni con la realta’ ordinaria e con il mondo
sovrasensibile. In forza di questa visione, l’essere umano diviene un’unita’
multidimensionale di corpo, mente e spirito unificata dal centro luminoso della
coscienza.




Tutte le vie, le discipline e le arti marziali dell’estremo
Oriente hanno alla radice la consapevolezza di un legame profondo tra spirito e
materia, tra dimensione interiore ed espressione corporea. Quindi lo studio e
la pratica di queste discipline comporta un lavoro a vari livelli: fisico,
energetico e psicospirituale.




La concezione unitaria dell’esistenza




Tutte le civilta’ e le tradizioni sono sempre state
accomunate da una visione sacra e unitaria dell’esistenza. Alcune, come quelle
orientali, hanno in parte mantenuto le loro caratteristiche, mentre altre, come
le occidentali, hanno dimenticato le loro radici che come un fiume carsico si
sono inabissate nella terra.




La scissione mente-corpo




Un’ importante conseguenza per l’ occidente e’ stata la
scissione tra mente e corpo, causata da un ipersviluppo della logica razionale
e quindi una separazione tra i due modi fondamentali del sapere: quello
intellettuale e astratto da una parte, dall’altra quello “olistico”, unitario,
di corpo e mente insieme, diretto e immediato, che e’ partecipazione intensa con
tutto il proprio essere.




La pratica come risanamento della scissione




L’interesse sempre crescente in occidente per le discipline
orientali ci indica che si sta prendendo coscienza di questa spaccatura e si
cerca di porvi rimedio attraverso la pratica di queste discipline esperienziali
e meditative. Infatti e’ l’armonia tra queste due vie di conoscenza che
determina l’armonia nella nostra vita.




Cosa ne pensate?!




Scrivetemi!




email: marcellotaichi@supereva.it




marcello




 




 




La visione olistica




Per secoli Oriente ed Occidente sono rimasti separati da
visioni diverse della realta' e dell'esistenza. In Occidente l'ipersviluppo
della dimensione intellettuale ha determinato l'indubbio beneficio dello
sviluppo scientifico e tecnologico ma l'impoverimento della dimensione
esistenziale e la perdita di una visione "olistica" della vita.




 




Il termine “olistico”




deriva dal greco “olos”, ovvero “il tutto”. La visione
“olistica” e’ quindi una visione globale dell’essere umano in quanto tale e
delle sue interrelazioni con la realta’ ordinaria e con il mondo
sovrasensibile. In forza di questa visione, l’essere umano diviene un’unita’
multidimensionale di corpo, mente e spirito unificata dal centro luminoso della
coscienza.




Tutte le vie, le discipline e le arti marziali dell’estremo
Oriente hanno alla radice la consapevolezza di un legame profondo tra spirito e
materia, tra dimensione interiore ed espressione corporea. Quindi lo studio e
la pratica di queste discipline comporta un lavoro a vari livelli: fisico, energetico
e psicospirituale.




La concezione unitaria dell’esistenza




Tutte le civilta’ e le tradizioni sono sempre state
accomunate da una visione sacra e unitaria dell’esistenza. Alcune, come quelle
orientali, hanno in parte mantenuto le loro caratteristiche, mentre altre, come
le occidentali, hanno dimenticato le loro radici che come un fiume carsico si
sono inabissate nella terra.




La scissione mente-corpo




Un’ importante conseguenza per l’ occidente e’ stata la
scissione tra mente e corpo, causata da un ipersviluppo della logica razionale
e quindi una separazione tra i due modi fondamentali del sapere: quello
intellettuale e astratto da una parte, dall’altra quello “olistico”, unitario,
di corpo e mente insieme, diretto e immediato, che e’ partecipazione intensa
con tutto il proprio essere.




La pratica come risanamento della scissione




L’interesse sempre crescente in occidente per le discipline
orientali ci indica che si sta prendendo coscienza di questa spaccatura e si
cerca di porvi rimedio attraverso la pratica di queste discipline esperienziali
e meditative. Infatti e’ l’armonia tra queste due vie di conoscenza che
determina l’armonia nella nostra vita.




Cosa ne pensate?!




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La nascita del Tai chi chuan




La Leggenda attribuisce la nascita del Tai chi chuan al
monaco eremita taoista Zhang San Feng detto "l'immortale", ispirato
dalla visione del combattimento tra una gru e un serpente.




 




L’origine mitica




Possiamo ricondurre la nascita del Tai chi chuan alle antiche
dottrine taoiste concerneti le pratiche di nutrimento della vita. Queste
utilizzano il movimento combinato con tecniche di respirazione per aumentare e
migliorare il flusso del Qi (energia) nel corpo.




Tra queste sono famose le tecniche di Qi gong (lavoro con il
Qi) praticate durante la dinastia Liang (502-557d.C.), come il gioco dei 5
animali del dott. Hua Tuo.




Queste tecniche sono considerate le progenitrici del Tai chi
chuan, in quanto presentano in embrione i principi di base della disciplina.




In quest’epoca il Tai chi chuan non e’ ancora identificato
con questo none, che appare solo in epoche piu’ recenti.




Il fondatore




Secondo molti storici la nascita del Tai chi chuan e’ da far
risalire al monaco taoista Zhang San Feng, vissuto, secondo la leggenda, dal
1247 al 1460 d.C.




Secondo la leggenda




Zhang San Feng durante il sue eremitaggio osservo’
casualmente la lotta tra una gru e un serpente ed ebbe un’intuizione che lo
porto’ ad elaborare la sua arte, il Tai chi chuan combinando i movimenti agili della
gru con quelli morbidi e flessuosi del serpente.




Un’altra versione della leggenda sostiene che fu
l’imperatore Nero a suggerire in sogno a Zhang San Feng questo metodo di
combattimento.




Altri storici




sostengono che l’eremita si limito’ a modificare alcune
tecniche Praticate dai monaci del monastero di Shaolin, troppo rigide e
dispendiose di energia, inserendovi i concetti taoisti di alchimia interna
appresi sulle montagne del Wudang.




Si narra che Zhang San Feng visse piu di duecento anni e per
questo gli venne attribuito il titolo di immortale.




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L'origine dal villaggio Chen




L'origine storica: dalla fusione di tecniche di Shaolin con
i principi taoisti




 




L’origine storica




Il periodo del villaggio Chen




L’origine storica piu’ accreditata del Tai chi chuan risale
ad un’epoca piu’ recente (1600 - 1700) e fa riferimento ad un famoso generale
esperto di arti marziali: Chen Wang Ting.




All’epoca nel villaggio Chen gia’ si praticavano le arti
marziali, principalmente quelle provenienti dal famoso monastero di Shaolin.




L’introduzione dei principi taoisti




Alla fine della sua carriera il generale Chen Wang Ting
ritorno’ al villaggio avendo accumulato una grande esperienza in campo marziale
e si dedico’ a modificare lo stile di combattimento di Shaolin introducendo i
principi taoisti e i concetti di yin e yang




Questo nuovo stile si diffuse ben presto in tutto il
villaggio dove venne custodito e tramandato di generazione in generazione.




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Yin e Yang




Il concetto di Yin e Yang, due forze opposte dalla cui
interazione scaturiscono tutti i fenomeni, e' alla base della cultura e della
filosofia cinese.




 




Un concetto fondamentale della cultura cinese e’ che all’origine
di ogni fenomeno vi e’ l’interazione due forze opposte che si influenzano e si
completano reciprocamente formando un’unita’.




lo Yin e lo Yang




In origine Yin significava il lato nord della montagna, e
Yang il lato sud della montagna.




Con il tempo il significato e’ diventato via via piu’
astratto, arrivando ad dentificare qualsiasi polarita’, come: caldo-freddo,
sopra-sotto, cielo-terra, luce-buio, femminile-maschile.




Anche la nostra vita e’ determinata dall’interazione di
queste due forze che, per evitare l’ insorgenza di problemi e malattie deve
essere un’interazione armonica ed equilibrata.




Nel simbolo del Tao (vedi figura), le due gocce o i due
pesci bianco e nero strettamente interconessi simboleggiano l’interazione
dinamica delle due forze, ognuna delle quali contiene al suo interno l’opposta.




L’interazione di queste due forze caratterizza ogni
manifestazione fenomenica e puo’ essere studiata e approfondita negli esercizi
di Qi gong.




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marcello




 




 




Il Nei Gong (Lavoro Interno)




Il Nei Gong, ovvero "lavoro interno" prende
origine dal Qi gong cinese ed e' anche chiamato Power Stretching. Lo scopo e'
potenziare l'energia interna per le pratiche marziali e la longevita'.




 




Il Nei Gong (lavoro interno) è uno dei pilastri fondamentali
della pratica dell’ arti marziali.




Questo tipo di lavoro sulla struttura interna e profonda del
corpo comincia con lo sviluppo della forza elastica esplosiva per mezzo degli
esercizi chiamati, con un termine moderno, POWER STRETCHING.




Questa pratica, che significa mobilizzazione in movimento,
prende origini dal QI GONG cinese, ma gli effetti maggiormente significativi si
hanno con il lavoro di Bodhidharma (Da Mo in cinese) (Yi Jin Jing: Trattato di
ammorbidimento dei muscoli e stiramento dei tendini).




A differenza dello Stretching tradizionale, il POWER
STRETCHING (P.S.) le cui finalità sono: Marzialità e Longevità, esalta
l’energia interna nel sistema di realizzazione corporea e, superando i
paradossi della teoria quantistica del movimento dello Stretching Tradizionale,
ci proietta nel profondo fascino della filosofia CORPO-MENTE delle Arti
Marziali.




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MEDICINA CINESE




 




La medicina tradizionale cinese




Fondamentale per la salute e' l'equilibrio delle forze yin e
yang e la buona circolazione del "Qi".




 




Il Nei Jing




Le prime notizie documentate sulla medicina tradizionale
cinese risalgono a 5000 anni fa.




I principi della medicina cinese sono descritti nel Nei
Jing, il piu’ antico trattato medico del mondo, attribuito al leggendario
“Imperatore Giallo” (2698 - 2598 a. C.), che li illustra e li descrive sotto
forma di dialogo con il medico di corte.




E’ una medicina globale, basata sull’ossevazione delle
relazioni tra uomo e natura, e’ quindi una medicina olistica, che prende in
considerazione l’intero individuo come unita’ viva, considera la mente e il
corpo come un’unita’ e pone al centro la persona nel suo complesso.




Non esiste uno stesso rimedio per due persone diverse e lo
scopo e’ recuperare le condizioni di salute generale e di benessere non solo a
livello fisico, ma anche mentale e spirituale.




I pilastri fondamentali della cultura ed anche della
medicina cinese sono:




il concetto di Tao (o Dao), principio fondamentale da cui si
origina tutto l’esistente, il principio supremo generatore di tutto il creato e
di tutti gli esseri viventi.




Il Tao si manifesta attraverso il Qi (vedi), il soffio
vitale che scorre e pervade tutto l’universo e alimenta tutte le forme di vita.




Nel Qi, possiamo distinguere due aspetti, due forze opposte
ma complementari che interagiscono dinamicamente: lo Yin e lo Yang.




Fondamentale per una buona salute e’ l’equilibrio delle
forze Yin e Yang e la buona circolazione del Qi.




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Cenni di Medicina Tradizionale Cinese ( prima parte)




La medicina tradizionale cinese stimola l'organismo ad
attuare l'autoguarigione utilizzando principalmente quattro strumenti: la
diagnostica energetica, la fitoterapia, l'agopuntura e la moxibustione.
Pratiche poco invasive e non dolorose.




 




Cenni sulla medicina tradizionale cinese




Le prime notizie documentate sulla medicina tradizionale
cinese risalgono a 5000 anni fa circa e di conseguenza le sue radici si perdono
nella notte dei tempi.




Poggia sulla filosofia del Tao, ed è spesso lontana dal
comune sentire occidentale, ma quando si ci entra in sintonia, il mondo di
conoscenza che si apre è, a dir poco, affascinante.




Questa antica medicina, il cui approccio è detto
“energetico“, si occupa di comprendere come lavora l’energia vitale (Ch’i o Ki
per i giapponesi), che circola , in un doppio flusso energetico (Yin e Yang)
nel nostro corpo.




Analizzando le disarmonie energetiche la MTC è in grado di
diagnosticare in anticipo malattie e disturbi, essendo la prevenzione il suo
primo obiettivo. Proprio per questo in Cina si usava pagare il medico quando si
era in salute, cessando gli emolumenti in caso di malattia. Il medico diventava
quindi un vero e proprio consigliere di famiglia, oltre che terapeuta.




Un altro esempio della differenza di vedute è che spesso,
una sorta di rovesciamento: dove ad esempio la medicina ufficiale usa il
calore, la MTC usa il freddo per stimolare il corpo a produrre il calore da sé.




Infatti come tutte le medicine naturali invece di
contrastare il sintomo, cerca le cause e stimola l’organismo ad attuare la
guarigione, con risultati, ci dice la ricerca scientifica moderna, in genere
migliori di quelli della medicina convenzionale.




(Tratto dal sito di Laura Quinti: www.lauraquinti.net/)




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Cenni di medicina tradizionale cinese (seconda parte)




La medicina tradizionale cinese stimola l'organismo ad
attuare l'autoguarigione utilizzando principalmente cinque strumenti: la
diagnostica energetica, la fitoterapia, l'agopuntura e la moxibustione.




 




Gli antichi medici erano in realtà dei sapienti che studiavano
la natura nel suo complesso e riconoscevano gli stessi tipi di energia e le
relazioni di essi col nostro corpo.




Gli stessi meccanismi servivano per capire, ad esempio, la
funzione del vento e quella dell’energia del fegato, studiando il funzionamento
dell’organismo in relazione ai mutamenti energetici, nel fluire delle stagioni
come negli altri fenomeni naturali.




Grazie a questa visione era quindi scontato comprendere la
relazione tra uomo e ambiente, gestendola così al meglio.




Avevano anche individuato nel corpo le strade principali
attraverso cui scorre l’energia, noti in agopuntura come meridiani.




La medicina tradizionale cinese usa principalmente quattro
strumenti di diagnosi e terapia:




Il primo è la diagnostica energetica, un sistema molto raffinato
che esamina il paziente e ne analizza i sintomi utilizzando, come punti di
diagnosi, i polsi, gli occhi, la cute, la lingua e così via.




Il secondo è la fitoterapia cinese, che utilizza le piante
in maniera molto diversa da quella convenzionale.




L’agopuntura, erroneamente considerata dai più l’unica
pratica della MTC.




Si pratica infiggendo dei sottili aghi in punti particolari
dei “meridiani”, dove scorre l’energia




La moxibustione, praticata stimolando i punti di agopuntura
col calori di un cannello di erbe infiammato detto, appunto, moxa.




Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, queste pratiche
non sono affatto dolorose.




Oggi esistono innumerevoli nuovi approcci, che vanno dalla
stimolazione elettrica o laser, all’integrazione della MTC con le altre terapie
come la fitoterapia e l’omeopatia. (Tratto dal sito di Laura Quinti:
www.lauraquinti.net/)




Scrivetemi!




email: marcellotaichi@supereva.it




marcello




 




 




La Medicina Cinese nell'Europa del '700




“La Medicina Cinese nell’Europa del ‘700: l’opera di John
Floyer (1715) e sua attualità”. Dott. Massimo Pasquale Cogliandro




 




Prefazione




L’Opera di John Floyer, medico inglese vissuto a cavallo tra
il XVII° e il XVIII° secolo, 
si inscrive
nel complesso fenomeno di revisione della Medicina Ippocratico-Galenica
avvenuto in Europa sull’onda della scoperta della Circolazione del Sangue ad
opera del Dott. Harvey.




Floyer si propone di aggiornare l’insegnamento della
medicina naturale di Galeno, considerata pur sempre attuale nei suoi
presupposti epistemologici, e di integrarlo con l’insegnamento della Medicina
Tradizionale Cinese, giunta in Europa nel XVII° secolo, soprattutto grazie alle
opere mediche di Padri Gesuiti come Cleyer e Boym.




Egli getta un ponte tra Occidente ed Oriente e punta a
creare una vera e propria Medicina Integrata, che raccolga il meglio della
Tradizione Medica Galenica e della Tradizione Medica Cinese, la quale ha
impressionato i Medici del XVII° secolo soprattutto perché 
conosceva la Circolazione del Sangue da molti
secoli, ben prima che comparisse sul Palcoscenico della Storia il Dott. Harvey.




Floyer crea dunque un nuovo sistema di Medicina Naturale,
del tutto attuale, in cui coesistono la Teoria degli Umori di derivazione
galenica, la teoria della Circolazione del Sangue messa a punto da Harvey e dai
Cinesi, l’affascinante Sfigmologia della Medicina Tradizionale Cinese, e il suo
nuovo metodo di diagnosi e cura delle malattie basato sullo studio della
frequenza cardiaca, che lo ha proiettato nella Storia come uno dei Padri della
Medicina Moderna.




Innovazione e Tradizione: questi sono i presupposti del
Sistema Medico di John Floyer, che scrive le sue opere in lingua volgare, non
in latino, perché esse abbiano la massima diffusione anche tra le persone di
media cultura, in modo che possano apprendere un metodo sano e naturale per
controllare la propria salute soprattutto grazie ad una dieta appropriata e
all’uso razionale dei bagni.




Presentiamo qui la parte dell’Opera Medica di John Floyer
che riguarda la Medicina Tradizionale Cinese, perché egli è stato l’unico tra
gli Autori Occidentali che hanno trattato di Medicina Tradizionale Cinese negli
ultimi tre secoli, che è riuscito a mettere in luce l’importanza della Teoria
degli Umori nel Sistema Medico Cinese.




Floyer, studiando l’Opera di Cleyer, mette in luce come gli
ideogrammi utilizzati daì “Chinesi” per identificare i Cinque Organi (Zang)
indichino in realtà i Cinque Umori ad essi associati. La Medicina Cinese, per
tanti anni considerata solo una “Medicina del Qi”, cioè una Medicina
tipicamente Yang, con Floyer torna ad essere una “Medicina del Qi (Yang) e
degli Umori (Yin)”, cioè un Sistema Medico in cui lo Yin e lo Yang sono in
perfetto equilibro, proprio come nel Corpo Umano.




——————————————————————————-




Medicina Tradizionale Cinese Integrata




 




 




Tra la fine del XVII° secolo e gli inizi del XIX° secolo si
è sviluppata in Europa una corrente del Pensiero Medico, che, sull’onda dei
grandi trattati di Medicina Cinese dei Padri Gesuiti Cleyer e Boym, ha generato
una particolare forma di Medicina Integrata basata su una fisiologia che univa
la teoria degli umori di derivazione ippocratico-galenica e la teoria dei
canali energetici propria della Medicina Cinese.




La cerniera tra i due sistemi medici è stata senz’altro la
identificazione della teoria degli “spiriti animali” o “spiriti vitali” della
tradizione galenica con la teoria cinese del “Qi”.




L’integrazione tra i due principali sistemi tradizionali di
Medicina Naturale non si è limitata ad un mero dibattito accademico sulla
fisiologia energetica del corpo umano, ma ha portato all’ampio utilizzo di
pratiche diagnostiche e terapeutiche della Medicina Cinese all’interno della
Medicina Umorale Occidentale del XVIII° secolo.




La Medicina Tradizionale Integrata è diventata però un vero
e proprio sistema medico autonomo solo con la figura del Dott. John Floyer
vissuto a cavallo tra il XVII° e il XVIII° secolo.




Egli ha gettato un vero e proprio ponte tra Occidente ed
Oriente e ha puntato a creare una Medicina Integrata, che raccogliesse il
meglio della Tradizione Medica Ippocratico-Galenica e della Tradizione Medica
Cinese, la quale aveva impressionato i Medici del XVII° secolo soprattutto
perché conosceva la Circolazione del Sangue da molti secoli, ben prima che
comparisse sul Palcoscenico della Storia il Dott. Harvey.




Floyer ha creato dunque un nuovo sistema di Medicina
Naturale, del tutto attuale, in cui coesistono la Teoria degli Umori di
derivazione galenica, la teoria della Circolazione del Sangue messa a punto da
Harvey e dai Cinesi, l’affascinante Sfigmologia della Medicina Tradizionale
Cinese, e il suo nuovo metodo di diagnosi e cura delle malattie basato sullo
studio della frequenza cardiaca, che lo ha proiettato nella Storia come uno dei
Padri della Medicina Moderna.




Innovazione e Tradizione: questi sono i presupposti del
Sistema Medico di John Floyer, che scrive le sue opere in lingua volgare, non
in latino, perché esse abbiano la massima diffusione anche tra le persone di media
cultura, in modo che possano apprendere un metodo sano e naturale per
controllare la propria salute soprattutto grazie ad una dieta appropriata e
all’uso razionale dei bagni.




Floyer, studiando l’Opera di Padre Cleyer, ha messo in luce
come gli ideogrammi utilizzati daì “Chinesi” per identificare i Cinque Organi
(Zang) indichino in realtà i Cinque Umori ad essi associati. La Medicina
Cinese, per tanti anni considerata dalla medicina moderna solo una “Medicina
del Qi”, cioè una Medicina tipicamente Yang, con la Medicina Integrata di
Floyer torna ad essere una “Medicina del Qi (Yang) e degli Umori (Yin)”, cioè
un Sistema Medico in cui lo Yin e lo Yang sono in perfetto equilibro, proprio
come nel Corpo Umano.




 




 




 




 




 




Il Qi Gong dei Cinque Animali




STUDIO DEL QI GONG DEI 5 ANIMALI, TRADIZIONALE FORMA DI QI
GONG PER LO SVILUPPO E LA CIRCOLAZIONE DELL'ENERGIA INTERNA




 




LE FORME DEI CINQUE ANIMALI




E’ UNA DELLE PIU’ ANTICHE E CLASSICHE METODICHE DI QI GONG.




INFATTI L’OSSERVAZIONE E L’IMITAZIONE DELLE MOVENZE ANIMALI
E’ STATO SICURAMENTE IL MODO PIU’ ANTICO DI AVVICINARE IL MOVIMENTO, LA DANZA,
LA CURA.




IL FAMOSO MEDICO HUA TUO (III SEC. A.C.), MISE A PUNTO IL
“GIOCO DEI CINQUE ANIMALI” (WU XING), DAI CHIARI SIGNIFICATI TERAPEUTICI.




NELL’OPERA “GLI ANNALI DEI TRE REGNI” AFFERMA:




IL CORPO UMANO HA UN BISOGNO INNATO DI AZIONE E MOVIMENTO
CHE PERO’ NON DEVE ESSERE ECCESSIVO PER PROCURARE UNA SANA DISTRIBUZIONE DEL
SOFFIO VITALE ASSUNTO CON IL CIBO. ALLORA SI AVRA’ UN MIGLIORAMENTO DEL FLUSSO
SANGUIGNO E UNA BUONA PREVENZIONE DALLE MALATTIE.




SE SI SOFFRE DI QUALCHE PATOLOGIA, PRATICANDO IL GIOCO PIU’
ADATTO SI ARRIVA AD UN’ABBONDANTE TRASPIRAZIONE FINCHE’ IL CORPO SI SENTE BENE
E COMPARE L’APPETITO.




COMPRENDE: GLI ESERCIZI DELLA TIGRE, DELL’ORSO, DEL
SERPENTE, DELLA SCIMMIA E DELLA GRU.




DA NOTARE CHE L’ESSENZA DI QUESTA PRATICA CONSISTE NON TANTO
NELLE MOVENZE CORPOREE QUANTO NELL’ASSUMERE L’ISTINTO E L’INDOLE DELL’ANIMALE
CHE SI PRATICA, DIVENTARE L’ANIMALE.




ALLORA I MOVIMENTI SARANNO VERAMANTE QUELLI DEGLI ANIMALI,
SI POTRA’ SVILUPPARE LO “ SPIRITO ANIMALE” E RECUPERARE LA NOSTRA PARTE
ISTINTIVA, SUPERANDO LE RIGIDE BARRIERE PSICOCORPOREE.




LEZIONE DI PROVA GRATUITA




 




Il Maestro Feng ZhiQiang




Feng Zhiqiang è nato nel 1928, da una famiglia originaria
della contea di Shulu, nella Provincia dello HeBei. Feng ZhiQiang è solito
dire: “Il mio più grande desiderio è lasciare che la cultura del taijiquan
dalla Cina vada a beneficio dell’umanità”




 




Biografia del Maestro




Feng ZhiQiang




Basata sull’articolo “Opening the river of Hunyuan,
establishing the manners in martial arts” di Pan Houcheng, pubblicata sulla
rivista “Hunyuan Taiji”, 1/1999. Traduzione di Af




Pubblicazione in lingua inglese sul sito
www.chinafrominside.com di Jarek Szimansky




——————————————–




Feng Zhiqiang è nato nel 1928, da una famiglia originaria
della contea di Shulu, nella Provincia dello HeBei. Suo bisnonno era stato un
famoso maestro di arti marziali: superati gli esami militari ebbe accesso alla
carica Wuju (status relativo appunto all’avvenuto superamento degli esami
imperiali a livello provinciale), durante la Dinastia Qing (1644-1911).




Nonostante il padre di Feng non praticasse arti marziali,
uno dei suoi parenti, Wang Yunkai, esercitava con passione la boxe di Shaolin,
così quando Feng raggiunse l’età di 8 anni Wang cominciò ad insegnargli Tongzi
Gong (esercizi di allungamento e distensione), metodi di pratica delle
posizioni statiche e l’Yijinjing di Bodhidarma o Classico della trasformazione
dei tendini (serie di esercizi isometrici). Feng non solo imparò molto
velocemente, ma ereditò anche la forza del suo bisnonno, arrivando all’età di
12 anni a trasportare massi di 200 Kg. per il giardino di casa (pratica
tradizionalmente chiamata “Forza che uccide le 4 porte” - Li Sha Si Men). Feng
amava combattere e molte volte impartì dure lezioni a balordi e prepotenti del
suo quartiere. Fu a quel tempo che cominciarono a chiamarlo la tigre dai grandi
occhi (Da Yan Hu), per questa sua particolare caratteristica.




All’età di 12 anni fu mandato da alcuni parenti a Pechino,
per imparare a riparare dispositivi elettrici. Uno dei suoi nuovi vicini era un
esperto del Tongbeiquan - particolarmente abile nella cosiddetta “abilità
leggera” QingGong - della famosa contea di Cangzhou, provincia dello Hebei; il
suo nome era Han XiaoFeng. Feng studiò sotto la guida di Han per 4 anni,
imparando non solo il tongbeiquan, ma anche l’esercizio del Palmo della Sabbia
Rossa (metodo di rafforzamento delle mani), calciando pali di legno e colpendo
sacchi di sabbia; grazie al suo duro allenamento riusciva a rompere 5 mattoni
con un solo colpo di palmo.




Alla fine degli anni ‘40 vi erano due marzialisti molto
famosi nella città di Pechino: uno era il maestro di xingyiquan Hu YaoZhen
della provincia dello Shanxi, chiamato “il dito che scuote cielo e terra” (Dan
Zhi Zhen Qiankun), esperto non solo nelle arti marziali, ma anche nella
medicina tradizionale cinese e nei metodi di meditazione taoista. Il secondo
era Chen Fake, 17sima generazione dello stile Chen di taijiquan. All’età di 20
anni Feng Zhiqiang, attraverso la mediazione di uno dei suoi fratelli di gongfu
(che veniva dalla stessa città di Hu Yaozhen), conobbe il maestro Hu.




Hu Yaozhen criticò i metodi di allenamento di Feng per il
fatto che erano “dannosi per il corpo”; poi, per far comprendere cosa
intendeva, mentre parlava chiese a Feng di attaccarlo: nonostante Feng avesse
impiegato tutta la sua forza, fu facilmente sconfitto da Hu, il quale si era
limitato ad usare un solo dito contro di lui !! Feng si inginocchiò davanti al
maestro e cominciò così lo studio delle arti marziali interne della branca
Neijia, praticando per due anni LiuHeXinYiQuan direttamente con Hu, imparando i
metodi per aumentare il Qi, nutrirlo, praticare l’intenzione e il Qi, la
posizione SanTi, i metodi DanTian, i pugni dei 5 elementi, le 12 forme e le 24
tecniche.




HU YAOZHEN (1879-1973)




Nativo di YuCi, Provincia dello ShanXi, fu un famoso maestro
di arti marziali, esperto nel Qigong e nella Medicina Tradizionale Cinese
(MTC). Laureatosi alla Scuola Medica “ChuanZhi” dello ShanXi, imparò le arti
marziali da differenti maestri (stili interni TaiJi, BaGua, XingYi), Buddismo e
meditazione taoista, MCT; ricevette la trasmissione segreta della meditazione
taoista e del buddismo religioso, e sulla base delle sue esperienze in medicina
e pratiche interne creò il “QiGong statico e dinamico di Hu Yaozhen”; nel 1942
in TaiYuan istituì l’Accademia di Arti Marziali della Provincia dello ShanXi e
ne divenne presidente. Scrisse numerosi libri “QiGong e conservazione della
salute” “QiGong”, “L’esercizio dei 5 animali di Hua Tuo” etc.. Secondo Feng
ZhiQiang, Hu YaoZhen studiò XingYiQuan con Wang Fuyuan (discepolo di Liu Qilan)
ed il suo allievo Peng Tingjuan, che classificò lo stile di Hu come HeBei
XingYiQuan.




E’ importante notare che i praticanti del lignaggio di Wang
FuYuan, che vive nello YuCi (ShanXi), chiamano la loro arte XinYiQuan (Boxe
della mente e dell’intenzione), nonostante in altre aree essa sia generalmente
conosciuta come XingYiQuan (Boxe della forma e dell’intenzione) e non va quindi
confusa con l’originale XinYi della famiglia Dai o Branca Musulmana dell’HeNan.




Dopo due anni di diligenti studi sotto la guida di Hu
YaoZhen, l’abilità interna di Feng ZhiQiang raggiunse livelli alti - non solo
la sua Grande Circolazione Celeste e i Tre DanTian erano aperti, ma c’era anche
una piccola palla di Qi che poteva circolare all’interno del suo corpo secondo
la sua volontà, i “cinque archi” erano sviluppati così che il suo corpo era
pieno di potenza elastica. Hu YaoZhen realizzò che i suoi discepoli non solo
avevano talento naturale per le arti marziali, ma erano anche persone che
avrebbero potuto sintetizzare e portare ai più alti livelli le conoscenze da
lui accumulate creando un suo stile vero e proprio.




Per questa ragione egli introdusse Feng al suo buon amico ed
esperto di Taijiquan stile Chen, Chen Fake. Hu propose a Feng di studiare con
Chen contemporaneamente all’apprendimento dei metodi interni dello XinYi. Da
quel momento Feng praticò ancora più duramente di prima, alzandosi alle 4 di
mattina e praticando fino alle 11, per ben sette ore. Il suo allenamento
comprendeva XinYi e Taiji, sia con metodi esterni che interni, posture statiche
ed esercizi in movimento, tecniche singole, forme e lavoro a coppie. In otto
anni, dal 1950 al 1957, Chen Fake corresse Feng otto volte, in tal modo egli
riuscì a capirne i significati profondi e il corretto metodo di pratica.




CHEN FAKE (1887-1957)




Diciassettesima generazione del clan Chen, famosi maestri
dello stile Chen di Taijiquan, bisnipote di Chen Changxing. Divenne famoso nel
suo villaggio vincendo il Leitai (combattimento libero) della contea e per aver
sconfitto a mani nude avversari armati di lance e sciabole (allorquando rifiutò
l’offerta di essere assoldato da un signore della guerra, certo Han Fuju).




Nel 1929, attraverso la raccomandazione di Chen Zhaopi,
lasciò Chenjiagou e si stabilì a Pechino per insegnare Taijiquan. Solitamente
modesto, era uso sminuirsi, ragion per cui gli venne appellato il nomignolo di
“Chen non bene /Chen Bu zhong”. Molte volte fu sfidato da praticanti di arti
marziali (quali maestri di Bagua e lottatori), sconfiggendoli clamorosamente
senza mai ferirli sul serio. Enfatizzando Wu De (Virtù Marziale) nel suo
insegnamento, creò la Forma Nuova (xinjia) del Taijiquan Chen, modificando la
Forma Antica (laojia), semplicemente aggiungendo o modificando alcuni movimenti
e rendendo manifesta la forza spiroidale [o di torsione, lett. “avvolgere il
filo di seta”] in diversi modi. Chen ebbe molti studenti, tra i quali Lei Muni,
Tian Xiuchen, Feng Zhiqiang, Hong Junsheng, Li Jingwu, Shen Jiazhen, Gu Liuxin.
Shen Jiazhen e Gu Liuxin scrissero anche un libro, “Il Taijiquan stile Chen”,
che venne pubblicato nel 1963. I disegni e le spiegazioni della prima e seconda
forma dello stile Chen sono basate sulle foto fatte a Chen Fake e Chen Zhaokui
(suo figlio) e mostrano i movimenti così come insegnati in tarda età.




Nel 1953 fu istituita la Società per la Ricerca nelle Arti
Marziali di Pechino con Chen Fake come presidente e Hu Yaozhen come
vicepresidente. Feng Zhiqiang vi andava quotidianamente, aiutando gli
insegnanti con continuità e chiedendo guida e insegnamento. In quel modo
divenne il partner di allenamento di Chen Zhaokui. Molti dei discepoli di Chen
Fake erano intimoriti dal dover praticare tuishou con Chen Fake a causa della
durezza della pratica, ma Feng intese subito invece che sarebbe stato il
miglior modo per raggiungere una abilità superiore. Dato che i fratelli di
gongfu lasciavano sempre a Feng il “piacere” di giovarsi di questa esperienza,
egli divenne un solido punto di riferimento, tanto che negli ultimi anni fu
proprio Feng ad affrontare abitualmente gli stranieri venuti per misurarsi con
il maestro Chen.




Nella sua lettera a Wan Wende di Shanghai, Chen Zhaokui,
scrisse: “Ho un fratello di gongfu più anziano, il suo nome è Feng Zhiqiang,
egli è estremamente intelligente e la sua abilità è insuperabile tra tutti i
nostri fratelli di gongfu.




All’età di trenta anni Feng era già molto esperto sia nello
Xingyi che nel Taiji e divenne molto famoso nei circoli di arti marziali di
Pechino.




Dopo che Chen Fake morì nel 1957 Feng Zhiqiang, nonostante
fosse impegnato con il suo lavoro nella fabbrica di apparecchi elettrici, si
mantenne in contatto con i suoi fratelli di gongfu e creò alcune semplici
regole da osservare per coloro i quali insegnassero arti marziali: “primo: non
creare mai problemi; secondo: non combattere; terzo: se qualcuno viene a
sfidarmi, io farò pace con lui”. Accadde molte volte che sia Feng Zhiqiang che
i suoi fratelli di gongfu venissero sfidati, ma Feng non raccolse mai alcuna
provocazione.




Una volta un maestro di Qigong voleva confrontare il suo
livello di bigu (astinenza dal cibo) con Feng. La regola era di sedere in
meditazione per 3 giorni con poca acqua come unico sostentamento. Dopo 3 giorni
Feng, come sua abitudine, uscì fuori per allenarsi con la sua asta di acciaio
da 19 kg, mentre l’altro maestro poteva a malapena camminare.




Feng era in buonissimi rapporti con il figlio di Chen Fake,
Chen Zhaokui. Prima di morire, Chen Fake chiese e Feng di prendersi cura di suo
figlio. Feng spesso praticava con Chen Zhaokui, prendendosene cura e
proteggendolo. Quando Zhaokui morì nel 1981 alla giovane età di 53 anni, Feng
ne fu molto rattristato e si rimproverò spesso di non aver saputo prendersi
cura del suo fratello di gongfu.




Chenjiagou è il posto da cui proviene il Taijiquan stile
Chen. Ogni generazione del clan ha i suoi maestri, e nella 17sima generazione
il più forte era Chen Fake. Comunque dopo il suo arrivo a Pechino, vivendo egli
laggiù, divenne Pechino il centro più importante per la pratica del Taijiquan
Chen. Finita la rivoluzione culturale (1966 - 1976), Zhang Weizhen, Segretario
del Partito Comunista di Chenjiagou, scrisse una lettera a Feng Zhiqiang chiedendogli
di recarsi a Chenjiagou per insegnare Taijiquan. Feng Zhiqiang visitò
Chenjiagou per tre volte, insegnando Taiji ai discendenti di 19sima
generazione. Anche molti praticanti di Taiji di Chenjiagou si recarono a loro
volta a Pechino per approfondire i loro studi con Feng. Questa parte della
storia del Chen sarà ricordata nelle cronache.




Nel 1981 fu chiesto a Feng Zhiqiang da un suo amico
dell’Istituto di Educazione Fisica di Pechino di incontrare uno straniero
esperto di arti marziali. Il forestiero, che padroneggiava molte arti di
combattimento cinesi e non, era venuto in Cina per cercare maestri di arti
marziali, e nonostante l’Istituto gli avesse presentato molti esperti, non si
riteneva ancora soddisfatto e aveva chiesto di incontrare Feng Zhiqiang. Feng
chiese allo straniero di mostrare il suo livello, e trovò che nonostante la
parte superiore del corpo fosse molto forte, la parte inferiore era senza
radici. Feng chiese allo straniero di attaccarlo, e usando la tecnica
“spaventare sopra per ottenere il sotto” (chiamata anche “attirare nel vuoto”)
spinse il suo avversario facendolo volare contro il muro. Dato che lo straniero
non riusciva a capire cosa fosse successo e vedeva che non era ferito, chiese
di poter riprovare nuovamente, ma il risultato fu identico: allora manifestò il
suo rispetto per il livello raggiunto da Feng, e cominciò lo studio del
taijiquan.




Nel 1981 Feng Zhiqiang si ritirò e nel 1983 divenne
presidente della Associazione per la ricerca sullo stile Chen di Pechino,
fondata quello stesso anno. Dal 1981 Feng Zhiqiang è stato invitato a prendere
parte a molte competizioni in Cina e nel 1984 per la prima volta si è recato
all’estero, in Giappone, per insegnare taijiquan stile Chen. Più tardi Feng ha
visitato anche Messico, Usa, Singapore, Danimarca, Olanda, Francia e Hong Kong.
La nazione straniera dove è stato per più tempo è comunque il Giappone. Trai i
suoi studenti non ci sono solo praticanti di taiji, ma anche Karate, Judo ed
Aikido. Egli è stato sfidato varie volte da maestri locali, guadagnandosi
sempre un enorme rispetto, come per esempio negli Usa nel 1986 e nel 1988 a
Singapore.




Feng Zhiqiang è stato invitato molte volte a trasferirsi ed
insegnare taijiquan, ma ha sempre rifiutato dicendo “le mie radici sono in
Cina” . E’ anche autore di numerosi libri e video sullo stile Chen, come
“Combattimento pratico nel taijiquan”, “L’essenza del taijiquan Chen”, “Il
metodo HunYuan del taijiquan”, “Il metodo della forza spiroidale del Taijiquan
Chen”, “24 gomiti del taijiquan Chen”, “metodi di presa del taijiquan” “Xinyi
Hunyuan Taijiquan Stile Chen” e molti altri.




Feng ZhiQiang è solito dire: “Il mio più grande desiderio è
lasciare che la cultura del taijiquan dalla Cina vada a beneficio dell’umanità”




marcellotaichi@supereva.it




 




 




I segreti del Taichi: Intervista a Feng ZhiQiang




"Cielo e Terra sono continuamente in movimento, le
stelle, il sole e tutti i corpi celesti si avvitano e ruotano. Questo rotondo,
circolare, coordinato movimento è detto “Hunyuan”. Questo movimento deve anche
riflettersi nella pratica dell’arte marziale."




 




Intervista a Feng ZhiQiang




Nei primi giorni di quest’anno sono stato (l’autore Jarek
.S. - Ndt) a far visita a Feng Zhiqiang nella sua casa a Pechino. Purtroppo, a
causa di un ingorgo nel traffico, sono arrivato a casa sua abbastanza tardi, e
non abbiamo avuto molto tempo per parlare. Dato che lui e sua moglie erano
preoccupati che non riuscissi a trovare il posto, la figlia di Feng mi era
venuta incontro ad accogliermi ed anche Feng uscì per salutarmi prima ancora
che entrassimo in casa. Feng è molto cordiale, energico, spesso scherzoso (si
lamentava di essere troppo basso perché ” è così semplice per gli alti prendere
cose poste sugli ultimi scaffali …”), molto aperto nel conversare. Ha risposto
a tutte le domande che gli ho posto ed è un vero peccato che il tempo a
disposizione fosse così poco .




Le domande di questa intervista erano state formulate sia da
persone che avevano sottoscritto la newsletter del mio sito, sia da membri del
forum di discussione su internet.




Jarek Szymanski: Signor Feng, è risaputo che lei abbia
studiato le posture statiche di Shaolin in gioventù. Come potrebbe compararle
con la pratica del Neijia ?




FENG ZHIQIANG: Sì, è vero. Imparai e praticai le posture
statiche di Shaolin. La principale differenza è che il neijia enfatizza il
rilassamento al più alto livello. Per questo penso ci sia motivo di dividere le
arti marziali in esterne ed interne. Esso è anche relativo all’uso del Qi: le
famiglie esterne (Waijia) usano la forza fisica (Li) per guidare il Qi, mentre
nel neijia si usa l’intenzione (Yi) per farlo. Comunque, ho dovuto abbandonare
tutte le mie pratiche esterne dopo che ho cominciato lo studio del neijia.




JS: Cos’è il Qi?




FENG: Il Qi è un modo di condurre la forza (Dong Li). Per
esempio al circolazione sanguigna può essere indicata con il termine Qi. Gli
stili interni dicono “esercita l’intenzione (Yi), non il Qi”, “quando usi
l’Intenzione, i tuoi condotti non saranno ostruiti”, “esercita il Qi, non la
forza fisica (Li); quando lavori sulla forza, lo interromperai facilmente”;
“l’Intenzione dovrebbe essere focalizzata sullo Spirito (Shen), non sul Qi;
quando ci si focalizza sul Qi, allora il Qi diviene stagnante”. C’è anche un
altro detto “dove arriva l’Intenzione, anche il qi arriva”. Comunque prima di
raggiungere questo livello bisogna lavorare per “costruire” il Qi. Esso viene
dal cibo, dalla respirazione, proviene persino dai nostri genitori,
immagazzinato come Qi originale (Yuan Qi).




JS: Lei è molto famoso come esperto di taijiquan stile Chen,
ma ha anche imparato il Liuhe xingyiquan. Potrebbe dirci di più a proposito dei
suoi studi in questa disciplina ?




FENG: Il mio maestro di Xinyiquan, Hu Yaozhen, proveniva da
Yuci, nella provincia di Shanxi. Il suo stile appartiene alla scuola di Wang
Fuyuan e Peng Tingjuan. Ho studiato sotto la guida di Hu per nove anni; egli
metteva grande enfasi sul lavoro statico (Zhan Zhuang). Ho imparato diverse
“posizioni” da lui, non solo San Ti Shi, ma anche la posizione che abbraccia
(Bao Zhuang), la posizione chiusa (He Zhuang), posizione orizzontale (Ping
Zhuang) e altre. Ogni metodo doveva essere praticato per tre anni, e mentre
esteriormente non si vedevano cambiamenti, l’Intenzione cambiava. Il maestro
insegnava differenti Intenzioni ai diversi studenti, la cosa era molto
individuale,e l’Intenzione variava con il livello del praticante.




JS: Era quindi qualcosa di simile al metodo Yiquan (Boxe
dell’Intenzione) ?




FENG: Non ne so abbastanza sull’Yiquan per poter confrontare
i due metodi. Hu Yaozhen non insegnava posture statiche dove i palmi fossero
rivolti verso l’esterno, perché era sua opinione che così facendo il Qi se ne
sarebbe uscito fuori.




JS: Il Qi è correlato al Dantian ?




FENG: Il Dantian è strettamente correlato ai movimenti della
vita. In microscala, è il centro del corpo - punto tra ombelico e Mingmen, da
cui il qi si origina. In macroscala ricopre l’intero corpo. Volendo sviluppare
il Dantian si deve partire con gli esercizi statici e raccogliere e nutrire il
Qi - prima focalizzando l’Intenzione nel centro del corpo. Una volta che il qi
nel corpo ha raggiunto un livello abbondante, si sente calore e movimenti
interni. Allora il respirare Dantian deve essere usato per indurre i movimenti
esterni secondo i movimenti interni del corpo. Quando intenzione e Qi sono
coordinati, Dantian trasmette e il Qi fluisce liberamente in tutto il corpo.
Tutte le parti del corpo si muovono circolarmente. Questo è hunyuan.




JS: “Hunyuan” sembra essere un concetto molto importante,
visto che lei ha deciso di aggiungerla al nome del suo sistema ….




FENG: Cielo e Terra sono continuamente in movimento, le
stelle, il sole e tutti i corpi celesti si avvitano e ruotano. Questo rotondo,
circolare, coordinato movimento è detto “Hunyuan”. Questo movimento deve anche
riflettersi nella pratica dell’arte marziale. Ho imparato più arti marziali e
percorso un cammino molto tortuoso prima di capire l’essenza delle arti Neijia.
Voglio mostrare alla gente una via diretta, immediata verso il raggiungimento
di alte abilità. Per questa ragione sottolineo “Hunyuan” e la funzione dello
Xinyi (Mente ed Intenzione).




JS:Il movimento del Dantian è utile in combattimento ?




FENG: Il corpo si muove come interamente guidato dal
movimento del Dantian. Mentre rilascia la forza (Fa Li) il Dantian gira su se
stesso e la forza dell’intero corpo è concentrata in un punto. In questo modo
la potenza esprimibile può spaccare le ossa dell’avversario. Durante
l’emissione di forza, il corpo deve essere rilassato, ma si deve conoscere
approfonditamente la cosiddetta “forza vibrante” (Dou Jin). Questa forza deve
essere concentrata e non sparpagliata per tutto il corpo. Più esperti si è, più
piccolo è lo scuotimento. Quando noi imparavamo Taijiquan da Chen Fake,
scuotere il corpo nel Fali era tabù.




JS: La forza spiroidale è una caratteristica dello stile
Chen o la possiedono anche altri stili di taijiquan ?




FENG: Tutti gli stili di Taijjiquan enfatizzano
l’Apertura/Chiusura (Kai-He), vuoto e pieno (Xu-Shi), durezza e morbidezza
(Gang-Rou), contrazione e distensione (Qu -Shen), Yin e Yang, etc. La forza
spiroidale compare quindi in tutti gli stili di Taiji, ma il Chen la enfatizza
molto di più delle altre scuole, e i movimenti circolari di ogni parte del
corpo è la sua particolarità. Altre scuole di taiji mettono molta più
attenzione all’apertura e chiusura. In realtà tutte le arti marziali contengono
movimenti circolati e rotondi, movimenti HunYuan. Nello xingyiquan questa
particolarità è descritta come perforare avvitando (Zuan), avvolgere (Guo),
torcere (Ning), rovesciare (Fan).




JS: Cos’è il Peng Jin ?




FENG: E’ un tipo di forza, posseduta sia dagli stili esterni
che interni (nonostante i primi non usino questo termine). E’ una difesa
diretta attraverso la forza, che non è né debole né morbida (ruan). Tutte le
forze del taijiquan devono avere Peng e la differenza tra di esse consiste
nella diversa direzione in cui è applicata




JS: Liu he - Sei Armonie - appartiene solo alle arti Neijia
?




FENG: Sei Armonie significa coordinazione tra Mente (Xin),
Intenzione (Yi), Qi e il corpo. Esternamente possono essere concepite come
“arrivare nello stesso tempo”. Sia Neijia che waijia dovrebbero usare il
principio Liu He.




JS: Cosa considera più importante nella pratica del
taijiquan, indispensabile alla costruzione del gongfu (abilità) ?




FENG: L’abilità deve essere costruita su solide basi di
lavoro interno (Neigong). Il Neigong Hunyuan è un tipo di Qigong che si compone
di esercizi semplici e allo stesso tempo metodi molto avanzati di pratica.
Realizzai quanto potente fosse la forza interna (Nei Jin) quando un giorno,
negli anni Sessanta, nella fabbrica dove lavoravo un generatore da 500 Kg stava
cadendo ed io riuscii a prenderlo e appoggiarlo al suolo. Credo sia stato
possibile solo grazie al lavoro neigong. Questi esercizi non solo aiutano a
mantenersi in salute, ma servono anche a sviluppare risorse per l’arte
marziale.




JS: E a proposito del combattimento ?




FENG: Nonostante le arti marziali trattino di combattimento,
non bisogna pensare di lottare durante l’allenamento. L’abilità combattiva
verrà naturalmente dopo un certo tempo di corretta pratica. E’ necessario
praticare Neigong (metodi interni), forme, spinta delle mani (tuishou). Il
tuishou deve essere praticato in collaborazione con il compagno, per acquisire
l’abilità detta “conoscere l’avversario (zhi bi), senza pensare a combattere.
Successivamente si passa alla pratica dei singoli movimenti e lo studio delle
loro applicazioni, tecniche libere, gioco di gambe.




JS: Quali cambiamenti ha notato negli ultimi venti anni e
come pensa che il taijiquan Chen si evolverà nei prossimi 50 anni ?




FENG: Nel recente passato si è osservato un fenomeno che non
esisteva quando io imparavo taijiquan. Molti praticanti dimostrano molta forza
vibrante. Come ho già detto, più alto è il livello, più piccolo è lo
spostamento del corpo. Riguardo al futuro, credo che ci saranno costanti
miglioramenti nel livello dei praticanti - essi realizzeranno l’importanza
dello Hunyuan. Secondo l’adagio “l’abilità si raggiunge solo con la chiara
comprensione” - è molto importante che l’insegnante capisca e sia bravo a
spiegare chiaramente i principi dell’arte




JS: Ma è usuale che il livello delle generazioni successive
sia peggiore di quella precedente, non è così ?




FENG: Questo è principalmente perché gli insegnanti erano
molto restii a condividere le loro conoscenze. Credo che l’apertura degli
insegnanti avrà un’influenza molto positiva sul livello dei loro studenti.




JS: Sig. Feng, grazie mille per le sue gentili spiegazioni e
il tempo che ci ha dedicato !




 




Basata sull’articolo
“Opening the river of Hunyuan, establishing the manners in martial arts” di Pan
Houcheng, pubblicata sulla rivista “Hunyuan Taiji”, 1/1999.
Traduzione
di Af




Pubblicazione in lingua inglese sul sito
www.chinafrominside.com di Jarek Szimansky




marcellotaichi@supereva.it




 




 




Il Maestro Guo Ming XU (George Xu)




Il M° Guo Min Xu (George Xu)E' un profondo conoscitore delle
arti marziali cinesi interne, in particolare del Tai chi chuan e dello Xing yi.
E' considerato uno dei maestri pui' preparati del Stati Uniti e tra i piu'
prestigiosi per la diffusione del Tai chi chuan fuori dalla Cina




 




Il maestro Xu e’nato a Shanghai, ha cominciato la pratica
nel 1969, ha studiato diversi sistemi di arti marziali: Xin Yi delle Sei
armonie e dei Dieci Animali, Bagua del serpente, Pugno di cotone, Lan Shou,
Bagua del dragone.




Ha cominciato a studiare Taiji stile Chen nel 1977 con il
maestro Shong Guang-En, che era stato uno studente interno del maestro Chen
Zhao Kuei, figlio del famoso Chen Fake.




Successivamente approfondiva lo studio con maestri di
altissimo livello tra cui Qin Zhong Bao, Ho Bin Quan, Ye Xiao Long ed altri.




All’inizio degli anni Ottanta lascia la sua professione di
insegnante di matematica e si trasferisce negli Stati Uniti, dove inizia a
divulgare ed a tramandare i “grandi segreti del Taiji”, oltre che con la sua
incessante opera di diffusione, invitando in Occidente alcuni dei maestri più
rappresentativi delle arti marziali cinesi.




 E’ considerato uno
dei maestri più preparati degli Stati Uniti e tra i più prestigiosi per la
diffusione del Taiji fuori dalla Cina.




Unisce ad una grande conoscenza e preparazione tecnica una
sorprendente capacità comunicativa e di insegnamento che ne fanno sicuramente
un maestro di altissimo valore.




La sua conoscenza delle arti marziali, sia da un punto di
vista tecnico che filosofico-culturale, é molto vasta. E’ un profondo
conoscitore oltre che di Taiji Quan, anche di Bagua Zhang, di Xing Yi e Lan
Shou. Nel 1995, ospite della Pwka, arriva per la prima volta in Italia; da
allora su invito della scuola viene tre volte l’anno (primavera, estate e
autunno) per tre settimane ogni volta.




 




Scrivetemi!




email: marcellotaichi@supereva.it




                                                 
marcello




 




 




 




 




 




 




La Scuola "Neidan" e il M° Flavio Daniele




L'insegnamento della Scuola Neidan e del M° Flavio Daniele
traduce in termini scientifici e piu' comprensibili per l'occidente gli antichi
insegnamenti del Tai chi chuan e del Qi gong




 




Il M° Flavio Daniele,




fondatore e guida della Nei Dan, vive a Bologna, dove
insegna Arti Marziali Cinesi (Taiji Quan, stile Chen e Yang, Xin Yi Quan dei 10
Animali e delle 6 Armonie e Shaolin Quan) e discipline di sviluppo mentale ed
energetico ( Qi Gong ).




E’ autore dei libri “ Le Tre Vie del Tao “ edito dalla Meb
nel 1997, “I Tre Poteri del Taiji Quan” edito dalla Luni nel 2001, “La forma Antica
del Taiji Quan Stile Chen” ed “Il potere segreto del corpo nelle Arti Marziali”
editi sempre dalla Luni nel 2003.




E’ autore anche di un video didattico sul Taiji stile Yang e
di una serie di video didattici sugli antichi metodi di potenziamento fisico-energetici
del corpo (Nei Gong).




Ha collaborato con la facoltà di Scienze Motorie
dell’Università di Bologna e scrive per le maggiori riviste italiane (Samurai,
Arti D’Oriente, Enertao) ed estere di arti marziali e scienze dello spirito.




Suoi articoli sono apparsi in Spagna e sulla rivista
americana Taiji Magazine, la più prestigiosa rivista internazionale di arti
marziali interne. E’ comparso sulla rivista Panorama (nov. 1999), su Repubblica
Salute (maggio 2003) e su due delle più importanti riviste giapponesi di Arti
Marziali.




Per sapere dove praticare gli insegnamenti della Scuola
Neidan




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Tuscolana), Via Narni,(19/a) – 00181 (Sala san Gaspare, all’angolo con via
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tra via Narni e via Assisi, su cui e’ scritto “Sala San Gaspare”), Il Lunedi’ e/
o  il Mercoledi’ ore 17.00 — 19.00. COSTO
circa 10 EURO MENSILI (per un turno settimanale di 2 ore). Tai Chi Stile Yang e
Chen, Qi Gong, Nei Gong, Spada. ( Mappa: 
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da Marzo a Giugno: 40 euro per un turno e 80 per due turni!). 


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Info: email marcellotaichi@supereva.it, Tel.
349-4504749.

SITI

Marcellotaichi:  
http://www.marcellotaichi.it/






VIDEO YOU TUBE: IL
CANALE DI MARCELLOTAICHI:
http://www.youtube.com/user/marcellotaichi


Facebook: Marcello
Taichi - Taijiquan e Qi Gong a Roma : 
https://www.facebook.com/taijiquanroma




















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Come l’agopuntura, il Tai Chi, con i suoi movimenti morbidi e armoniosi,
contribuisce a rendere più flessibili le articolazioni, eliminando blocchi
cronici e a rendendo più scorrevole e libero il flusso energetico. Insieme ad
una dieta, ai massaggi e all’agopuntura, il Tai Chi e il Qi gong integrano
l’insieme di tecniche offerte oggi dalla medicina cinese per salvaguardare il
benessere psicofisico.


Il Tai Chi e il Qi Gong possono essere definiti come l'arte
di sentirsi bene. Fin dall'antichità, in Cina sono state sviluppate delle tecniche
di salute per guarire da ogni tipo di malattia, per riequilibrare il corpo, ma
anche per aumentare l'energia vitale dell'individuo ed interagire con essa in
molte maniere. L'insieme di queste tecniche, in epoca contemporanea, ha preso
il nome di Tai Chi e Qi Gong.


Nel Tai Chi si apprendono movimenti estremamente dolci,
calibrati e lenti che, uniti ad un forte flusso di energia, portano ad un
equilibrio totale del corpo. Questa tecnica Orientale e arma ideale per
recuperare la salute, un metodo di "agopuntura naturale" e una arte
marziale di difesa non-competitiva. In definitiva un complesso sentimento di
totalita.


La prima parte della lezione e incentrata sullo
scioglimento, l allineamento posturale, l’ attivazione energetica ed il qi
gong, poi si studiano le forme brevi dello stile yang e chen.


Lavoriamo molto sul rilassamento, lo scioglimento del corpo
e delle articolazioni, la postura e vari esercizi di Qi Gong per attivare la
circolazione dell'energia interna.


Ecco alcune delle sequenze di Qi Gong che pratichiamo:


Il Nei Gong (Lavoro Interno), Gli esercizi della Longevita
Gli Otto Pezzi di Broccato, I 18 Esercizi Taoisti, Gli 8 Pezzi di Broccato, Gli
esercizi del Drago, Il Qi gong del Bozzolo di Seta, Il Qi gong dei 5 Animali,
Ed altri


Inoltre studiamo anche delle brevi e semplici sequenze di
Tai Chi, molto facili da imparare.


Forniamo inoltre il materiale didattico per lo studio degli
esercizi.


La domenica mattina dalle
10.30 alle 12.30 c’e’ pratica collettiva di Qi Gong e Tai Chi a villa Celimontana,
Al Celio, metro B Colosseo, metro A Manzoni o San Giovanni, entrando da via
della Navicella n. 12 in fondo al vialetto a sinistra. Info: email
marcellotaichi@supereva.it, Tel. 349-4504749. Per la lezione di prova gratuita
basta venire negli orari indicati con abbigliamento comodo e scarpe da
ginnastica. Durante l'anno si terranno seminari di approfondimento con i
maestri della scuola. Per gli interessati e' possibile seguire corsi di
formazione per l'insegnamento.









 




 




 




 




 





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